Tgr Rai, Sepe superstar
con 181 servizi nel 2008

TRA LE MILLE voci su ciò che accadrà in Rai quando partirà il vortice di nomine e spostamenti alcune riguardano il responsabile della redazione di Napoli Massimo Milone; una delle più accreditate ipotizza uno spostamento a Roma al Tg1, come vaticanista aggiunto alla struttura che segue la Santa sede, guidata da Giuseppe De Carli, con Fabio Zavattaro e Aldo Maria

Valli. Del resto, sul fronte Chiesa, Milone vanta credenziali ‘notevoli’.
Da quando nel luglio 2003 Milone ha preso il posto di Giuseppe Blasi, la curia di Napoli con il cardinale Michele Giordano prima e, dal maggio 2006, con Crescenzio Sepe è una


Pancho (Francesco) Pardi (*) e Sergio Zavoli

presenza assidua del tg campano, che è via via lievitata fino a raggiungere nel 2008 un primato straordinario: 181 tra interviste e servizi dedicati al cardinale. Il dato si riferisce soltanto alle iniziative di Sepe e non tiene conto dei tanti servizi dedicati a parrocchie, sacerdoti, università pontificia e le tante facce della chiesa napoletana e campana. Per dare un’idea delle decine di altri servizi su curia e dintorni è sufficiente un esempio: il 20 settembre scorso c’è l’intervista a Sepe sul museo diocesano di Donnaregina, ma vanno anche in onda una marcia a Pietrelcina e il pellegrinaggio di gruppi religiosi a Pompei per l’Inno a Maria. L’attenzione di Milone, e del suo staff, verso il cardinale Sepe è spasmodica, mentre la tensione talvolta cala anche se c’è da affrontare notizie importanti, spesso gravi, in alcuni casi drammatiche. Basta citare soltanto qualche caso per averne conferma.
È il 26 gennaio 2005, l’Italia per tre giorni si spacca in due all’altezza di Atena Lucana, piccolo comune salernitano di poco più di duemila anime, al confine con Basilicata e Calabria; la neve paralizza l’autostrada Salerno-Reggio Calabria con file interminabili di auto e camion, l’Anas che gestisce l’autostrada istituisce a Roma un centro nazionale per l’emergenza, deve intervenire la protezione civile per evitare assideramenti e reperire alloggi per


Giuseppe Blasi e Michele Giordano

la notte. Accorrono con ogni mezzo inviati da tutt’Italia; anche la piccola redazione Rai di Potenza, guidata da Renato Cantore, si mobilita e copre la notizia con un telecineoperatore e tre inviati. Da via Marconi non si muove nessuno; saranno stati fuorviati dal

nome del comune: Atena Lucana. “Quando dopo i primi due giorni di bufera – confessò allora a Iustitia uno degli anziani della redazione – ho visto al Tg 1 delle 20 le testimonianze raccolte dall’inviata Elisa Anzaldo, mentre noi mezz’ora prima al Tgr campano eravamo rimasti muti, io mi sono vergognato”.
Non trascorrono neanche due settimane e il 7 febbraio a Fuorigrotta, il quartiere di Napoli che ospita la Rai, si rompe una condotta dell’acquedotto; risultato: vengono sospese le corse della metropolitana, c’è la deviazione per i treni per e da Roma che utilizzano la linea dei Campi flegrei, un palazzo viene sgomberato dai vigili del fuoco e si allaga una sala bingo, restano senza acqua fino a notte fonda migliaia di persone nell’area che da Fuorigrotta arriva a Pozzuoli. Per girare le immagini viene inviato il tco Claudio Ciccarone, ma il suo lavoro rimane in archivio perché i responsabili della redazione hanno cose più importanti da fare e dimenticano di assegnare il servizio. Nei tgr non c’è traccia del quartiere in tilt, ma decine di migliaia di automobilisti vengono a sapere dell’allagamento quando la sera si dirigono verso lo stadio San Paolo

per vedere la partita Napoli-Reggiana o al Palapartenope per assistere al concerto di Franco Battiato.
E siamo a domenica 30 aprile 2006. A Ischia alle 9 di mattina una frana fa quattro vittime, il cuoco Luigi Buono e le sue tre figlie, Anna, Maria e


