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Per l'omicidio Cisse
querelato il Mattino |
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È STATA AFFIDATA al sostituto
della procura della Repubblica di Napoli Alessandra Cataldi
la querela per
diffamazione presentata da Kadiatou Cisse per l'articolo pubblicato
dal Mattino il 6 giugno 2003 sull'omicidio del fratello Mohamed.
Quella di Mohamed è la storia tragica di un immigrato della
Guinea Conakri, trentatre anni e una laurea in lettere, in Italia
con permesso di soggiorno dal 1998, prima ad Arzano, nell'area a nord
di Napoli, dove c'è la sorella Kadiatou con il marito Ousmane
Diabi e i due figli Fausta e |
Mohamed, poi dal
2000 a Treviso dove lavora in fabbrica. Solo, lontano dai familiari,
Mohamed comincia a soffrire per una crisi depressiva via via
più profonda. Nello scorso aprile torna ad Arzano, ma
la situazione non migliora. |

Raffaele Nogaro e Antonino Pane |
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Kadiatou e il marito sono preoccupati e
decidono di preparare il ritorno di Mohamed in Guinea. Il 4 giugno
la sorella va a Treviso per recuperare i documenti indispensabili
per il viaggio. Il giorno successivo la situazione precipita; le condizioni
di Mohamed, che da diversi giorni rifiuta il cibo, sono allarmanti.
Kadiatou chiede aiuto a un'amica italiana, Vanda Brandolani,
che insieme a una suora laica assiste il malato, e decidono di chiamare
un'ambulanza per il ricovero d'urgenza in ospedale. Il personale del
118 le informa che, se il malato non è d'accordo, per il trasferimento
è necessaria la presenza delle forze dell'ordine. Chiamano
la polizia, vengono dirottatte sui carabinieri. In due si presentano
a casa di Kadiatou poco prima delle dieci di mattina, uno impugna
una mitraglietta; chiedono i documenti di Mohamed. La sorella va a
cercarli in un'altra stanza, sente degli spari, torna all'ingresso
dove c'è il letto del malato e trova il fratello ucciso.
Nel servizio del Mattino firmato dal corrispondente da Arzano Domenico
Maglione e pubblicato nelle pagine della Campania, settore guidato
da Antonino Pane, si parla invece di carabinieri intervenuti
"per sedare una |

Vittorio Barbato e Vincenzo Giuliani
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rissa", del tentativo del giovane poi ucciso "di infilarsi,
armato di coltello, nel letto di una donna con la quale divideva
insieme con altri l'alloggio. Questa, chiaramente impaurita,
incomincia a gridare a squarciagola. Due extracomunitari |
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accorrono in suo aiuto
Nel frattempo,
però, qualcuno attirato dalle urla, avverte con una telefonata
i carabinieri". "I militari - continua l'articolo - fanno
irruzione nell'appartamento cercando, con molta precauzione, di riportare
la calma. Ma Cisse Mamadou ormai è una furia indomabile. Non
vuole sentire ragioni. E brandendo il coltello si scaglia contro uno
dei due carabinieri ferendolo per fortuna in maniera non grave. Dall'arma
di ordinanza impugnata precauzionalmente dal militare, quasi contemporaneamente,
a questo punto, parte un colpo che colpisce l'aggressore". E
ancora: "Bisognerà chiarire quale è stata la scintilla
che ha scatenato l'aggressione di Mamadou nei confronti della donna:
se si è trattato di un tentativo di violenza a scopo sessuale
o se alla base c'erano altri motivi".
L'articolo, scrive nella querela presentata in procura Kadiatou Cisse,
"narra fatti completamente diversi da quelli realmente accaduti
e che in parte appaiono solo frutto della fantasia dell'autore".
"Il diffondersi della notizia di cronaca - continua la sorella
della vittima - ha avuto come effetto che io e la mia famiglia, nei
giorni seguenti alla pubblicazione, venissimo isolati nell'ambito
della nostra comunità. Alla tacita emarginazione si sono aggiunti
episodi di aggressione verbale e fisica, che erano chiara manifestazione
del discredito che ha infangato l'onorabilità |
della mia famiglia. In
particolare, la formulazione di un'ipotesi di un tentativo di
violenza sessuale ai miei danni da parte di mio fratello ha
gravemente danneggiato l'immagine della moralità all'interno
della mia |

Stefano Rodotà e Rossana Rossanda |
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famiglia, inevitabilmente gettando un sospetto
di incesto". E le gravi insinuazioni sul possibile incesto hanno
spinto la Cisse, assistita dall'avvocato Mario Fortunato, a
presentare denuncia sia in prima persona che in quanto sorella di
Mohamed.
Ma come si spiega la differenza profonda tra la versione del quotidiano
napoletano e quella della Cisse? È probabile che l'articolo
del Mattino risenta molto delle notizie fornite da una sola fonte,
i carabinieri. Il 5 giugno il comandante della compagnia di Casoria,
il capitano Emanuele De Santis, e il responsabile della tenenza
di Arzano, il sottotenente Roberto Ragucci, sono in ferie;
Casoria è affidata al vice comandante, il tenente Pietro
Caprio. Secondo tradizione, però, a giugno e oggi sulla
vicenda non ci sono comunicati e non ci sono commenti né da
parte del comandante provinciale, il colonnello Vincenzo Giuliani,
né da parte del comandante regionale, il generale Vittorio
Barbato.
Sull'omicido di Mohamed Cisse sono invece intervenute subito, il 7
giugno, Giulia Casella e Maria Antonietta Rozzera per
conto di Legambiente, Tribunale dei diritti del malato, Tavola per
la convivenza civile e lo sviluppo umano e Pax Christi (vedi il numero
22 di Iustitia
del 14 giugno 2003), |

Luigi Ciotti e Tano Grasso
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con una ricostruzione
puntuale e documentata inviata a esponenti politici nazionali
e regionali e a diversi organi d'informazione.
Pochi giorni dopo un gruppo di associazioni ha dato vita al
Comitato 5 giugno, la |
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data dell'omicidio di Cisse. Tra i promotori
l'ivoriano Abou Soumaoro, responsabile campano del Comitato
immigrati in Italia, Giulia Casella di Legambiente, e Dario Stefano
Dell'Aquila, portavoce di Antigone Napoli, l'associazione nazionale
dei diritti e delle garanzie del sistema penale, che ha avuto tra
i fondatori Stefano Rodotà e Rossana Rossanda.
Il Comitato ha lanciato un appello
per chiedere "la verità sulla morte Mohamed Khaira Cisse",
che ha raccolto decine e decine di firme; tra i primi a sottoscrivere
l'appello il vescovo di Caserta Raffaele Nogaro, il presidente
nazionale di Libera don Luigi Ciotti, il presidente della Federazione
nazionale delle associazioni antiracket e antiusura Tano Grasso
e il presidente campano di Legambiente Michele Buonomo.
Intanto sulla morte tragica di Mohamed va avanti in maniera spedita
l'indagine della procura della Repubblica di Napoli, affidata al sostituto
Luigi Santulli. |
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