SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

A seguito di richiesta di giudizio nei confronti degli imputati,era fissata udienza preliminare, nel corso della quale, costituite regolarmente le parti come da verbale, gli imputati personalmente o tramite i procuratori speciali richiedevano il giudizio abbreviato ex art 458 cpp, che era ammesso, fissandosi  più udienze camerali per la trattazione; nel corso di esse le parti stesse erano invitate alla discussione, che i PPMM svolgevano alle udienze del 27.10.08, 2.12.08, 9.2.09, 9.3.09, 11.5.09 ed difensori delle parti in quelle successive, concludendo come dai rispettivi verbali e note depositate ; infine all’udienza odierna dopo una breve replica del PM e conseguenti ulteriori osservazioni difensive, sulla base delle suindicate conclusioni, il Giudice leggeva il dispositivo.

MOTIVI DELLA DECISIONE

PREMESSA

Il presente processo riguarda la perpetrazione di più illeciti di frode sportiva posti in essere - a tenore d’Accusa - da numerose persone tramite la realizzazione di un’associazione per delinquere riccamente articolata, estesa ed operante in tutto il territorio nazionale che, attraverso l’apporto di più soggetti attivi in diversi settori, tutti a vario titolo incidenti con il mondo del calcio, ha avuto lo scopo di condizionare il campionato di calcio 2004/ 2005, contribuendo in misura significativa a determinarne le sorti.
Sembra opportuno a chi scrive premettere qualche brevissimo cenno sulla dimensione e natura del fenomeno calcio, poiché, secondo qualche osservazione e suggestione difensiva, che appare meritevole di risposta, i fatti su cui è necessario giudicare non avrebbero meritato l’attenzione della giustizia penale a causa della loro secondarietà rispetto agli interessi primari (vita umana, patrimonio, ordine pubblico, corretto funzionamento degli Enti Pubblici e via via tutti gli altri sottesi alla legislazione penale) che in genere sono tutelati dalle norme incriminatici.
 In proposito non si vuole formalisticamente richiamare la positiva sussistenza del reato di frode sportiva nell’ordinamento penale, che appare - per i motivi sui quali ci si diffonderà in seguito - ben attagliarsi anche ai casi di cui ci si occupa, ma piuttosto rilevare l’importanza del calcio, inteso non solo come vicenda sportiva, nella civiltà globalizzata del post 2000 e nella società e nella considerazione della pubblica opinione in particolare di quella italiana.
Sul punto, senza dilungarsi in riflessioni che non competono alla funzione esercitata da chi scrive, è necessario e sufficiente richiamare alla mente il dato poco contestabile che il calcio è lo sport più popolare nel pianeta e sicuramente in Italia, dove trova radici antiche appartenendo al costume del Paese; si tratta, invero, di una profonda passione collettiva che coinvolge milioni di persone di ogni ceto, formazione ed orientamento politico, che vi spendono parte del loro tempo e delle loro energie ed al quale, tra l’altro,  si è rivolto  più volte anche il mondo culturale,  dedicandovi  libri, film, canzoni e poesie.
  Questo sport è stato costantemente oggetto di attenzione da parte dell’informazione, della politica, del mondo imprenditoriale e, come emerge anche dagli atti processuali, ha fortemente interagito con questi settori della vita pubblica, talvolta essendone strumentalizzato talaltra diventandone protagonista.
Né può dimenticarsi la positiva funzione di divertimento individuale e collettivo che - soprattutto in passato - aveva il calcio, alimentando sogni personali e di intere comunità o quella - di certo non più presente oggi - in qualche misura catartica di reciproche animosità e violenze.
Per andare ad argomenti più prosaici, ma sicuramente preminenti nell’attuale assetto dei rapporti all’interno del mondo calcistico, deve darsi il giusto rilievo all’enorme flusso di denaro che ruota intorno al calcio, che, soprattutto negli anni recenti, ne costituisce ormai l’aspetto di maggior significato e che ne è diventato sostanzialmente il motore.
Sul punto basti ricordare le dichiarazioni rese nel presente processo dal Presidente di Lega Galliani, che quantificava in circa ottocento milioni di euro l’ammontare degli introiti che le società calcistiche di serie A e B, all’epoca dei fatti, avevano ricevuto dalla vendita dei diritti televisivi  e che - in modo diseguale - dovevano dividersi.
Per citare un dato più impressionante - anche se non ancora attuale ma dell’imminente futuro - e che serve a comprendere il peso economico finanziario che in questi anni ha assunto il settore, va ricordato che per i campionati di calcio 2010/11 e 2011/12, le sole società di serie A hanno venduto i propri diritti televisivi per la somma di 570 milioni di euro a campionato. Questa sbalorditiva quantità di denaro non esaurisce certo il fatturato del settore, che si alimenta anche del provento dei biglietti per le partite allo stadio, dei ricchi contratti di sponsorizzazione, della produzione e vendita - sovente molto ben organizzata - di gadgets delle diverse società e che ispira anche un certo movimento turistico legato allo svolgersi di match all’estero.
Pur non avendo dati precisi, del resto non rilevanti in questa sede, non si è lontani dal vero se si afferma che il calcio costituisce per fatturato una delle più importanti attività imprenditoriali del Paese.
Del resto le società che si occupano di calcio, per gestire al meglio le proprie attività, si sono date ormai da anni la forma della società per azioni ed alcune di loro da qualche tempo sono quotate in borsa.
Dunque se questo è lo spessore degli interessi, umani, sociali, culturali e patrimoniali, su cui il fenomeno calcio agisce e che lo animano, non appare un fuor d’opera l’attenzione che l’AG penale ha dovuto dedicargli,essendo questa la sua naturale funzione quando determinati beni, il cui valore è riconosciuto dai più, oltre che dalla norma penale, sono pregiudicati o posti in pericolo.  

