Mattino, va a sentenza
la bancarotta Diffusione

PROCEDONO CON velocità diverse i giudizi civile e penale scaturiti dalla bancarotta della Diffusione napoletana, la società che ha distribuito il Mattino fino al 31 luglio del 2001, giorno in cui ha passato il testimone a Intramedia, costituita un mese prima dai figli dei titolari di Diffusione napoletana, dichiarata fallita il 13 marzo 2002.
Sul versante civile è in dirittura d’arrivo il giudizio promosso dalla curatore fallimentare Giuseppe Savona, con l’assistenza dell’avvocato Paolo Piazza,

nei confronti di Intramedia e del Mattino. Al centro del processo il ‘contratto di estromissione’ con il quale Intramedia subentra alla vecchia società e si accolla il debito che questa ha maturato nei confronti del Mattino. Il giudice della settima sezione civile del tribunale


Massimo Garzilli e Giuseppe Savona

di Napoli Ugo Candia ha mandato in decisione la causa e la sentenza verrà emessa a luglio o, più probabilmente, a settembre. Il nodo è nelle somme ricavate dalla vendita dei giornali che gli edicolanti hanno dato a Intramedia e che questa società ha girato a imprenditori amici (Cristiano, Umberto e Vincenzo Ingegno) che le hanno versato su propri conti correnti per ottenere assegni circolari consegnati al Mattino come pagamento dei debiti accumulati da Diffusione napoletana nei confronti del giornale. Se il giudice Candia riterrà fondate le tesi dell’avvocato Piazza, Intramedia e il Mattino verranno condannati a risarcire la curatela. Chi ha già cominciato a pagare sono gli Ingegno, condannati in primo grado nel 2008 dal presidente della sezione fallimentare Vito Frallicciardi a versare alla curatela 300mila euro perché gli assegni girati al Mattino sono stati ritenuti dei pagamenti. I tre imprenditori hanno chiesto e ottenuto dal tribunale fallimentare una transazione e stanno ora


Salvatore Conforti e Vito Frallicciardi

versando a rate la metà della somma.
Va intanto avanti il processo penale per bancarotta preferenziale che vede tra gli imputati Massimo Garzilli, direttore amministrativo del Mattino nel 2001 e, di fatto, anche oggi, nonostante risulti in

pensione dal gennaio 2008 e figuri come consulente. L’udienza fissata per il 22 aprile è saltata perché il collegio B della sesta sezione penale, presieduto da Sergio Aliperti, con giudici a latere Serena Colleto e Ornella Baiocco, ha dovuto occuparsi del processo ai clan camorristici del Vomero.
La nuova udienza è stata fissata per il primo luglio quando verrà ascoltato Roberto Giordano, il consulente della Procura per i bilanci delle società coinvolte nella bancarotta, mentre tra i testi già sentiti ci sono il commercialista Stefano Vignone, consulente della Procura, e, citato da Garzilli, l’ex direttore commerciale del Mattino Salvatore Conforti.