Roma, il 27 ottobre
il congresso Fnsi

Il 27 ottobre si terrà a Roma, all’hotel Ergife, il congresso straordinario della Federazione nazionale della stampa. L’appuntamento capitolino è un prolungamento del XXIV congresso della Fnsi che si è svolto nello scorso novembre a Saint Vincent.
In quella sede venne approvata, con 215 voti favorevoli e 18 astenuti, una mozione, che rinviava la discussione e l’approvazione delle modifiche statutarie a un congresso straordinario da tenere entro il marzo 2005. All’appuntamento congressuale si arriva invece con sette mesi di ritardo. Perché? “Subito dopo la conclusione dei lavori di Saint Vincent – spiega il presidente del congresso valdostano Giorgio Macchiavello – la nuova giunta esecutiva della Fnsi si è attivata per definire un’intesa tra tutte le componenti federali che potesse garantire il raggiungimento del quorum

congressuale necessario a modificare le norme statutarie. Purtroppo, questo lavoro si è prolungato nel tempo ben oltre la scadenza di marzo 2005, finendo per sovrapporsi alla stagione dei rinnovi contrattuali. In presenza del rischio di una eccessiva dilazione


Ezio Ercole, Carlo Parisi e Giovanni Rossi
temporale, l’ufficio di presidenza del congresso, sentita la giunta esecutiva della Fnsi, ha deciso di procedere alla convocazione della seduta straordinaria”.
Ma l’accordo tra le varie anime della Federazione è stato raggiunto? E quali sono le principali modifiche che verranno messe ai voti all’Ergife? Abbiamo girato le domande a Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi. “Si va all’Ergife- risponde Rossi – soprattutto per sciogliere il nodo del referendum sul contratto, da inserire nello statuto federale. I testi elaborati dalle varie componenti sono molto vicini, ma non c’è ancora una soluzione unitaria, anche se tutti concordano sul varo di un referendum soltanto consultivo. La proposta della maggioranza, formata da Autonomia e da Giornalisti uniti, introduce il referendum nello statuto, ma rinvia al consiglio nazionale la definizione delle modalità di svolgimento. Viene acquisito il principio, ma perché il referendum si faccia è necessario che ci siano determinate condizioni. A questo proposta aderiscono tre gruppi: i calabresi guidati da Carlo Parisi, i delegati di Napoli che fanno riferimento a Gianni Ambrosino e i pubblicisti piemontesi di Ezio Ercole. Per Stampa democratica, il gruppo lombardo guidato da Maria Grazia Molinari, e per Puntoeacapo, la componente romana di Silvana Mazzocchi, il referendum è automatico e il consiglio nazionale ne deve soltanto decidere le modalità. Per Senza bavaglio, la corrente organizzata da Massimo Alberizzi, vanno sottoposte a referendum non la bozza di accordo, ma le varie ipotesi di contratto”.
A Roma i delegati saranno gli stessi del congresso di Saint Vincent; non c’è la possibilità di sostituire i dimissionari e neanche i deceduti. Perché la sessione congressuale sia valida è necessario che siano presenti la metà + 1 dei


Maria Chiara Aulisio, Elisabetta Bruno e Annarita D'Ambrosio

delegati, mentre per approvare le modifiche statutarie è richiesta la maggioranza dei due terzi.
La squadra campana all’Ergife sarà formata da diciannove giornalisti, cui va aggiunto il presidente dell’Assostampa Gianni Ambrosino. Otto i professionisti: quattro per

il ‘Movimento unitario’ (Ermanno Corsi, Daniela Limoncelli, Franco Landolfo e il primo dei non eletti, Maurizio Cerino, subentrato grazie alle dimissioni di Ambrosino, membro di diritto), tre per ‘Giornalisti campani- Credibilità sindacale’ (Ottavio Lucarelli, Maria Chiara Aulisio e Annarita D’Ambrosio) e una per Autonomia e solidarietà (Patrizia Capua).
Undici i pubblicisti: nove eletti da Alternativa sindacale (con i capilista Domenico Castellano e Domenico Falco, ci sono Angelo Ciaravolo, Salvatore Campitiello, Elisabetta Bruno, Vera De Luca, Mauro Fellico, Luigi Zappella e Armando De Rosa), due dalla lista Ambrosino-Corsi (Domenico Annunziata e Luigi Argiulo).

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