La cogestione del campionato di calcio. Si salvi la Fiorentina.

A questo punto deve essere esaminata la vicenda sportiva riguardante la squadra della Fiorentina ed i suoi riflessi penalmente apprezzabili, che venne in rilievo nel corso delle indagini a partire da Marzo 2005, ma che merita una trattazione specifica, pur sovrapponendosi nel tempo con gli eventi già analizzati, in ragione della peculiarità del caso.
 Essa assume grande valore anche ai fini del giudizio sul reato associativo, come si argomenterà nelle conclusioni.
Per comprendere in pieno la storia che si può leggere negli atti occorre sapere alcune cose.
I dirigenti della Fiorentina - nonché imputati rinviati a giudizio - Diego Della Valle,  vero dominus della società ed il fratello Andrea Della Valle, suo Presidente, erano imprenditori estranei tradizionalmente al settore,  ma avevano acquistato la società viola, di buone tradizioni calcistiche e forte anche di un folto e più che appassionato pubblico e, probabilmente in ragione della loro qualità di neofiti dell’ambiente, si erano accreditati e proposti come innovatori del sistema - fatto notorio nel mondo del calcio, dei suoi addetti e critici – emergendo, altresì, da positivi dati probatori che saranno richiamati.
In questo quadro essi - animati dal proposito di sovvertire lo status quo e verosimilmente per entrare a loro volta a far parte in pieno dell’establishment del settore - si adoperarono in particolare per sostenere la candidatura di Abete a presidente della Federazione in contrapposizione a Carraro, sostenuto, invece, dalle società di maggior tradizione e più radicate nell’ambiente; lo spirito innovatore dei Della Valle si esercitò anche con riguardo agli equilibri della Lega, poiché essi furono parte importante dello schieramento che si oppose  alla conferma di Galliani come Presidente di Lega, elezione che, infatti, fu piuttosto contrastata e avvenne solo a Marzo 2005.
Al momento del loro ingresso sulla scena delle indagini, peraltro, i dirigenti della Fiorentina apparvero nella scomoda ( per loro) veste degli sconfitti, poiché ai vertici di Figc e Lega erano stati votati - come si è già registrato - proprio Carraro ( sia pure a seguito di un’accordo con Abete, che gli sarebbe succeduto dopo due anni) e Galliani.
Ma le cose per la società toscana non andavano male solo nella dimensione “politica” bensì, e più gravemente, anche sul piano sportivo, aggiungendosi motivi di maggior preoccupazione per i Della Valle.
 In questo contesto, il 20 Aprile 2005, si disputò la partita Fiorentina- Messina finita 1-1, durante la quale la squadra siciliana pareggiò nel corso dei sei minuti di recupero concessi dall’arbitro; a quel punto restavano da disputare solo sei partite e la Fiorentina era terzultima, cioè, se avesse mantenuto fino al termine della competizione la poco invidiabile posizione in classifica, sarebbe retrocessa.
Il giorno seguente si registrarono due conversazioni telefoniche tra esponenti di vertice della società toscana ed Innocenzo Mazzini, prime di una lunga serie.
Nel corso della prima, Andrea Della Valle, facendo appello alle radici fiorentine di Mazzini, mostrò tutta la sua preoccupazione, parlando di accanimento contro la squadra, di Killer professionali – riferito all’evidenza all’arbitro Nucini che aveva dato sei minuti di recupero nel corso dei quali il Messina aveva pareggiato -  denunciando.. non c’è più di rispetto per questa squadra, proponendo… bisogna assolutamente qui che facciamo … concludendo … voglio capire se c’ è qualcosa contro sta famiglia e sto progetto… chiedendo di incontrare Mazzini; questi lo interruppe:  di queste cose non se ne può parlà per telefono esortandolo ad incontrarsi presto… prima di domenica veramente sottolineando che lui era  a Coverciano  e ..stanno arrivando gli arbitri .
