Chiuso l'accordo per 14
'pensionati', il cdr lascia

ANNAMARIA ASPRONE, Franco Buononato, Rosaria Capacchione, Titta Fiore, Marisa La Penna, Riccardo Marassi, Maria Paola Milanesio, Cinzia Peluso, Generoso Picone, Luciano Pignataro, Mariano Ragusa, Antonio Sacco, Gaty Sepe: sono questi i redattori del Mattino che entro il 31 marzo del 2019 avranno i requisiti (sessanta anni per gli uomini e cinquantotto per le donne, con venticinque anni di contributi) per

il prepensionamento o, nel caso di Titta Fiore e Generoso Picone, per la pensione.
Il via libera per l’operazione è arrivato il 18 settembre con l’accordo firmato al ministero del Lavoro, rappresentato da Maria Cristina Gregori e

Carlo Parisi e Luigi Roano

Francesca Cirelli, da Massimo Garzilli e Giovanni Santorelli per il Mattino, dai componenti del comitato di redazione (Gerardo Ausiello, Marisa La Penna, Luigi Roano e, per le sedi distaccate, Petronilla Carillo), da Carlo Parisi e Ottavia Antoniazzi per la Fnsi e da Claudio Silvestri e Armando Borriello per il sindacato campano. Gli addii a via Chiatamone cominceranno tra qualche settimana perché bisogna attendere che venga firmato il decreto, probabilmente a fine ottobre.
La nuova emorragia va ad aggiungersi alle cinque uscite autorizzate con il primo verbale ministeriale del 20 aprile e concretizzatesi nei mesi estivi quando sono andati via i pensionati Francesco Romanetti e Nando Santonastaso e i prepensionati Maurizio Cerino, Tullio De Simone, Antonio Manzo e Fabio Scandone.
Con i due accordi in sede ministeriale il Mattino è stato autorizzato a procedere a diciannove prepensionamenti; con quattro già operativi rimarrebbero da coprire quindici caselle ma i giornalisti che hanno o avranno entro il marzo 2019 i requisiti richiesti dopo le modifiche apportate alla legge (sessanta anni per gli uomini) sono tredici. Rimarranno quindi libere due caselle che verranno probabilmente utilizzate da altre testate.
Completata la complessa gestione dei contratti di solidarietà, della cassa integrazione a rotazione e dei prepensionamenti il 28 settembre il comitato di redazione, dallo scorso febbraio in proroga su richiesta dell’assemblea, ha annunciato le dimissioni. Toccherà ora al presidente della commissione

Luciano Pignataro e Antonio Sacco

elettorale Paolo Mainiero indicare la data per il voto del nuovo cdr.
Abbiamo concluso – dichiara a Iustitia Luigi Roano – un mandato molto faticoso durato trenta mesi. Siamo stati eletti nel febbraio 2015 per gestire la crisi profonda del Mattino.

L’abbiamo fronteggiata con trattative non sempre facili con i vertici della società avendo come stella polare gli interessi dei giornalisti e del giornale. I numeri sono 52 giorni di ‘solidarietà’, 19 giorni di cassa integrazione nell’arco di un biennio e l’uscita soft di 19 redattori da prepensionare. Non dimentichiamo che i vertici dell'azienda erano partiti con una richiesta di quattro giorni al mese di cassa, mentre i 19 giorni concordati vanno decurtati di un giorno per ogni uscita, per cui siamo ora a 17 e con i prossimi 14 prepensionamenti la cassa integrazione verrà in sostanza azzerata. Non a caso luglio, agosto, settembre e novembre sono mesi senza cassa. Mi ritengo soddisfatto del lavoro svolto insieme ai colleghi del cdr ma non ho intenzione di ricandidarmi”.