Giornalisti in campo
per Europa e comuni

DUE FAMOSI giornalisti salernitani, quasi coetanei (agosto 1950 a Sarno lei, luglio 1951 a Salerno lui), sono in campo per le elezioni europee dell’otto e nove giugno.
Lucia Annunziata è capolista del Pd nella circoscrizione del Sud peninsulare che comprende Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia ed eleggerà 18 europarlamentari sui 76 dell’intera Italia. In lista dopo Annunziata ci sono l’ex sindaco di Bari Antonio Decaro, Pina Picierno dal 2022 vice presidente del parlamento europeo, il

giornalista Sandro Ruotolo e la catanzarese Jasmine Cristallo, attivista per i diritti civili, già responsabile per il Mezzogiorno delle Sardine.
Lunghissima la biografia di Lucia Annunziata. Ci limitiamo a brevi cenni e qualche curiosità. Laurea in Filosofia all’università di Salerno, per due anni insegna in una scuola

John Elkann

media di Teulada, in provincia di Cagliari, e nel 1976 diventa giornalista professionista. Per il Manifesto è corrispondete dagli Stati Uniti e negli anni Ottanta per Repubblica segue tutti i punti caldi dell’America Centrale e dell’America Latina. Tra i quotidiani per i quali lavora anche il Corriere della Sera e la Stampa. Negli ultimi trenta anni realizza molti programmi in Rai oltre ad essere dal 1996 al 1998 direttrice del Tg3 e dal marzo 2003 al maggio 2004 presidente della Rai. Nel gennaio del 2020 si dimette, dopo otto anni, dalla direzione dell’Huffington Post Italia quando la testata viene acquistata dalla Exor di John Elkann e nel maggio del 2023 si dimette dalla Rai dopo le nomine varate dai vertici di Viale Mazzini targati Meloni.
L’altro salernitano è Michele Santoro, promotore della lista Pace Terra e Dignità, di cui è capolista in quattro delle cinque circoscrizioni con l’eccezione del Nord Est guidata da Raniero La Valle. Al 24 maggio i sondaggi danno la sua lista al 2,1 per cento, molto lontana dalla soglia di sbarramento del 4 per cento che consente di eleggere europarlamentari. Nonostante la partenza ad handicap Santoro si è lanciato con furore nella campagna elettorale che lo sta portando in giro per l’Italia e se dovesse riuscire nell’impresa della conquista del quorum realizzerebbe un’impresa titanica. In caso di elezione sarebbe per lui un ritorno a Strasburgo perché nel 2004 venne eletto come indipendente nelle liste dell’Ulivo e rimase in carica per un anno.
Anche Santoro ha una biografia ricchissima e quindi ci fermiamo a qualche appunto. Come per Lucia Annunziata, si parte con la laurea in Filosofia all’università di Salerno con tesi discussa con Biagio De Giovanni, che sarà una presenza decisiva nei primi anni della sua attività professionale. Dopo brevi militanze nei movimenti extraparlamentari lavora alla federazione del Pci di Salerno ma è un’esperienza che dura poco. De Giovanni lo recupera e lo fa trasferire a Napoli come

Biagio De Giovanni e Giuseppe Vacca

responsabile dell’informazione al Pci di via dei Fiorentini, seguita dalla nomina il primo marzo 1979 alla direzione del quattordicinale La Voce della Campania, in sostituzione di