Fatta questa premessa ed ai fini della migliore comprensione dei fatti, notevolmente complessi, ed in considerazione della peculiarità della materia, appare necessario chiarire il ruolo e la natura di taluni Enti che governano il mondo del calcio o in ogni caso sono vi sono  inseriti con compiti di rilievo, poiché anche di essi e dei loro dirigenti si tratta nel materiale probatorio.
In particolare la Federazione Italiana Giuoco Calcio – FIGC - è l’associazione delle società calcistiche, riconosciuta con personalità giuridica di diritto privato, che per Statuto ha lo scopo di promuovere e disciplinare il gioco del calcio e gli aspetti ad esso connessi. Questo ente ovviamente ha propri organi direttivi tra cui, per quanto qui rileva, il Presidente ed il suo Vice, l’Assemblea, il Consiglio Federale, e Uffici investigativi che devono occuparsi di eventuali illeciti disciplinari compiuti dai tesserati nella dimensione agonistico - sportiva e nelle attività loro connesse.
La Lega delle società professionistiche – Lega Calcio - è l’Associazione delle società che si avvalgono delle prestazioni di atleti professionisti, che nell’ambito della FIGC gode di una sua autonomia avendo propri organi direttivi, tra cui il Presidente ed il Consiglio Federale e che di fatto rappresenta e tutela gli interessi delle società di calcio.
L’Associazione Italiana Arbitri – AIA – è l’associazione che, nell’ambito della FIGC, riunisce tutti gli arbitri e provvede al reclutamento, alla formazione all’inquadramento ed all’impiego degli stessi; quanto alla potestà disciplinare va rimarcato che gli arbitri sono sottoposti a quella degli organi della giustizia sportiva della FIGC per violazioni di norme federali; organi direttivi dell’AIA sono, per quanto qui di rilievo, il Presidente nazionale e la CAN (commissione arbitri per i campionati di serie A e B); il primo rappresenta l’AIA nei rapporti con la FIGC e con tutte le sue componenti, nonché nei confronti dei terzi, la seconda  provvede alle designazioni arbitrali per le gare organizzate dalla Lega Professionisti, funzioni demandate a due designatori all’epoca dei fatti. 
Come si avrà modo di osservare, non solo alcuni degli esponenti di tali organi compaiono con assiduità nei documenti processuali ma le importanti vicende che, nel corso del 2004 e 2005, riguardarono la Federazione e la Lega, che elessero in tale periodo i rispettivi Presidenti, si intrecciarono con quelle sportive, in una certa misura influenzandosi a vicenda.
D’altra parte alcuni degli imputati come Giraudo e Lanese - per riferirsi solo a quelli di questo processo -  essendo il primo consigliere federale ed il secondo Presidente dell’AIA, ebbero modo di prendere parte agli illeciti anche grazie alle cariche ricoperte, talvolta proprio in virtù di esse, come si annoterà in seguito in specie per Lanese.
Risulta utile sintetizzare anche l’inquadramento nell’ordinamento interno ed il ruolo degli arbitri e dei loro assistenti; ai primi, in collaborazione con i secondi, è affidato il compito di assicurare il controllo della gara, esercitando i poteri conferiti dalle disposizioni federali e dalle regole del giuoco, nonché di stilare un rapporto sulla gara; completa l’organico degli addetti alla gara la figura del quarto ufficiale, che a sua volta, se necessario, coopera con la terna arbitrale.
A valutare l’opera di arbitro ed assistenti per ciascuna partita loro affidata è designato un osservatore, che deve relazionare sui comportamenti  di conduzione e direzione della gara attribuendo a ciascuno un giudizio, sintetizzato in un voto;  la votazione così espressa, insieme a quella dei commissari della Can, concorre a formare una graduatoria di merito che è tenuta presente ai fini della carriera di ciascun ufficiale di gara.
E’ necessario sapere, altresì, essendo questa fase rilevantissima per la comprensione dei fatti oggetto di decisione, oltre che per la loro valutazione, che l’assegnazione di una partita di calcio ad un determinato arbitro all’epoca avveniva per sorteggio, governato da regole piuttosto complicate; di queste è necessario, al momento, riportare solo quella che prevedeva la divisione delle 21 partite di serie A e B in tre fasce, secondo un criterio tecnico di omogeneità, ciascuna composta come minimo da tre gare ed abbinata ad un numero di arbitri pari a quello delle gare. 
Gli assistenti, invece, erano designati direttamente dall’Ufficio dei designatori, formalmente in persona di Mazzei, vice commissario Can ma, per concorde ammissione di tutti gli interessati, oltre che per come emerso dall’indagine, le scelte di costui erano sostanziosamente modificate dai Commissari designatori Bergamo e Pairetto.
A proposito di questi ultimi, i cui nomi compaiono mille volte negli atti del processo proprio a causa del ruolo ricoperto, vale la pena ricordare che erano gli incaricati del delicato compito di formare le fasce delle partite e degli arbitri da abbinare ( quasi sempre chiamate “griglie” dagli addetti ai lavori), e di gestire materialmente l’esecuzione del sorteggio; per questo ruolo, lungamente ricoperto, e per la loro qualità di commissari avevano un grandissimo peso nell’intero settore, non solo arbitrale.