  Dopo pochi minuti, il secondo conciliabolo tra Mazzini e Mencucci, ammministratore esecutivo della Fiorentina, ebbe contenuto analogo  circa le lamentele per il precedente arbitraggio da parte del dirigente viola, che però si vide rispondere in modo poco rassicurante dal Vice Presidente FIGC, che, infatti, gli disse :  è che proprio non hanno nessuna simpatia per voi , il che è diverso, allora voglio sapere come comportarmi , lo dico a te perché tu stai dentro, tu sai tutti i meccanismi… Mencucci, in risposta, aggiunse confidenze di un certo rilievo rappresentando, con un giro di parole compreso al volo dall’altro, che si era creata una situazione difficile all’interno della società, poichè Lucchesi, [dg Fiorentina], aveva cercato di convincere i Della Valle a comprarsi le partite con accordi diretti tra le società, ricevendone uno sdegnato rifiuto; Mazzini lo sconsigliò : “comprare le partite non va mica bene, qualunque cosa si può fare … cioè si manda l’arbitro che ti dia il 50% …” il discorso proseguì ed alle espressioni di Mencucci che reclamò… vogliamo rispetto per avere solo quello che ci meritiamo in campo ma non essere svantaggiati replicò.. su questo non ci sono dubbi ma io ti ripeto un’altra volta ma te cosa hai fatto per fare in modo che questo succeda ? …allora vuol dire che tu hai voglia di cambiare registro secondo me… che non significa comprarsi le partite” ; egli proseguì dando indicazioni all’interlocutore su come comportarsi : bisogna che Bergamo abbia attenzione per il caso Fiorentina .. Però tu li hai infamati a bestia  … tu vieni a Coverciano in una stanzina riservata e gli dici” Caro Paolo guarda che noi forse abbiamo sbagliato, però siamo la Fiorentina,siamo i Della Valle, siamo persone perbene, vorremmo essere tutelati”  quando hai fatto questo basta e m’avanza , però se non,lo fai ti vanno nel culo….
Il giorno dopo, 22 Aprile, nel pomeriggio, Mencucci riferì a Mazzini  di un precedente, cruciale, colloquio avuto con Della Valle, nel quale egli aveva riportato la posizione in precedenza manifestatagli dal vice presidente Figc ed aveva  sostenuto la necessità di stabilire un “patto d’onore”  “noi nel caso che rimaniamo comunque su… [ in serie A] siamo disposti a fare un patto d’onore che non incideremo per cambiamenti eh ! ricevendone l’immediato assenso da Della Valle “ non vedo qual è il problema” diceSenz’altro si ho detto .. ma attenzione io mi espongo in prima persona ! se porto fuori una notizia del genere,  per me deve succedere così in tutti i modi..  ; in conclusione Mencucci si disse disponibile ad incontrare subito la persona, che nel contesto deve individuarsi in Bergamo, e Mazzini domandò.. se richiede un riscontro telefonico che gli dico?, ricevendo rassicurazione che avrebbe potuto esserci un dialogo diretto tra i Della Valle e Bergamo stesso.
I dialoghi tra i vertici della società toscana ed il vicepresidente FIGC assumono grande importanza indiziaria riguardo principalmente al tema del delitto associativo.
Invero, dai dialoghi si ricava che A.Della Valle, il secondo degli esponenti fiorentini, in gravi ambasce per le sorti della squadra seppe a chi rivolgersi, ammantando la chiamata in causa di Mazzini sotto la veste di una mozione degli affetti di campanile, ma incentrando la conversazione sul tema degli arbitri, dimostrando, così, di sapere che Mazzini poteva intervenire nell’ambiente arbitrale; questi a sua volta dette subito un concreto riscontro all’interlocutore, invitandolo ad un confronto diretto, con ciò desumendosi, in via logica, che egli sapeva di poter farsi carico delle problematiche sollevate dall’altro, avviandole a soluzione, dovendo, per raggiungere tale scopo necessariamente contare sull’apporto di più persone nei diversi segmenti del settore.
In seguito le parole di Mazzini a Mencucci furono chiare nell’indicare che un certo gruppo di persone non aveva avuto amicizia verso la società di Firenze ( è che proprio non hanno nessuna simpatia per voi) a causa di precedenti atteggiamenti societari  (cosa hai fatto per fare in modo che questo succeda ?... tu li hai infamati a bestia  …) ma che era possibile porre rimedio a questa situazione riconoscendo gli errori compiuti (forse abbiamo sbagliato) e ponendosi sotto la protezione di Bergamo ed altri (vorremmo essere tutelati); egli immediatamente individuò il modo in cui l’aiuto sarebbe stato dato (si manda l’arbitro che ti dia il 50%), escludendo gli accordi diretti tra società che, all’evidenza, sarebbero sfuggiti al controllo suo e di coloro che erano con lui.
