Castronuovo
a Strasburgo

SARÀ LA CORTE europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, dallo scorso maggio presieduta da Róbert Spanó, giudice di Reykjavík con padre napoletano, a decidere sul ricorso presentato il 24 dicembre scorso dal giornalista Rai Giuseppe Castronuovo per vedere riconosciuto il suo lavoro di coordinatore dei telecineoperatori della sede di Napoli svolto dal 1994 al 2004, quando è andato in pensione.
Lucano di Sant’Arcangelo, ottantuno anni, dal ’76 a via Marconi, dal 1980 giornalista professionista, Castronuovo è impegnato in un confronto giudiziario con viale Mazzini e in ventiquattro anni ha inanellato una lunga serie di sentenze sfavorevoli: primo grado, appello e Cassazione e ancora primo grado, appello e l’ultima Cassazione

depositata il 25 giugno scorso.
Con magistrati via via più ‘ostili’ che inizialmente compensavano le spese per poi decidere, come nel giudizio più recente, di scaricare per intero le spese legali sul giornalista.
Eppure all’apparenza la situazione è chiara: nel febbraio del 1994 Barbara Scaramucci, direttrice della Tgr, la testata giornalistica regionale da cui dipendono le sedi locali, lo nomina

Róbert Spanó

coordinatore dei telecineoperatori “su proposta del capo redattore dei servizi giornalistici campani Giuseppe Blasi  con il parere concorde di una commissione di cui facevano parte i quattro vice direttori di testata dell’epoca e alcuni componenti del comitato di redazione partenopeo tra cui Nando Spasiano”.
Gli viene affidato un ufficio autonomo e l’organizzazione del lavoro di dieci persone: otto tco e due operatori di ripresa, ma non viene riconosciuta la qualifica e il conseguente trattamento economico. Da qui la decisione di avviare nell’ottobre del 1996, con l’assistenza dell’avvocato Rocco Truncellito, un’azione giudiziaria che l’avrebbe accompagnato per quasi un quarto di secolo.
Il nodo che chiediamo alla Cedu di sciogliere - chiarisce Truncellito – è semplice: i giudici italiani hanno dato torto a Castronuovo e gli hanno negato i gradi di capo servizio affermando più volte e in più sentenze che era ‘soltanto’ coordinatore dei tco. Ma la Rai ha fatto lavorare dieci anni Castronuovo da coordinatore senza mai assegnargli la qualifica, né i magistrati hanno condannato la Rai a riconoscerla e a pagare le differenze retributive dovute”.