Il rapporto tra i designatori ed i direttori di gara era alimentato anche dai raduni - di regola quindicinali - che gli appartenenti alla categoria facevano nel Centro Tecnico di Coverciano, ove erano tenute riunioni di lavoro, anche con riguardo a casi concreti verificatisi durante gli incontri di calcio precedenti e che servivano alla migliore formazione degli arbitri, essendo, all’evidenza, anche un momento di contatto diretto tra i designatori e gli ufficiali di gara e, come si desume dall’indagine, di possibili indicazioni dai primi verso i secondi.
Poiché negli atti più volte emerge il tema, è di fondamentale importanza segnalare che la  progressione in carriera di arbitri ed assistenti dipendeva in gran parte dalle valutazioni dei designatori; costoro, infatti, tramite l’assegnazione di partite di maggiore o minore prestigio, la sospensione dall’arbitraggio per uno o più turni, la degradazione al ruolo di quarto arbitro e la redazione di note caratteristiche a fine campionato, in sostanza potevano determinare la loro sorte professionale, essendo ad es. molto ambita la promozione ad arbitro internazionale; l’ampia discrezionalità di cui godevano i designatori nel prendere tali decisioni rendeva i loro giudizi  pesantemente incidenti nella vita “lavorativa” di ciascun ufficiale di gara.
Il sistema, dunque, sembrava fatto apposta per ottenere comportamenti conformi ai voleri dei vertici.
Per la piena intelligibilità delle complesse vicende oggetto del processo deve ancora tenersi presente che nel corso di quel campionato di calcio non solo – come accennato -  vi furono le elezioni del Presidente della Figc e della Lega - avvenute rispettivamente nel Febbraio e Marzo 2005 - che furono ovviamente precedute da lunghe trattative per trovare non facili accordi sui nomi dei dirigenti, ma, a rendere ancor più complicata la gestione dell’intero settore, era in discussione anche la riconferma o meno del ruolo e delle persone dei designatori.
Tali importanti eventi si realizzarono, confermandosi la nomina di Carraro quale Presidente Figc e di Galliani quale Presidente di Lega ma gli avvenimenti di quel periodo furono orientati anche dalle aspettative, dagli interessi, dalle alleanze che nacquero e si alimentarono intorno ad essi; naturalmente l’indagine, che già si svolgeva tramite intercettazioni dei telefoni di molti degli interessati, ne colse in pieno e ripetutamente lo svolgersi ed il loro accertamento non è di secondaria importanza per la migliore ricostruzione dei fatti storici.
Deve, ancora, chiarirsi - sia pure sommariamente - il ruolo svolto dai media nel mondo calcistico, il cui andamento sovente è tutt’oggi influenzato, ed in misura che appare superiore a quella esercitata in altri campi - dalle prese di posizione dei giornali,  delle trasmissioni televisive e dei giornalisti che animano, e talvolta  agitano,  gli uni e le altre. Va, invero, osservato che una peculiarità del comparto sembra essere lo speciale peso che è attribuito dagli operatori del settore di ogni livello alle opinioni espresse dai commentatori, in special modo quelli televisivi, i cui pareri, amplificati da programmi ad hoc, assumono grande rilievo anche in vista di scelte importanti ; in questo quadro una valenza specifica rivestono le disamine delle decisioni arbitrali durante le partite, che sono studiate attentamente tramite immagini rallentate e viste e riviste, dando così la stura ad ogni possibile interpretazione circa i comportamenti degli ufficiali di gara; costoro, di conseguenza sono additati all’opinione pubblica calcistica come da “condannare” o da “assolvere” in relazione ad una determinata direzione di partita, essendo dette valutazioni - come emerge dagli atti - tenute in gran conto da tutti gli addetti ai lavori.
Un puntuale riflesso di quanto appena scritto si trova nelle indagini, nelle quali compaiono direttamente e/o indirettamente, anche un buon numero di giornalisti sportivi - alcuni indicati anche in imputazione sub A) - coinvolti nelle vicende in esame con particolare riguardo al ruolo cui si è accennato, oltre che per quello di critici della materia, fino ad assumere uno la veste di imputato ed un’altra quella di parte civile.  
Prima di iniziare ad addentrarsi nello specifico del materiale probatorio vale la pena, per motivi di ordine e chiarezza della motivazione, ricordare che ha scelto il rito abbreviato un buon numero di imputati, 11 sugli originari 37 per i quali fu richiesto il giudizio, dei quali sei incolpati dei reati di associazione a delinquere e frodi sportive e 5 solo di frodi sportive. Naturalmente, in ragione della natura associativa del reato di cui al capo A) e della connessione sostanziale e processuale ravvisabile tra le posizioni degli imputati da giudicare secondo il rito semplificato e quelle degli altri rinviati a giudizio, anche con riguardo ai delitti di frode, questo Giudice deve necessariamente esaminare anche le condotte e/o porzioni di condotte di imputati che non compaiono nel presente processo.