Dunque Mazzini era legato significativamente ad altri, tra cui Bergamo, che sapeva di poter impegnare per la gestione comune, come in seguito si evidenzierà, di una questione delicata come quella della sorte della società di Della Valle; dall’intervento di quest’ultimo si desume, ancora, che parlando con Mazzini interpellava anche posizioni e responsabilità di altri dimostrando, così, di conoscerne i  collegamenti e le relative potenzialità di incidere sull’andamento delle partite.
 D’altra parte da tutto il contesto discorsivo risulta chiaro che la Fiorentina era disposta a cambiare atteggiamento nei confronti dell’establishment, a condizione di rimanere in serie A, e tale decisione pone ancora una volta in risalto il nesso distorto e strumentale tra gli assetti precostituiti del mondo del calcio, su cui Della Valle prometteva di non intervenire più, ed i risultati sportivi conseguiti sul campo.
Infine, vale la pena chiosare il comportamento di Mazzini, per importanza seconda carica dell’ordinamento calcistico, che, di fronte all’eventualità che una importante squadra di serie A volesse o potesse comprare le partite, non sobbalzò dalla sua poltrona ma ne discettò come se fosse un evento fisiologico - da evitare sol perché sfuggiva al dominio del suo apparato -   che lascia intendere come il livello di rispetto delle regole fosse infimo, desumendosene anche sotto questo profilo,  serio conforto sul piano logico per la  credibilità della tesi di accusa.
La partita successiva a questi discorsi fu Bologna - Fiorentina finita in parità ed il suo arbitro Bertini, secondo Mazzini un grande amico ; il giorno dopo si registrò questa conversazione tra i soliti Mazzini e Mencucci, in cui il tono del primo fu palesemente ironico : vi sta cercando l’ufficio indagini …l’ultimo quarto d’ora una vergogna nazionale e comunque il clima mi è sembrato ottimale.. l’Aretino [Bertini della Sez Aia di Arezzo nde] è stato bravo  Mencucci ...spero che ora insomma il chiarimento c’è stato, le cose eh..; Mazzini riferendosi al prossimo impegno, Fiorentina – Milan, ti do… c’hai il fischiettatore giusto.. la Juve cercherà in tutte le maniere di mandarti Trefoloni, quegli altri [il Milan nde] vogliono Paparesta.
Il vice presidente Mazzini, nel pomeriggio del 26 Aprile, coinvolse direttamente Giraudo nell’operazione di salvataggio della Fiorentina. Infatti, nel corso di una conversazione ad ampio spettro sull’attualità del mondo del calcio, già in parte su trascritta riguardo alle posizioni di Lotito, gli riferì il succo delle conversazioni precedenti:  mi hanno cercato i Della Valle perché vogliono salvarsi .. l’amministratore Juve chiarì che doveva incontrarli per risolvere alcune comproprietà di calciatori e Mazzini, tra l’altro, affermò …devo dire che perderli come pagatori in serie A mi dispiace, ricevendo la concorde opinione di Giraudo,  e proseguì: questi i soldi ce li hanno davvero…per cui se si potesse.. te pensaci a come fargliela pesare… ma tu vedrai che chiederanno anche a te … di aiutarli...  io gli ho detto, amico mio, il tuo uomo di riferimento è Giancarlo Abete, che avete promozionato anche in Città e che è un’offesa per me e va sempre a dire che c’è da cambiare tutto, c’è da mandare via i designatori  ma come fa la gente a volervi bene?allora sai cosa mi ha detto ?”perdere persone di grande capacità ed  esperienza come Bergamo ci dispiace” ..sarà difficile …però  studiala un pò la situazione perché  si sentono cadere la terra sotto i piedi.
Nello stesso giorno Mazzini a Mencucci, dopo aver premesso che stava per fornirgli notizie molto riservate ed averlo catechizzato sulla necessità che la sua società fosse unita, aggiunse : ho parlato con  Giraudo  e m’ha detto che lui e Moggi si incontrano con Diego Della Valle  per le comproprietà… tutte queste storie… loro parleranno della politica della Fiorentina … ho fatto sapere che pur essendo questo una testa di c…però Firenze merita e li ho convinti.
