Ballottaggi, cinque a uno
per Ambrosino e Corsi

Con i ballottaggi del 30 maggio si è conclusa la tornata elettorale per il rinnovo dei vertici campani dell'Ordine e dell'Associazione della stampa.
Apparentemente nulla si è mosso, in realtà qualcosa sta cambiando. Ma vediamo i risultati.
Nella volata, tutta Mattino, per il terzo consigliere dell'Ordine nazionale Maria Chiara Aulisio ha rimontato e superato Elio Scribani. Al primo

turno la Aulisio aveva ottenuto 224 preferenze, Scribani 276 e si era fermato a quattro voti dal quorum, che invece avevano superato di slancio Antonio Sasso (324 voti) e Gianni Ambrosino (305). Nel ballottaggio i votanti sono stati 589, con dieci schede


Ottavio Lucarelli e Maria Chiara Aulisio
bianche e undici nulle; dopo un testa a testa che è andato avanti per l'intero spoglio, la Aulisio ha riportato 261 voti e Scribani 258.
Nella sfida per il consiglio regionale dell'Ordine, con tre seggi da assegnare, il gruppo Ambrosino-Corsi schierava quattro giornalisti: Franco Landolfo, Umberto Nardacchione, Francesco Bufi e Antonino Pane, mentre la lista 'Cambiamo' aveva in campo Carlo Verna e Vittorio Dell'Uva. Il 26 maggio, con un lancio Ansa delle 16, Pane annunciava il suo ritiro per concentrare i voti sui tre candidati meglio piazzati. Cinque ore dopo, sempre via Ansa, arrivava la rettifica: Pane non si ritirava, ma si limitava a sollecitare il voto in favore di Landolfo, Bufi e Nardacchione. La rapida retromarcia serviva a chiudere di corsa la porta del ballottaggio che il ritiro di Pane aveva aperto a un terzo candidato di 'Cambiamo', Pasquale De Simone. E grazie anche alla rinuncia di Pane, i candidati di Ambrosino e Corsi hanno


Gianni Ambrosino, Ermanno Corsi e Elio Scribani

conquistato le prime tre piazze. Questi i risultati: votanti 539, nulle 16, bianche due; Landolfo 293 voti (+16 rispetto al primo turno), Bufi 283 (+22), Nardacchione 269 (-2), Verna 258 (+51), Dell'Uva 194 (+13), Pane 29 (-200).
Anche nel ballottaggio per
i revisori dei conti il gruppo di maggioranza si è accaparrato i due posti in palio. Questo il dettaglio: Marcello Curzio 245 voti, Antonio Arricale 191, Annarita D'Ambrosio 180 e Nello Di Costanzo 151.
Per la sua storia professionale, il suo carattere aggressivo e le precedenti esperienze sotto la bandiera del gruppo Ambrosino-Corsi (è stata componente del direttivo dell'Assostampa dal '98 al 2000), la candidatura di Maria Chiara Aulisio aveva causato diversi mal di pancia sia al Mattino che fuori, ma il suo successo è un risultato importante per 'Cambiamo', la lista nata dall'intesa elettorale tra Autonomia e solidarietà e il gruppo di Ferrara, Lucarelli e Verna. Un successo che ha una spiegazione in quattro punti: il sostegno tiepido fornito dalla squadra di Ambrosino-Corsi al candidato Scribani che in sette giorni ha perso 18 voti, mentre la sua avversaria ne ha guadagnati 37; la capacità della Aulisio di andare a recuperare preferenze superando ostilità consolidate; il lavoro capillare fatto dal team Ferrara-

Lucarelli-Verna; la disciplina politica della componente di Autonomia.
Da decenni la delegazione campana al consiglio nazionale è controllata dalla componente conservatrice; ora la situazione è ribaltata con due consiglieri per


Francesco Bufi, Franco Landolfo e Umberto Nardacchione
Ambrosino -Corsi e sette (la Aulisio e i sei pubblicisti) schierati con la maggioranza nazionale formata da Autonomia e dal gruppo Del Boca-Siddi.
Diversa la situazione al consiglio regionale. La maggioranza rimane al vecchio gruppo di potere, ma è una maggioranza risicata con cinque consiglieri da una parte (Corsi, Zaccaria, Landolfo, Bufi, Nardacchione) e quattro dall'altra (con Lucarelli, i pubblicisti Domenico Castellano, Maurizio De Tilla e Domenico Santonastaso). Una maggioranza affollata da pensionati e pensionandi, con un'età media che supera largamente i sessantuno anni.
Per la prima volta, dopo molti anni, all'interno del consiglio c'è una minoranza consistente. Resta da capire se ci saranno la capacità politica e la determinazione per introdurre nell'attività del consiglio elementi di novità visibili, ad esempio sui fronti della trasparenza, della comunicazione verso l'esterno, della deontologia o se invece tutto continuerà come prima. Non va infatti dimenticato che dal luglio del '98 nel consiglio c'è un rappresentante


Domenico Falco e Domenico Castellano

della minoranza, Lucarelli, ma non se n'è accorto nessuno, tanto è vero che nei comunicati della sua corrente si sono ripetuti gli attacchi ad alzo zero sulla gestione dell'Ordine regionale.
E veniamo ai numeri. Chi dall'opposizione legge i risultati con l'occhio
dell'ottimismo può dire: bastavano dodici schede per consentire a Verna e alla D'Ambrosio il sorpasso su Nardacchione e Arricale, un sorpasso che, con i voti dei pubblicisti guidati da Domenico Castellano e Domenico Falco, avrebbe ribaltato le maggioranze sia all'Ordine regionale che nel collegio dei revisori dei conti. E dedurne che il cambio di gestione è soltanto rinviato.
Il pessimista invece osserva che è stata sprecata una grande opportunità con avversari logorati, alcuni dei quali con imbarazzante seguito di figli che hanno in tasca il tesserino di giornalista professionista ma sono ancora alla ricerca di uno sbocco professionale, avversari spaventati dall'idea di perdere poltroncine che comunque consentono di esibire un ruolo all'esterno. E uno sguardo alle preferenze conferma il pessimista nelle sue opinioni. Al primo turno Lucarelli ha incassato 325 voti, 118 più di Verna e 144 più di Dell'Uva. Al ballottaggio, come già detto, Verna è cresciuto di 51 preferenze e Dell'Uva di 13. Questo vuol dire che della massa di voti in più conquistata da Lucarelli a Verna è passato il 43 per cento e a Dell'Uva il 9 per cento. Due le possibili spiegazioni. La prima. Lucarelli ha girato a Verna (e, comunque, non a Dell'Uva) soltanto

una parte del suo patrimonio voti; ma è una lettura improbabile perchè presuppone una scelta autolesionistica. Infatti con l'elezione di un secondo consigliere targato 'Cambiamo' Lucarelli sarebbe diventato il candidato naturale alla presidenza o alla


Annarita D'Ambrosio, Vittorio Dell'Uva e Carlo Verna
segreteria dell'Ordine regionale. La seconda spiegazione è che le preferenze di Lucarelli non erano trasferibili ad altri candidati, pure noti e stimati come Verna e Dell'Uva, perché di area politica e sindacale avversa o frutto di accordi individuali sottobanco o di scambio di pacchetti di voti. E se questa lettura è fondata, il segno positivo del voto per 'Cambiamo' va notevolmente ridimensionato.