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In pensione a 67 anni?
Il giudice decide di no |
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UN GIORNALISTA RAI può rimanere
in servizio per altri due anni dopo avere compiuto i 65 anni canonici
per andare in pensione? Ermanno Corsi, redattore capo ad personam
della sede Rai di Napoli, che l'otto agosto festeggia il compleanno
che lo porta fuori dall'azienda, è convinto di sì. Il
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giudice Anna
Maria Beneduce del tribunale di Napoli ha deciso di no.
Sulla questione, Corsi si è mosso con largo anticipo.
Il 15 ottobre 2003 ha inviato una lettera alla direzione della
Rai per comunicare la sua intenzione di rimanere in servizio
anche dopo i 65 |

Guido Marsiglia, Nunzio Rizzo e Rocco
Truncellito |
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anni, utilizzando la legge (la numero 503
del 1992) che consente ai dipendenti degli enti pubblici non economici
una proroga biennale.
La richiesta di Corsi, se accolta, potrebbe avere ripercussioni fortissime
sull'organico dell'azienda Rai, a cominciare dalle questioni relative
al turn over e al piano di assorbimento delle centinaia di precari
in lista d'attesa. Basti pensare alla situazione della sede di Fuorigrotta
dove aspettano il loro turno Valeria Capezzuto, già
annunciata in entrata dopo il pensionamento di Mastella, Ettore
De Lorenzo, Massimo Calenda, Cecilia Donadio e Adriano
Albano, per limitarsi ai giornalisti che hanno accumulato oltre
mille giorni lavorativi con contratti a termine. Un'attesa che si
prolungherebbe per anni perché non è difficile immaginare
che molti potrebbero imboccare la strada tracciata da Corsi, a cominciare
dai prossimi pensionandi di via |

Valeria Capezzuto, Cecilia Donadio
e Clemente Mastella
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Marconi, che sono Pasquale De Angelis, al traguardo dei
sessantacinque anni nel settembre 2005, Eugenio De Bellis
(novembre 2005) e Federico Ricciuti (febbraio 2006).
Intanto alla richiesta di Corsi i dirigenti della Rai, l'azienda
guidata dal |
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direttore generale Flavio
Cattaneo, hanno risposto a stretto giro, confermando che
il limite dei 65 anni era ed è invalicabile. Corsi ha incassato
e atteso che arrivasse la primavera. A quel punto ha affiancato al
suo abituale legale, Rocco Truncellito, l'avvocato Nunzio
Rizzo. Insieme, il 16 aprile, hanno presentato un ricorso ex articolo
700, cioè con procedura d'urgenza, perché il magistrato
si pronunciasse sulla richiesta del redattore capo ad personam.
Il 3 giugno si è tenuta la prima udienza e il 23 giugno il
giudice Beneduce ha depositato la sua ordinanza, con la quale respinge
la richiesta di Corsi, compensa le spese tra le parti e fissa in tempi
relativamente brevi, il prossimo 29 novembre, la prima udienza per
affrontare il merito della vicenda.
Nell'ordinanza il giudice ha in via preliminare affrontato la questione
dell'eventuale illegittimità costituzionale, dichiarandola
incompatibile con la struttura stesso del ricorso ex articolo 700,
che punta "ad evitare il pregiudizio immanente e irreparabile
anticipando gli effetti della futura pronuncia di |
merito".
"Tale finalità - scrive la Beneduce - verrebbe completamente
disattesa laddove per l'emissione del provvedimento in via cautelare
dovesse attendersi l'esito del giudizio di legittimità".
Le successive tre pagine dell'ordinanza sono |

Adriano Albano, Massimo Calenda e Ettore
De Lorenzo |
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dedicate a smontare le tesi
dei legali di Corsi sulla natura della Rai come ente pubblico non
economico."La Rai - sostiene il magistrato - ha natura di società
per azioni, cosicché essa opera con la logica del profitto
in relazione alla sua natura di società, perseguendo la tipica
finalità imprenditoriale propria della società di capitali".
E poi elenca una serie di elementi a conferma della natura della società:
la giurisprudenza dell'Autorità garante della concorrenza e
del mercato; l'oggetto sociale; la circostanza che lo strumento utilizzato
dal legislatore è la concessione, che è "il tipico
rapporto mediante il quale lo Stato affida a un privato l'attività
necessaria per il conseguimento dei fini di interesse generale collegati
all'esercizio di un servizio pubblico".
Gli ultimi paragrafi sono dedicati a chiarire perché "non
è condivisibile" l'argomentazione dei legali di Corsi
secondo i quali il fatto che la Rai svolge un |

Pasquale De Angelis, Eugenio De Bellis
e Federico Ricciuti
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servizio pubblico ha degli inevitabili riflessi sul piano soggettivo
della natura della società. A questo proposito la Beneduce
cita diverse sentenze della Cassazione e riporta la definizione
della struttura societaria rigidamente fissata dalle leggi via
via approvate in materia: dalla |
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numero 103 del 1977 alla 807
del 1984, dalla legge del '93 fino alla 'Gasparri' del 3 maggio scorso.
Quindi, per ora, la vicenda è chiusa? Assolutamente no, perché
è possibile appellare la decisione sul 700 con il reclamo,
che va presentato entro dieci giorni dalla notifica della decisione
del giudice. E la battaglia sarà ancora aspra perché
i contendenti schierano pool agguerriti. Corsi, come detto, è
assistito da Rocco Truncellito, collaboratore ed 'erede' dello scomparso
Gerardo Vitiello, e da Nunzio Rizzo, dagli addetti ai lavori
considerato un 'winner', legale di imprese, aziende editoriali e giornalisti;
memorabile nel '96 una vittoria ottenuta contro la società
che editava La Città, il quotidiano guidato da Pasquale
Nonno e Antonio Sasso, a favore di una pattuglia di giovani
giornalisti, tra cui Luca Marconi, figlio del giudice Umberto
Marconi, |
attuale dirigente
della sezione lavoro del tribunale di Napoli e negli anni Novanta
potente segretario nazionale di Unicost, la corrente di maggioranza
della magistratura italiana. Per la Rai sono in campo l'avvocato
partenopeo Guido Marsiglia e, con
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Umberto Marconi, Pasquale Nonno e Antonio
Sasso |
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il figlio Claudio, il
professore Renato Scognamiglio, dal 1970 direttore della scuola
di specializzazione in Diritto del lavoro e sindacale dell'università
La Sapienza di Roma e accademico dei Lincei. |
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