Proseguendo il discorso Mazzini rivelò a Mencucci che in quell’epoca era in atto uno scontro tra poteri forti e loro, pur potendo essere l’ago della bilancia, in realtà erano solo l’elemento passivo, non avendo nessuna voce in capitolo, chiarendo ancor meglio il suo pensiero :  gli unici che non hanno nessun potere siete voi …tu puoi essere gratificato nel senso che quello che viene.. il fischiettante se è prevalente la posizione di X fa in un modo, se è prevalente la posizione di Y  fa in altro …SE per caso tutti e due son d’accordo di fregare l’Inter, l’Inter viene fregata…  Se per caso fossero stati d’accordo tutti e due e la Fiorentina deve perdere perché c’è da fregare Y, te non contando niente sei un soggetto solo passivo… IN questo caso invece, avendo un interesse tutti e due mi sa che divenga l’uomo giusto per fare la tua gara e ….quando si fa una politica societaria queste cose sono uguali alla componente tecnica…avere questo tipo di credibilità, di potere, di responsabilità di sistema vale come avere TEvez….avere il vantaggio è tutto un altro discorso … è un discorso di sistema.. allora tu fai una grande società, una grande squadra e ottieni grandi risultati.
La conversazione tra Mazzini e Giraudo svela chi erano i soggetti, oltre Bergamo, tra cui appunto il dirigente della Juve,che Mazzini sapeva di dover impegnare per iniziare l’operazione tesa ad evitare la retrocessione in serie B dei gigliati; a Giraudo Mazzini ripropose i ragionamenti fatti a Mencucci, evidenziandogli come avesse sottolineato negativamente le posizioni dei Della Valle, antitetiche alle loro sotto molti profili, che li avevano isolati e condotti a navigare in cattive acque sul piano sportivo, esortando, infine, Giraudo ad aiutare Della Valle, input ben recepito, come si annoterà in seguito.
Dal successivo indottrinamento di Mencucci circa la strada da intraprendere per entrare nel sistema, si ricava che Mazzini, ricoprendo la sua importante carica, era perfettamente consapevole dell’esistenza di un tale sistema, fatto di alleanze ed equilibri al di fuori delle regole  e spesso contro di esse, come si è già osservato ed ancora si scriverà in seguito; si evidenzia, altresì, il concetto che il vice presidente della FIGC considerava scontato che gli arbitri fossero fortemente  condizionati da chi deteneva la posizione prevalente  e che i due designatori – ad essi infatti va riferita la ripetuta espressione tutti e due – fossero la leva da azionare per ottenere vantaggi e grandi risultati anche in modo illecito.
Dopo Fiorentina Milan persa 1- 2, il 2 Maggio, si registrò un significativo contatto tra Diego Della Valle e Moggi nel corso del quale essi commentarono la sconfitta e Moggi disse esplicitamente che l’arbitro aveva danneggiato la Fiorentina ed in seguito : abbiamo fatto noi casini per voi… bisogna stargli addosso stai addosso anche a quelli che ti ho detto io …ti devi incazzare… il resto fallo in privatopensiamo a salvare la Fiorentina dai….
