Agli Incontri internazionali il film
di Fiume e un libro su Carmine Gallone

Siani reporter scomodo

di Michele Fumagallo
Gli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento erano da anni precipitati in una situazione di declino inarrestabile. Nel 40° anniversario del festival (iniziò nel 1963, e vi è dedicata anche una mostra) si tenta un rilancio con questa edizione (9-13 dicembre) affidata alla direzione artistica di Laura Delli Colli. La rassegna viene spostata più sulla cronaca (la mini retrospettiva e il dibattito dedicato a Stefano Rolla, il regista ucciso nella strage di Nassirya, il film di Maurizio Fiume su Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dalla camorra), sul documentario di riflessione, magari del cinema su se stesso, come quest'anno con i contributi di Mario Sesti (L'ultima sequenza), Ted Demme e Richard Lagravenese (A decade under the influence), Michael Epstein (None without sin: Elia Kazan, Arthur Miller and the blacklist), sul rapporto del film col territorio, sulle anteprime, sui laboratori (quest'anno "cinema e musica" tenuto da Gabriele Salvatores). Tra i film di impegno civile, oltre ai numerosi corti italiani, ha colpito e destato molta commozione il film di Maurizio Fiume, E io ti seguo, dedicato alla memoria di Giancarlo Siani, coraggioso cronista anticamorra del Mattino. Siani, interpretato da Yari Galliucci, fu ucciso da sicari dei clan camorristici di Torre Annunziata il 18 settembre del 1985. A diciotto anni dalla sua morte e dopo il documentario In nome di Giancarlo che Fiume girò nel 1991, il regista ha deciso di ritornare su quel caso, ma non è stato per niente facile. "Ho deciso di produrmi il film da me - racconta Maurizio Fiume che ha al suo attivo anche l'impegno cinematografico sui fatti di Genova - perché non sono riuscito a trovare nessuno disposto a finanziarlo. Né privati che vi vedevano una storia del tutto locale oltre a ritenerlo un progetto troppo ad alto rischio pur avendo io garantito costi bassi, né il ministero con la sorprendente motivazione che è l'ennesima storia del sud che si piange addosso". Il film ha destato anche qualche polemica in settori del quotidiano napoletano per i profili di alcuni colleghi di Siani. "La sentenza della magistratura - aggiunge Fiume - è del 1997 ed è stata già abbondantemente commentata. Ma a me interessava soprattutto la provocazione culturale. Ad esempio: uno che dice di non voler parlare nella redazione dove lavora e addirittura nella piazza dove prende il caffè (si riferisce alle telefonate ricevute da Siani in redazione, ndr) la dice lunga e per me è una questione decisiva". Intanto il film dovrebbe uscire nelle sale italiane nella primavera prossima. A lato della retrospettiva dedicata a Sorrento, è stato presentato un interessante volume sul cinema di Carmine Gallone, Non solo Scipione, curato da Pasquale Iaccio. Da segnalare il j'accuse degli amici e familiari di Stefano Rolla per la indisponibilità di tutte le televisioni a trasmettere il suo documentario Clown in Kabul, opera contro tutte le guerre.
(il manifesto, 12 dicembre 2003)