Ordine campano,
si ritorna a votare

LA TORNATA elettorale va ripetuta”: il giudice Gian Piero Scoppa, presidente della VII sezione civile del tribunale di Napoli, scolpisce parole nette sulle elezioni tenute in Campania il 24 ottobre 2021 per rinnovare l'Ordine regionale dei giornalisti e i consiglieri nazionali.
In quell’occasione fu impedito il voto a 600 giornalisti professionisti perché non avrebbero comunicato tempestivamente all’Ordine il possesso della pec, la posta elettronica certificata obbligatoria per legge per tutti gli iscritti a un ordine professionale. Contro la violazione del diritto di voto nel novembre 2021 ventisette giornalisti, assisiti dagli

avvocati Luisa D’Alterio e Luigi De Martino del Sindacato unitario giornalisti della Campania guidato dal segretario Claudio Silvestri e dal consigliere Fnsi Gerardo Ausiello, hanno presentato ricorso all’Ordine nazionale che all’unanimità lo ha respinto. Da qui il passaggio alla giustizia ordinaria e la decisione affidata al collegio guidato da Scoppa e formato dai giudici Francesco Paolo Feo e

Carlo Bartoli

Loredana Ferrara con l’integrazione del giornalista professionista Vincenzo La Penna e del pubblicista Riccardo Stravino.
Nelle quattro pagine dell’ordinanza il giudice fa due premesse. La prima: “i ricorrenti lamentano le irregolarità della procedura di rinnovo degli organi dell’Ordine dei giornalisti per la lesione del diritto di elettorato attivo laddove, impedendo l’esercizio del diritto di voto in presenza in mancanza della previa comunicazione dell’indirizzo della posta elettronica certificata, ha introdotto un’ipotesi di esclusione non contemplata dalla legge con alterazione della platea degli ammessi al voto e dei risultati elettorali”. La seconda: “la deliberazione numero 6 del 2022 resa dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti all’esito del reclamo contro le operazioni elettorali si appalesa illegittima nella misura in cui, pur riconoscendo la lesione del diritto di elettorato attivo dei ricorrenti, non ha accolto il ricorso in virtù del superamento della cosiddetta ‘prova di resistenza’ (l’accoglimento del ricorso non comporterebbe una qualche utilità al ricorrente, ndr)”.
Chiarito così il quadro complessivo Scoppa scrive: “invero il bene della vita cui aspirano i ricorrenti non va identificato nella chance di essere eletti, ma nella possibilità di concorrere, con metodo democratico, mediante l’esercizio del diritto di voto, alla regolare elezione del

Luigi De Martino

consiglio regionale dell’Ordine di appartenenza”. Il collegio decide quindi di annullare la deliberazione dell’Ordine nazionale, difeso in giudizio dall’avvocato Gioia Vaccari, e condannarlo al pagamento di 9mila euro di spese legali.
Che succede ora? L’Ordine nazionale, dal dicembre 2021 presieduto da Carlo Bartoli, ha trenta giorni per impugnare l’ordinanza davanti alla Corte d’appello,

altrimenti il provvedimento diventa definitivo, con la convocazione di nuove elezioni o la nomina di un commissario. La palla quindi è a Roma che dovrà decidere sulla eventuale presentazione dell’appello e sulla richiesta di sospensiva dell’esecutività dell’ordinanza, con le relative spese. A livello locale c’è da registrare la dichiarazione del presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli, l’uomo che più si è esposto il 24 ottobre 2021 nell’impedire il voto di centinaia di professionisti e che forse non ha letto con attenzione l’ordinanza firmata dalla VII sezione civile del tribunale di Napoli. “siamo soltanto al primo grado”.