  La sera dello stesso giorno, 2 Maggio, Mazzini chiamò direttamente Bergamo, alludendo ad un argomento già noto ad entrambi … mi sono già mosso per quella storia … se volesse parlare con te che numero gli do… l’altro dopo aver chiesto un minimo di informazione.. ma lui come ha giustificato il fatto che.. acconsentì a ricevere la telefonata, concludendo che occorreva profondere il massimo impegno poiché … ne va anche del nostro prestigio …
Dopo pochi minuti giunse la chiamata preannunciata da Mazzini da parte di D. Della Valle a Bergamo, durante la quale entrambi fecero riferimento alla mediazione di Mazzini e, dopo aver ben interpretato il gioco delle parti, per cui Bergamo si rappresentò come molto riservato in ossequio al ruolo ricoperto e Della Valle molto prudente e rispettoso, vennero al dunque, affermando quest’ultimo, che aveva   raccolto una sostanziale apertura dell’interlocutore, …quando lei ha tempo volevamo prenderci un caffè, parlare un pò, mi serve per capire come vede lei il futuro del calcio per i prossimi anni e poi noi dobbiamo fare delle riflessioni anche di lungo periodo … così concordarono un appuntamento riservato da vicino con Mazzini e l’altro Della Valle…  se lei vuole io domani sono intorno a Firenze .. o con Innocenzo o come vuole lei …per prenderci un caffè  Bergamo : Magari proprio così con Innocenzo e suo fratello Andrea .. ma non vorrei estendere oltre è chiaro
Dopo pochi minuti, Mazzini chiamò Bergamo e commentarono il colloquio avuto con Della Valle, definito “molto carino” dal designatore, che lasciò all’altro l’organizzazione dell’incontro… lo vorrei fare dalla parte dove c’è il Museo del calcio [ centro tecnico di Coverciano nde] verso le dieci di sera io c’ho le chiavi si va li e non ci vede nessuno… disse Mazzini ricevendo  i complimenti da Bergamo per l’ottima trovata, dai modi un pò da cospiratori e che tradiva la consapevolezza dell’anomalia dell’evento. 
Il coinvolgimento di Giraudo nell’affare Fiorentina dette i suoi frutti, estendendosi a Moggi che, come nel suo stile, agì in prima persona stabilendo un rapporto diretto con Della Valle, la cui causa diventò subito di Moggi e compagni …pensiamo a salvare la Fiorentina dai…[Moggi] e… ne va anche del nostro prestigio …[Bergamo].
Dopo l’intervento diretto degli esponenti della Juventus, e verosimilmente per sua causa vi fu, mediante Mazzini, la relazione diretta tra il designatore e il massimo rappresentante della società che aveva necessità di salvare la sua sorte sportiva e non solo.
Superfluo appare sottolineare ancora una volta il senso di piena parzialità dimostato da Bergamo, che accettò di incontrare in modo segreto il presidente della squadra a forte rischio retrocessione, mentre è utile evidenziare la sua piena disponibilità alle sollecitazioni congiuntamente provenienti da Mazzini, in maniera diretta e da Moggi e da Giraudo in modo indiretto ma certamente risaputo dal’uomo di Livorno; d’altra parte egli agiva anche nel suo stesso interesse, poiché nell’abboccamento con Della Valle fu dichiarato - ed in ogni caso era chiaro ad entrambi - che occorreva guardare al futuro, e cioè alla riconferma di Bergamo ed alla salvezza della squadra di Firenze, ponendosi così le basi per una nuova illecita alleanza, propiziata e promossa dai dirigenti della Juve.
I protagonisti della vicenda continuarono a tessere la trama dei loro reciproci ed illeciti interessi, registrandosi il 4 Maggio prima un’ulteriore sollecitazione da Mazzini a Mencucci circa la necessità di un secondo contatto tra i Della Valle e Bergamo, precisando che questi tra il giovedì ed il sabato sarebbe stato a Coverciano ed in seguito un dialogo tra Andrea Della Valle e Mazzini che parlarono dell’incontro che doveva avvenire per chiarire molte cose;   Mazzini concluse dicendo : è importantissimo che arrivi un messaggio al nostro amico da voi perché domani l’altro ci sono le grigliela partita è decisiva.
 E’ opportuno segnalare che le parole usate da Della Valle confermarono l’abbandono dei progetti innovatori da parte sua e del fratello, riqualificati errori addebitabili ad inesperienza…  certi errori tu li sai no?! Da new entry nel mondo della serie A ; d’altra parte le espressioni di Mazzini collegarono la necessità di far pervenire un messaggio a Bergamo con la formazione delle griglie, dovendosene necessariamente ricavare che in quell’occasione la composizione delle fasce arbitrali poteva essere determinata dal contenuto del messaggio e che, in generale quindi, questa era influenzabile e non affidata al caso.
Il 6 Maggio alle ore 10,14, Mazzini, parlando con tale Nassi, persona addentro nelle cose del calcio toscano, disse chiaramente:  mi hanno chiamato i Della Valle perché vogliono che li aiuti...