Elisa Anzaldo e Renato Cantore

Giulia, e nove feriti. Alle 13 il Tg 2 manda in onda il servizio di Gabriella Fancelli che si limita a leggere le agenzie e ha alle spalle una cartina dell’isola. Un’ora prima Paolo Chiariello ha informato i telespettatori di Sky Tg 24 con un servizio completo da Ischia con immagini e testimonianze così come è completo alle 13 il collegamento di Annamaria Chiariello che per il Tg5 intervista tra le macerie soccorritori e vigili del fuoco in lacrime. Le prime immagini Rai sulla tragedia arrivano al Tg1 delle 13,30 soltanto perché l’allora tco Enrico Deuringer è a Ischia per motivi privati. Va detto che se per Ischia non scatta la mobilitazione, una copertura adeguata era stata predisposta dai vertici della redazione di Fuorigrotta per un altro avvenimento, la partita tra Napoli e Frosinone al San Paolo affidata a tre redattori: Salvatore Biazzo, Gianfranco Coppola e Rino Genovese.
La sera di giovedì 18 settembre 2008 nella zona di Castelvolturno gruppi di fuoco della camorra uccidono prima un italiano, titolare di una sala giochi di Baia Verde, e poco dopo crivellano con 130 colpi di kalashnikov e pistola sei


Franco Battiato e Claudio Ciccarone

africani. Il giorno dopo esplode la rabbia delle migliaia di immigrati che abitano nella zona. Sul litorale domizio arrivano gli inviati di tutte le testate nazionali, cartacee e televisive, e sabato 20 i giornali aprono sulla rivolta di Castelvolturno. Milone invece il 20

settembre prepara una scaletta diversa per i suoi uomini prevedendo quattordici servizi: sei riservati alla politica, con doppia copertura della festa del Pdl a Telese e del Pd alla Mostra d’Oltremare, poi spazio ai Radicali e al Movimento per l’Autonomia; quindi il Real sito di Carditello, un concerto della Fondazione Mondragone, una gara di go kart per disabili ad Avellino, convegni di chirurgia plastica a Salerno e di Odontoiatria a Grottaminarda, una marcia a Pietrelcina (il paese dove è nato Padre Pio), il museo diocesano a Donnaregina, un pellegrinaggio di gruppi religiosi per l’Inno a Maria a Pompei, dove è atteso Rocco Buttiglione, fratello di Angela, direttore della Tgr, la testata giornalistica regionale, da cui dipende la sede Rai di Napoli. Niente per la strage di Castelvolturno, né una troupe, interna o d’appalto, né un cronista.
Nei 181 servizi mandati in onda dal servizio pubblico il cardinale di Napoli è una sorta di Snoopy, con una differenza: la matita di Charles Schulz viene sostituita da Massimo Milone (una ventina di servizi tra firmati e redazionali), e da un’intera redazione che lo segue (in testa Adriano Albano e Annalisa Angelone con venti servizi): benedice gli ammalati, bacia la terra a Scampia, accarezza i poveri, stringe le mani ai fedeli, serve piatti a tavola ai poveri, alle 7 del 24 dicembre dà il buongiorno ai napoletani dagli schermi Rai (servizi 22,

67, 138, 163, 177 e 178); va a Carinaro (dove è nato), Casal di Principe, Casoria (qualche mese dopo lo imiterà Berlusconi), Pompei, Salerno, Serino, Villaricca e al Cis di Nola, (32, 45, 50, 51, 69, 75, 85, 111); da premiato e da premiante non trascura i


