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'e io ti seguo': i giudizi
dei cronisti e dei critici |
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"E
io ti seguo", di Maurizio Fiume, racconta
il caso del giornalista ucciso dalla camorra
Delitto Siani, un film che convince
di Alberto Crespi
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E io ti seguo.
È la frase che Giancarlo Siani si sentì dire molto spesso,
nei suoi anni - brevi e intensi - di collaborazione con il "Mattino"
di Napoli, prima di venire ucciso il 23 settembre 1985 dai sicari
camorristi della famiglia Nuvoletta. Una famiglia che Siani, giovanissimo
cronista, aveva più volte "sfrucugliato" con i suoi
articoli da Torre Annunziata, dove lavorava come abusivo nella redazione
locale del quotidiano napoletano. E io ti seguo ora è il titolo
di un film, diretto da Maurizio Fiume, il regista di Isotta. Un piccolo
film (nella durata, 75 minuti; non nelle ambizioni) che non ha ancora
una distribuzione e quindi rischia, per il momento, di non uscire
nelle sale. Ma forse non andrà così: la presentazione
agli Incontri Internazionali di Sorrento potrebbe aiutarlo, anche
"grazie", chissà, alla reazione polemica da parte
del "Mattino" che si è ritenuto malamente rappresentato
nel film. Certo Siani, interpretato dall'ottimo Yari Gugliucci, non
pare eccessivamente tutelato dal suo giornale. Ma Fiume ha buon gioco
nel rispondere che il film, dichiaratamente, "trasfigura"
la vicenda, e nel ribadire però che è assolutamente
realistico il contesto dal quale i fatti scaturiscono: "Credo
che il cinema abbia il diritto di trasfigurare la realtà, e
soprattutto di non raccontarla in modo agiografico. Altrimenti tutto
il cinema civile italiano non potrebbe esistere". Più
nel merito, è un fatto che l'allora direttore del "Mattino"
Pasquale Nonno, storico difensore della Dc napoletana dei Pomicino
e compagnia bella, voleva mettere la notizia dell'omicidio di Siani
in basso pagina, e che fu una sollevazione della redazione a farne
l'apertura del giornale; ed è agli atti processuali una telefonata
a Siani di Amato Lamberti (amico di Giancarlo, allora responsabile
dell'Osservatorio sulla camorra, oggi presidente della Provincia)
poco prima dell'omicidio, in cui gli proponeva un appuntamento al
giornale ottenendo la risposta "no, qui al Mattino no";
ed è un fatto, infine, che un dossier scottante che Siani teneva
al giornale sparì dalla redazione, e non si è mai saputo
per colpa di chi.
Siani era un cronista scomodo? Sicuramente era un cronista giovane,
che il "Mattino" aveva chiamato a Napoli da Torre Annunziata
e che forse avrebbe avuto bisogno di essere più protetto. La
sua morte rimane, al tempo stesso, un buco nero e un capitolo glorioso
del giornalismo italiano. Come Ilaria Alpi, aveva sfiorato verità
pericolose e fu fermato "in tempo". E io ti seguo è
la storia di una solitudine (anche esistenziale) e di una tenacia
feroce, motivata, indistruttibile. Giancarlo è, molto semplicemente,
un ragazzo che può essere fermato solo dalle pallottole. Girato
in digitale, montato con un ritmo serrato, il film di Fiume si vede
con ansia crescente, e forse solo le sequenze che mettono in scena
i boss assassini sanno un po' di "ricostruito". Nel complesso
è un lavoro notevole, in cui Gugliucci è circondato
da ottimi caratteristi, da Ninni Bruschetta a Roberto Di Francesco,
da Angelo Curti a Francesco Dominedò, da Pino Calabrese a Carlotta
Natoli. Sembra incredibile di questi tempi, ma la voglia di verità
del cinema italiano non accenna a sparire. |
(l'Unità,
11 dicembre 2003) |
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