Quel giorno dopo il “sorteggio” a Coverciano dove erano sia Bergamo che gli arbitri, Mazzini commentò con Mencucci la designazione dell’arbitro Dondarini per la partita Chievo- Fiorentina; il secondo la qualificò bel lavoro ho visto , Mazzini alluse ad una precedente partita dove questo arbitro, invece, aveva sfavorito la Fiorentina e dette indicazioni affinché Bergamo ricevesse una seconda telefonata dai Della Valle, poiché la prima non era andata a buon fine, avendola ricevuta sul telefono di casa, dove non era presente …il mio uomo sarebbe opportuno lo chiamassero…però sul cellulare perchè qui il fisso non c’è… precisando qual’era l’importante scopo della chiamata… perché quello che ha detto a me è giusto che lo dica a lui....
E’ evidente che Mazzini voleva rinsaldare i rapporti già avviati tra Bergamo e la famiglia Della Valle, evidenziando che al primo sarebbe stata gradita l’abiuria fatta dai secondi riguardo agli originari loro progetti di cambiamento del calcio.
 L’8 Maggio vi fu la gara Chievo - Fiorentina finita 1-2 e alle 16,59, cioè subito dopo la partita, Mazzini disse a Mencucci, ironizzando “ ti lamenti ancora?…”  e l’altro in modo eloquente replicò.. ho imparato …ho imparato… e Mazzini con soddisfazione ed autogratificandosi …quando ci si mette le mani noi…diglielo ai tuoi amici .. deve fare due telefonate a me ed a lui.. sottintendendo all’evidenza a Bergamo.
In serata vi fu una conversazione tra Lanese ed un giornalista sportivo in cui alla domanda del secondo… hai visto il killer ha colpito a Verona?  Il primo senza scomporsi rispose… era normale … non c’era dubbio .. guarda che ormai non mandano segnali loro telefonano prima delle gare
Questo dialogo sarà estesamente ripreso quando si analizzerà la posizione di Lanese e gli elementi probatori del relativo capo di imputazione (A5) ma, allo stato, se ne rimarca già la valenza indiziante circa una possibile direzione di gara pro Fiorentina, coerente, quindi, e  conseguente agli accordi di cui si è finora scritto.
 A questo punto la graduatoria della Fiorentina era leggermente migliorata avendo un punto più della terzultima, ma l’intrapresa doveva continuare, come il campionato.
 Infatti, nella settimana precedente l’incontro di calcio della domenica gli investigatori ascoltarono altri proficui scambi di idee tra i protagonisti dell’operazione Fiorentina in A.
 Il giorno 11 Maggio, in un colloquio più vasto, Mazzini riferì a  Mencucci: mi sono fermato dai miei amici, quelli dove tu compri i giocatori…abbiamo parlato io Luciano ed Antonio…  precisando che nel corso dell’incontro aveva telefonato Della Valle ed i due bianconeri avevano manifestato la loro contentezza per l’esito della partita precedente  [Moggi e Giraudo]…siamo tutti contenti è una giornata bellissima.., commentando, così, la felicità dichiarata son contentissimi che la Fiorentina resti perché, almeno, gli pigliano un pò di quattrini… , riferendosi evidentemente alla risoluzione delle comproprietà dei calciatori tra le due società, dalla quale speravano di ricavare profitti.
 Il 14 Maggio vi fu l’incontro, a lungo preparato, in un ristorante in provincia di Firenze, tra Bergamo, i Della Valle e  Mazzini dalle 12,34 alle 16,48, osservato e  filmato dalla PG; subito dopo i saluti  Mazzini, ad una richiesta telefonica dell’altro designatore Pairetto, che lo aveva chiamato, rispose… ero a lavorare per te… ribadendo il concettoeaggiungendo… eh la nostra Fiorentina.. ti parlo da vicino ci vediamo tra poco...
Il giorno dopo, 15 Maggio, fu il momento delle chiose e resoconti.
