Rai, il 7 gennaio
esordisce 'Virgilio'

A FINE NOVEMBRE, in concomitanza con la chiusura della Porta di San Pietro, ha terminato il suo ciclo ‘Regioni e ragioni del Giubileo’, la trasmissione di trenta minuti dedicata al 'Giubileo della Misericordia' che è andata in onda il sabato alle 13,25 sulla Terza rete Rai. Dal 3 dicembre doveva partire, stesso orario e stesso giorno, ‘Virgilio’, mezz’ora sul Mezzogiorno e su tutti i Sud, cercando le eccellenze da raccontare, affidata da Vincenzo Morgante, direttore della Tgr, la Testata giornalistica regionale,

alla sede di via Marconi che dovrà pensarla e realizzarla. Un esame più attento della macchina produttiva ha fatto rinviare il lancio; meglio trascorrere in tranquillità le feste di fine anno e poi lanciarsi in nuove avventure. Conclusione: l’esordio è stato rinviato al 7 gennaio e anche il nome non piace più e forse verrà cambiato.
Virgilio’, chiamiamolo così per capirci, sarà il primo programma nazionale realizzato a Napoli dopo la chiusura nel maggio del 2010 di Neapolis, quotidiano

Vincenzo Morgante

sulle nuove tecnologie che andava in onda dalle 15 alle 15,10 dal lunedì al venerdì sulla Terza rete, guidato per oltre dieci anni dal redattore capo Silvio Luise dall’aprile del 2013 in pensione. La nuova trasmissione è affidata al tandem che governa la sede di Fuorigrotta, Antonello Perillo capo e Procolo Mirabella vicario, con uno staff formato dal vice redattore capo Antonio Forni e dai capi servizio Adriano Albano e Marialaura Massa, che sarà la conduttrice.
Tra un mese altri aspetti di ‘Virgilio’ potrebbero cambiare, a cominciare dalla mission della trasmissione ancora fumosa, perché la Rai sta vivendo una fase di grande confusione, accentuata da una situazione politica instabile che vive l’incognita del referendum, e anche i progetti di ristrutturazione profonda dell’azienda sono in stand by. Vedi il ‘Piano editoriale per l’informazione Rai’ elaborato da Carlo Verdelli, nominato un anno fa dal consiglio di amministrazione della Rai direttore editoriale per il coordinamento dell’offerta informativa, e dalla sua squadra. Alle sessanta pagine del Piano, rafforzato da

Carlo Verdelli (*)

una serie di allegati, il settimanale L’Espresso ha riservato un’inchiesta in otto pagine, suddivisa in capitoli e tabelle, e tra queste la distribuzione dei 1.729 giornalisti che lavorano per la Rai.  
C’è spazio per l’analisi e il confronto con le news dei concorrenti e per riflessioni preoccupate e giudizi tranchant sulla situazione di viale Mazzini (“I tempi non stanno cambiando: i tempi sono già cambiati. L’informazione Rai no”).

Un capitolo è dedicato ai tg regionali, con la sottolineatura di alcune realtà negative. Sorprende la mancata citazione della sede di Fuorigrotta, nelle classifiche nazionali ai primi posti per l’organico e agli ultimi per gli ascolti, ma una spiegazione c’è: la scheda è ancora incompleta perché al momento della prima scrittura il collaboratore di Verdelli che si è occupato delle redazioni regionali non aveva ancora studiato e visitato Napoli.


(*) Da www.dagospia.com