Annamaria Chiariello e Paolo Chiariello

premi: Arycanda, Gerbera gialla, Napoli città di pace, Penisola Sorrentina, Rotary, San Gennaro, Valitutti (51, 61,77, 97, 111, 112, 136, 137); vola a Cipro, a Mosca, a Gerusalemme (17,100, 101, 117); gira senza sosta la città: camera di commercio, consiglio regionale, Forcella, ospedale Annunziata, piazza del Carmine, piazza del Plebiscito, Rione Sanità, San Carlo, sede Anm, sede Circumvesuviana, stadio Collana, Unione industriali, università Parthenope, via Petrarca, Poggioreale con doppia visita: ai defunti e ai detenuti (6, 10, 13, 21, 40, 42, 46, 63, 66, 80, 82, 110, 128, 145, 150, 151, 180); organizza un’asta di beneficenza e i cittadini che pagano il canone si beccano nell’arco di diciassette giorni venti servizi e spot martellanti (123, 124, 126, 130, 132, 134, 135, 139, 142, 143, 144, 146, 147, 152, 153, 155, 156, 157, 158, 159); scrive un libro, ‘Non rubate la speranza’, e i telespettatori vengono colpiti da nove servizi, con resoconti delle presentazioni che spaziano da Roma a Positano, a Cortina d’Ampezzo, e con il coinvolgimento, a vario titolo e in occasioni diverse, di papa Ratzinger, Napolitano, Berlusconi, Augias, Bondi, Orfeo e Gianni Letta (56, 57, 58, 71, 79, 87, 104, 105, 176).
La lettura dell’elenco di una parte dei servizi vi ha stremato? Pensate allora a chi, in attesa di ascoltare qualche notizia, li ha dovuti subire in silenzio. E in silenzio sulla valanga Sepe sono stati anche il cdr e la redazione. Uno dei pochissimi a rompere il muro e a far sentire la sua voce sui meccanismi perversi che regolano in Rai, e in modo particolare a via Marconi, i rapporti con i poteri (politici, chiesa, università, associazioni, ospedali), sia quando era in servizio che quando nel 2007 ha lasciato la redazione di Fuorigrotta, è stato


Angela Buttiglione e Rocco Buttiglione

Felice Piemontese.
"Con Milone – dichiarò due anni fa a Iustitia Piemontese, giornalista in pensione dopo dodici anni di Unità e diciannove di Rai – certe tendenze (della gestione Blasi, ndr) sono diventate degenerazioni, con una predominanza assoluta di politici e

politicanti. Il tutto condito da un decisionismo privo di fondamento, che non riesce a incidere su niente. E la politica onnivora controlla assunzioni e promozioni”. E continuava: “In Rai la tendenza alla marchetta è radicata, ma in quasi tutte le realtà viene mantenuta entro limiti fisiologici; a Napoli no. La ‘rottura’ tra la redazione e la notizia libera spazi via via crescenti per servizi ‘privati’ o di scarsissimo interesse. Con Milone si è definitivamente rovesciato il meccanismo tradizionale: prima si davano le notizie e nello spazio residuo si piazzavano i servizi minori o ‘privati’; oggi la griglia si costruisce sui servizi minori o ‘privati’ con le notizie costrette a occupare gli spazi residui o ad andare in onda con giorni di ritardo o a saltare”.
Che difesa ha il telespettatore alla ricerca di una dignitosa informazione regionale, dal momento che le tv locali in pochi casi riescono a offrire un’alternativa decente? Abbiamo girato la domanda a Pancho (Francesco) Pardi, pisano di sessantaquattro anni, professore associato di Analisi urbanistica, senatore dell’Italia dei Valori, componente delle commissioni Affari costituzionali e Vigilanza Rai.
“Sul ruolo e sul peso della Chiesa – risponde Pardi - le racconto un episodio: faccio parte della commissione Affari costituzionali e durante la discussione sul testamento biologico ho ritrovato una proposta presentata dal centro destra nel 2005, primo firmatario il senatore Antonio Tomassini. È una proposta discreta che avremmo potuto condividere. Ho chiesto a un parlamentare ragionevole del Partito della libertà cosa fosse cambiato in questi quattro anni.

Alzando gli occhi al cielo, mi ha risposto: “Allora il Tevere era più largo”. Per quel che riguarda invece i mezzi di difesa del cittadino nei confronti dell’informazione fornita dal servizio pubblico quando viene gestita in maniera ’privata’, devo dire che non ho la fantasia


Felice Piemontese e Charles Schulz (**)

per proposte costruttive. Sono componente della commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, presieduta da Sergio Zavoli, e non voglio essere del tutto pessimista. Lavoriamo e tra un anno facciamo un bilancio. Oggi però per il cittadino vittima di un’informazione incompleta e sbilanciata vedo soltanto difese di arretramento: non pagare il canone, ma non è una strada percorribile, o spegnere la televisione”.

(*) Da www.emidio_pandozzi.it
(**) Da wisdomportal.com