Il primo, inevitabile, avvenne tra Mencucci a Mazzini e riguardò le reazioni dei Della Valle alla riunione precedente, che li aveva lasciati molto soddisfatti .. alla grande …meglio di così non si poteva…  tra l’altro Della Valle aveva anche negato di aver mai voluto la cessazione dell’incarico di Bergamo; Mazzini replicò…  se il tuo dipendente Abete  va a dire tutti i minuti che vuole levarli…e più avanti … lui [ Della Valle ] ha un’amicizia familiare che rispetto ,  ma  se si crede con Abete di cambiare il calcio,lui more con la voglia...  e l’interlocutore, a conferma della oramai cambiata direzione della volontà di Della Valle circa gli assetti del mondo del calcio…  lui del fatto di essere stato il paladino dei poveri si è rotto…, Mazzini concluse dicendo di aver spiegato durante l’incontro le ragioni della sua amicizia con Giraudo …il migliore dirigente che c’è….
Il contenuto dei dialoghi suindicati denota che anche Pairetto, all’evidenza, era interessato agli esiti della riunione ed ai patti che ne sarebbero stati sanciti, di cui il vicepresidente Figc promise di parlargli da vicino, risultando importanti anche per il suo futuro; d’altra parte la dichiarazione di stima per Giraudo, oltre ad essere un verosimile riconoscimento per le qualità di manager di costui, nel contesto evidenziato deve interpretarsi come la riproposizione all’attenzione dei convitati di un altro degli autori del salvataggio della Fiorentina, a cui verosimilmente i Della Valle avrebbero dovuto essere grati in futuro.
 Un altro ineludibile commento fu fatto da Bergamo a Fazi nel corso di un lungo ed articolato discorso in cui – riferendosi a Della Valle -  l’uomo esordì dicendo … se son vere il 50% delle cose che dice allora siamo a cavallo…evidenziando alla donna che se Della Valle  fosse diventato il quarto polo del calcio,  come era sua intenzione avendo investito in esso duecento mililiardi di lire, avrebbe avuto voce in capitolo ed avrebbe posto sue condizioni, tra cui quella di non disperdere esperienze che già esistono  - con ciò volendo riferirsi proprio a lui - e  traendone, quindi, buoni auspici per il proprio futuro di designatore.
Le parole di Bergamo confermano quali fossero state le sue intenzioni nel recarsi alla riunione con i Della Valle, cioè quelle di stringere un nuovo rapporto che lo aiutasse a garantirsi la conferma nel compito di designatore, offrendo da parte sua, in cambio, la disponibilità a piegare il suo ruolo al fine di favorire la squadra di Della Valle.
Il 16 Maggio Mazzini e Mencucci commentarono il deludente risultato di parità ottenuto dalla Fiorentina il giorno prima con l’Atalanta, a fronte del quale il vice presidente esclamò …bisogna fare un piano...  dando appuntamento all’esponente viola per il giorno successivo.  
 Nel pomeriggio del 18 Maggio si riscontrò un nuovo dialogo diretto tra Della Valle e Moggi, nel corso del quale il primo iniziò lamentandosi … brindate solo per i fatti vostri… tu ed Antonio ci avete lasciati ...e l’altro di rimando  :   io faccio il tifo anche per te ..se non vi salvate è roba da dilettanti, anche perché l’ultima partita credo siano tre punti sicuri e uno a Roma..  Della Valle… l’importante è che non vogliano farci scherzi strani se no ce la giochiamo…;  M se lunedì capiti dalle parti mie ci vediamo… ho parlato anche con l’amico tuo, con  Mazzini, andate a fare la partita in tranquillità per prendere un punto, non per vincere;  concetto che lo stesso Moggi  ripetè in un‘altra telefonata a Della Valle Andrea : andate in tranquillità c’è sempre qualcuno che vi guarda con attenzione….