Per quanto utile si riporta lo schema degli imputati e delle imputazioni oggetto di questo giudizio:
Imputati di 416 cp e frodi sportive.
1)Giraudo, 416 cp, frodi capi b); e);f);q); z); a3)
2)Lanese,   416 cp
3)Baglioni, 416 cp, frodi capi f); a3)
4)Cassarà,  416 cp
5)Gabriele, 416 cp
6)Pieri        416 cp. frodi capi d); i) a8)
Imputati di sole frodi sportive.
7) Dondarini               frodi capi f); a5)
8) Foschetti               “        capo q)
9) Rocchi                    “      capo u)
10) Messina                 “      capo v)
11)  Griselli                  “     capo a10)
Essi sono : l’amministratore delegato della società di calcio più prestigiosa e tra quelle di più solida tradizione (Giraudo), il Presidente dell’AIA - Associazione Italiana Arbitri - a sua volta ex arbitro, ( Lanese) gli arbitri all’epoca in servizio Pieri, Dondarini, Rocchi, Cassarà, Gabriele, Messina, nonché gli assistenti - una volta denominati guardialinee – Baglioni, Foschetti, Griselli.
Per la migliore comprensione della motivazione è giusto dare qualche cenno anche su alcuni degli altri imputati, non presenti in questo processo ma la cui posizione deve - come accennato - necessariamente essere esaminata.
Tra questi Moggi, principale imputato e dirigente della dedotta associazione per delinquere a tenore d’accusa, direttore tecnico della Juventus e che per questo da lunghi anni cooperava con Giraudo, profondo conoscitore di tutte le cose del calcio, fornitore – come si scriverà - delle schede riservate, gran parlatore e grande utilizzatore di telefoni cellulari segreti e no, rinviato a giudizio per associazione per delinquere e frode sportiva
I fratelli Della Valle, amministratori della Fiorentina, all’epoca dei fatti entrati nel mondo del calcio da non molto e portatori, in un primo periodo, di un’istanza di rinnovamento, rinviati a giudizio per frode sportiva.
Bergamo ( talvolta detto Triglia) e Pairetto ( talvolta detto Pinochet o, meno grevemente, Pinocchio), dei quali già si è tratteggiata la figura, designatori degli arbitri da lunghi anni e, per questo, uomini in posizione di preminenza nel settore ma alle prese con il ( per loro) preoccupante problema di essere prossimi alla scadenza dell’incarico,rinviati a giudizio per associazione per delinquere e frode sportiva.
Massimo De Santis, arbitro di primo livello, molto probabilmente all’epoca destinato a rappresentare la categoria per l’Italia ai Mondiali di calcio dell’estate 2006, secondo più elementi di indagine vicino alla Juventus, rinviato a giudizio per il delitto di associazione per delinquere e frode sportiva.
Mariano Fabiani, direttore sportivo del Messina, uomo molto vicino a Moggi, rinviato a giudizio per il delitto di associazione per delinquere e frode sportiva.
Franco Carraro, Presidente della FIGC in carica e riconfermato nel periodo in esame, originariamente imputato di frode sportiva e prosciolto in udienza preliminare.
Innocenzo Mazzini, Vice Presidente Figc, che emerge come una figura centrale nella gestione delle cose del calcio e in ottimi, frequentissimi e significativi rapporti con tutte le persone di peso del settore, rinviato a giudizio per il delitto di associazione per delinquere e frode sportiva.
Maria Grazia Fazi, segretaria della FGCI da molti anni - anche se all’epoca dei fatti non risulta chiaro quale fosse il suo inquadramento formale nell’ente - ed in ogni caso, in virtù dell’impiego avuto, persona a conoscenza di molte precedenti vicende dell’ambiente e strettamente collegata a Bergamo, rinviata a giudizio per il delitto di associazione per delinquere.
Adriano Galliani - estraneo alle imputazioni ma qui citato solo per il suo ruolo e per essere più volte menzionato in atti - Presidente della Lega Calcio ed esponente di rilievo del Milan, anch’egli riconfermato nel periodo in esame.
Appare, altresì, opportuno, al fine di cui sopra, fornire qualche informazione sulla vicenda sportiva, il cui evolversi fu influenzato dai comportamenti degli imputati, facendo nel contempo loro da sfondo.
In quel campionato, come in genere nel periodo, le due squadre che si contendevano il titolo erano la Juventus ed il Milan, notoriamente espressione di gruppi imprenditoriali di assoluto rilievo, e dotate di corrispondenti risorse finanziarie, molto attrezzate tecnicamente, che verso la fine del campionato per più settimane si trovarono testa a testa, facendosi più aspro il confronto sui campi e più intense le attività parallele organizzate dagli imputati; altre squadre, le cui vicissitudini pure sono oggetto del processo, furono la Fiorentina e la Lazio, entrambe di buon valore tecnico-societario ma nella stagione in esame poco fortunate quanto a risultati sul campo e non solo.            

