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Per Canale 21 pronta
l'istanza di fallimento
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“A FINE APRILE - annuncia la giornalista Brunella Cimadomo - presenteremo l’istanza di fallimento nei confronti degli editori di Canale 21. Un’istanza pronta da tempo, ma che abbiamo rinviato di qualche settimana per la scomparsa di Andrea Torino, il patron dell’emittente”. La Cimadomo ha lavorato dal ’91 al ’96 per la tv ora guidata da Paolo Torino, il figlio di Andrea, che figura anche come direttore responsabile dei servizi giornalistici.
Per ottenere il pagamento delle sue retribuzioni la giornalista, assistita dall’avvocato Marino Maffei, ha avviato nel ’97 una causa di lavoro chiusa, in primo grado, nel marzo 2004 con la sentenza del giudice Paolo Capuano che ha condannato gli editori a pagare ottantamila euro, oltre svalutazione e interessi, e 5650 per spese legali. Dopo la decisione della magistratura i Torino, difesi dall’avvocato Nunzio Rizzo, hanno avviato una serie di contatti
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per una transazione senza mai arrivare a proposte concrete, con la speranza intanto di ottenere la sospensione dell’esecutività della sentenza. Una speranza vanificata nello scorso ottobre dal collegio d’appello della sezione lavoro (presidente Ugo
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Marino Maffei, Brunella Cimadomo e Nunzio Rizzo |
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Vitiello, giudice relatore Maria Rosaria Rispoli) che ha respinto la richiesta, perché , è scritto nell’ordinanza, gli editori non hanno minimamente documentato la situazione sui tre conti correnti di Canale 21 presso San Paolo Banco Napoli, Monte Paschi e Banca di Roma, “né quella complessiva patrimoniale della società”.
Da allora soltanto fumose proposte di accordo e un blitz parziale della Cimadono che si è vista assegnaredal giudice dell’esecuzione Carlo Gagliardi una prima tranche di dodici mila euro, ma il suo credito ha ormai superato i centomila euro. Da qui la decisione, prima del giudizio d’appello fissato per il 3 ottobre 2006 davanti al collegio presieduto da Ugo Vitiello, di presentare l’istanza di fallimento.
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