Mattino, dall'assemblea
stop al piano di Barbano

IL 21 APRILE l’assemblea dei giornalisti del Mattino, riunita nella sala Siani di via Chiatamone, ha bocciato la riorganizzazione della redazione presentata dal direttore Alessandro Barbano. L’assemblea, coordinata da Maurizio Cerino, è stata affollata e, come si dice, partecipata anche dalle sedi distaccate, con numerosi interventi; tra gli altri Gigi Di Fiore, Paolo Mainiero, Luciano Pignataro, Pietro Treccagnoli, Federico Vacalebre.
Prima di occuparci dei ‘siluri’ dei redattori, vediamo il piano che il direttore, insieme al vice Federico Monga, ha presentato il 19 aprile al comitato di redazione (Gerardo Ausiello, Marisa La Penna, Luigi Roano e, per le sedi distaccate, Petronilla Carillo).
Al centro della riorganizzazione l’ammodernamento e il rilancio del sito

Internet che il 27 aprile il direttore e i vertici napoletani della Piemme, la concessionaria di pubblicità della Caltagirone Editore,  hanno presentato agli inserzionisti del Mattino.
Il coordinamento del sito verrebbe assegnato ad Alessio Fanuzzi che lascerebbe la guida della redazione di Salerno a Mariano Ragusa, un ritorno al passato remoto perché quell’incarico gli fu affidato dall’allora direttore Mario Orfeo

Alessandro Barbano

nel novembre del 2002 quando lo assunse prelevandolo, insieme ad Antonello Velardi, dal Corriere del Mezzogiorno. Fanuzzi dovrebbe anche migliorare il flusso delle notizie destinate alla rete provenienti dalle province e coordinare il web con il cartaceo. A Salerno l’unità persa verrebbe coperta con un’assunzione a termine e si fa il nome di Alberto Alfredo Tristano, ex capo servizio al Riformista. Infine Barbano propone l’integrazione del turno di copertura del sito, oggi affidato soltanto ai redattori della cronaca, con uno dei giornalisti dell’Area globale che cucinano il primo dorso del quotidiano.
In questi mesi il responsabile del coordinamento dell’on line è stato Vittorio Del Tufo, dell’ufficio dei redattori capo, ma la scelta si è rivelata un flop perché è stato utilizzato dal direttore soprattutto come editorialista. 
Il piano è stato criticato dal cdr perché non interviene sui punti nevralgici del lavoro redazionale; in particolare è stato osservato che il coordinamento va assegnato a uno degli ‘ufficiali’ sottoutilizzati; se non si vuole ulteriormente depotenziare Salerno non si può dare l’incarico di capo a Ragusa che ricopre già un altro incarico impegnativo come il coordinamento del Master di

Alberto Alfredo Tristano

giornalismo dell’università di Fisciano; l’assunzione non va fatta su Salerno, ma in settori in sofferenza come la Grande Napoli e lo sport che è alla vigilia di un’estate infuocata con gli Europei di calcio in Francia e le Olimpiadi di Rio de Janeiro, senza contare il ritiro del Napoli in Trentino. A un certo punto le posizioni tra le parti si sono irrigidite e il direttore si è alzato e ha interrotto il confronto.
Due giorni dopo l’assemblea ha integrato le

osservazioni del sindacato e qualcuno degli intervenuti ha persino ipotizzato un voto di sfiducia a Barbano. Alla fine è prevalsa una linea di maggior equilibrio ed è stato approvato un documento che punta a una rapida ripresa del dialogo, avanzando tre richieste al direttore e all’azienda: “il congelamento del piano di riorganizzazione”; “un'approfondita analisi dei costi-benefici a un anno di distanza dall'accordo sottoscritto da cdr e azienda, presenti Fnsi e Fieg, il 30 marzo 2015”; “la convocazione di una conferenza di produzione con azienda e direzione con all'ordine del giorno la strategia editoriale e organizzativa”.