La scelta dell’Africa come sede del prossimo campionato mondiale non appare casuale ma legata anche a fini di possibile emancipazione di quel continente.

Secondo un’autorevole opinione appartenente al giornalismo sportivo, il calcio era metafora della guerra, nella quale le squadre in campo rappresentavano i contrapposti eserciti schierati a difesa delle rispettive città-comunità, rappresentate dalle due porte.Si pensi ad es che in Spagna durante il lungo periodo franchista la squadra del Barcellona era considerata “l’esercito non armato della Catalogna”, regione con forte tendenza autonomista e per questo contrapposta al potere centrale, tra l’altro molto accentratore, la cui  espressione calcistica secondo molti era,invece la squadra di Madrid.

Questa informazione è notoria ed è stata ripubblicata dai giornali nazionali tra l’altro il  5 Novembre 2009  a seguito della decisione di un giudice civile che, accogliendo il ricorso cautelare di una società televisiva, ha bloccato la procedura d’asta  sui diritti televisivi satellitari oramai aggiudicata, per una dedotta violazione della legge del 1990 sulla concorrenza. 

Un elenco delle regole è contenuto nell’info 2 Nov 2005 – pag 9.

Questo accertamento è stato alla base del proscioglimento di Mazzei all’esito dell’udienza preliminare, con pronuncia definitiva.

Risulta dagli atti che i due designatori furono nominati nel 1999, essendo stati proposti da due gruppi diversi di società.

In atti è presente una tabella dei compensi spettanti agli arbitri in cui si legge, quanto ai cosiddetti diritti di immagine costituenti ad ogni effetto parte cospicua dei compensi arbitrali, che quelli degli internazionali e degli arbitri con maggior numero di presenze erano notevolmente superiori a quelli degli altri.

A questo aspetto è dedicato un capitolo dell’informativa PG del Novembre 2005

Ci si riferisce rispettivamente ai giornalisti della RAI Scardina e Sanipoli.

Gli imputati Carraro, Ghirelli e Mazzei sono stati prosciolti da questo Giudice all’esito dell’udienza preliminare e la sentenza è definitiva.