Matteo Cosenza passato a guidare le pagine napoletane di Paese Sera, che segna l’avvio della sua attività giornalistica. È comunque un’esperienza che dura pochi mesi perché Santoro, persona di grandi capacità ma decisamente spregiudicato, indirizza la rotta del vascello Voce contro gli scogli del Pci di via dei Fiorentini che è il padrone del periodico. Viene sostituito dall’ortodosso Massimo Lo Cicero e dopo poco tempo arriverà la chiusura della Voce. Per Santoro c’è un breve purgatorio con praticantato a distanza all’Unità e, dopo due anni, viene assunto in Rai. Nel consiglio di amministrazione di Viale Mazzini c’è Giuseppe Vacca che con Biagio De Giovanni è il leader della famosa Ecole Barisienne, il cenacolo di pensatori vicino alla sinistra del Pci.
Tantissimi i programmi televisivi realizzati nei lunghi anni in Rai e nei periodi trascorsi a Mediaset e alla 7, con decine di episodi e di scintille con leader politici (primo fra tutti Silvio Berlusconi) e personaggi di ogni settore. Con Enzo Biagi e Daniele Luttazzi è vittima del cosiddetto “editto bulgaro” quando nell’aprile del 2002 l’allora presidente del consiglio Berlusconi, in visita ufficiale a Sofia, chiese di fatto l’allontanamento dei tre dalle trasmissioni della Rai. Richiesta prontamente esaudita dagli zelanti vertici dell’azienda di Stato. Soltanto diversi anni più tardi Santoro e Biagi tornano a lavorare in Rai grazie a sentenze della magistratura.
Passiamo alle elezioni comunali. In Campania sono 168 i comuni che vanno al voto l’otto e il nove giugno, con un solo capoluogo di provincia interessato dalla tornata elettorale, Avellino. Le amministrazioni che andranno alle urne sono 42 in Irpinia, 25 nel Sannio, 31 nel Casertano. 23 nel Napoletano e 47 in provincia di Salerno. Ad Avellino concorre

per la poltrona di sindaco il giornalista della Rai della Campania Rino Genovese che è appoggiato da cinque liste: Patto civico per Avellino, Forza Avellino, Moderati e riformisti, La rondine, Cittadini in movimento. In tutto sono sette i candidati per il vertice dell’amministrazione comunale: la vice sindaca uscente Laura

Angela Buttiglione
Nargi; Antonio Gengaro, già vice del sindaco Antonio Di Nunno, candidato per il centro sinistra da Pd e Cinquestelle; mentre sono tre i tronconi del centro destra: oltre Genovese, Modestino Iandoli per Fratelli d’Italia e Gennaro Romei per l’Udc. Completano il quadro i civici Vittorio Bocciari e Aldo D’Andrea.
Natali a Sant’Angelo dei Lombardi sessanta anni fa, professionista dal 2002, Rino (all’anagrafe Pellegrino) Genovese, come tanti, è approdato in Rai grazie alla politica: la scomparsa prematura del fratello, ufficio stampa di Rocco Buttiglione, spinge l’esponente scudocrociato a chiedere alla sorella Angela, direttrice della Tgr di sistemare Rino, che nell’inverno del 2002 viene assunto in Rai.
Genovese, da oltre quindici anni, con brevi interruzioni, componente del comitato di redazione, è stato protagonista di alcuni episodi molto discussi ma chiusi sempre senza conseguenze. Nel dicembre del 2010 è stato ‘processato’ dai dirigenti Rai per un contratto di consulenza con un’azienda del settore rifiuti in violazione delle norme che regolano l’attività dei giornalisti della Rai.
Ancora più grave il secondo episodio quando in un sms definisce la redattrice della Rai di via Marconi Cecilia Donadiola cessa di Posillipo”. Attacco violento e volgare poi ribadito direttamente all’interessata: “sei una stronza, una cessa, va fan culo”.
Chiudiamo con Castellamare che da due anni è commissariata. A Stabia si confrontano due formazioni: C’è il centro destra che candida l’avvocato Mario D’Apuzzo sostenuto da dieci liste e c’è il centro sinistra che schiera il giornalista Luigi Vicinanza, dal 2018 presidente della Fondazione Mav di Ercolano, appoggiato da tredici liste.
Ezio Mauro

Natali a Castellammare nel maggio del 1956, professionista dal maggio 1981, lavora alla sede napoletana dell’Unità e, dopo la chiusura della redazione di via Cervantes, passa a Roma. Nel 1989 viene assunto a Repubblica e dal 1994 al 2004 ne guida la redazione napoletana, con uno stacco di due anni (1998-2000) come

vice direttore del Mattino. Nell’aprile del 2004 l’esperienza si chiude in maniera traumatica perché viene a Napoli il direttore Ezio Mauro che con parole durissime ‘decapita’ davanti a tutta la redazione il tandem Vicinanza e Corbo e affida il timone di Napoli a Fabrizio Giustino. Vicinanza però cade in piedi. Allontanato da Napoli viene spedito a guidare la Città di Salerno per poi infilare negli anni successivi una serie di altre direzioni: il Centro di Pescara, la direzione editoriale dei giornali Finegil, nel 2014 la guida dell’Espresso che dura meno di due anni, infine dal 2016 al 2019 dirige il Tirreno di Livorno.