  Il 20 Maggio, prima della nuova riunione che ci sarebbe stata l’indomani con Moggi, Giraudo e Mazzini, Bergamo anticipò quanto voleva rappresentare agli altri, come al solito confrontandosi su questi temi con Fazi, parlando in particolare dell’arbitro De Santis:   Massimuccio va bene non è la voce mia è la voce sua a me serve anche l’ultima domenica, nel senso di dire… ti devo mandare quelli che ho preparato per essere lì e che sai che sono uomini tuoi…se invece te sbagli.. gli devo far capire che la gestione di Massimo l’ha sbagliata lui… mi serve anche l’ultima domenica;
Il significato delle conversazioni di cui sopra è in sé intellegibile e, nel quadro indiziario accertato, induce ragionevolmente a ritenere che il gruppo, nonostante il non brillante risultato sportivo, ed anzi anche per questo, non demordeva dall’intento programmato: Mazzini predisponeva un piano, Della Valle insistè nel chiedere aiuto a Moggi e Giraudo (..tu ed Antonio ci avete lasciati..) incassando le necessarie rassicurazioni (andate in tranquillità c’è sempre qualcuno che vi guarda con attenzione)  mentre Bergamo, nell’ambito di un discorso più complesso da fare agli juventini, tra l’altro avrebbe chiesto  di avere a disposizione De Santis,  uomo della Juventus (“la voce sua”) per l’ultima domenica, nella quale vi sarebbero state impegnate le squadre in lotta per non retrocedere, essendo facilmente prevedibile che sarebbero state di estrema importanza e delicatezza, avendo, egli pertanto, la necessità di mandare quelli che ho preparato per essere lì…..
Il 21 Maggio vi fu la riunione a casa di Bergamo - in provincia di Livorno – e la PG, allertata dall’ascolto delle precedenti conversazioni, organizzò un servizio di osservazione tra le 18,00 e le 23,50 - anche con resoconto filmato – dell’ ultimo impegno, che vide insieme ovviamente lo stesso Bergamo, Moggi, Giraudo e Mazzini.
 Il 22 Maggio nella partita Lazio- Fiorentina terminata in parità 1-1, si verificò un errore clamoroso dell’arbitro Rosetti ai danni della Fiorentina; invero, il direttore di gara non vide che un calciatore della Lazio si sostituì al portiere, ormai battuto, respingendo sulla linea di porta il pallone con un braccio, comportamento che avrebbe dovuto comportare l’espulsione del calciatore e l’assegnazione di un calcio di rigore alla Fiorentina. Nulla di tutto questo avvenne, ed è interessante anche ai fini del processo, riportare le reazioni che ebbero i vari protagonisti impegnati a salvare la squadra viola.
Immediatamente dopo il fattaccio, prima Mazzini chiamò Bergamo chiedendo il suo parere su quanto appena avvenuto, ottenendo la risposta che il designatore stava inviando una mail proprio sull’episodio e subito dopo Mencucci, arrabbiatissimo, parlò con Mazzini, che mise le mani avanti … ho telefonato a chi di dovere non sono mica io a fischiare,… io ho fatto quello che dovevo fare..
A fine partita Bergamo dette conto a Mazzini di aver già assunto informazioni da Rosetti riferendogliele, avendo accertato che la colpa dell’errore madornale era dell’assistente Pisacreta, che non aveva fatto la segnalazione del fallo, per quanto evidente, all’arbitro; il designatore era desolato e si lasciò andare a questo sfogo …che ti devo dire è incredibile era tutto sistemato, non sistemato, era tutto pilotato,.. era tutto pilotato,quello che  mi rode  è che potrebbe non bastare battere il Brescia.. cominciando ad ipotizzare i possibili futuri risultati utili al raggiungimento dell’obbiettivo comune.
Mazzini, a sua volta dopo aver pronosticato il peggio… se si retrocede così è un casino ..spiegò a Bergamo che il Lecce, nel prossimo turno avrebbe effettivamente giocato la partita contro il Parma, perché il suo dg sarebbe passato nella nuova stagione alla Fiorentina; Bergamo, concordando con le caotiche conseguenze che avrebbe determinato la retrocessione della squadra di Firenze, tra l’altro manifestò tutta la rabbia che aveva nei confronti di Pisacreta, affermando che lo avrebbe mandato via, lasciandosi andare ad un’orribile bestemmia.
I due fecero anche un commento sull’incontro del giorno prima, dal quale è comprensibile che, come anticipato da Bergamo a Fazi, in esso le parti avevano parlato anche della posizione di De Santis. 
 Naturalmente non mancò la forte rimostranza di Mencucci, che interloquendo con Mazzini gli disse … a questo punto la sensazione è di essere stati traditi…Mazzini gli replicò.. non è così…bisogna lavorare per rimediarla questa storia ed ai ripetuti sospetti di Mencucci circa possibili tradimenti sbottò :… io insomma le persone le conosco .. MOggi e tutti voi della Fiorentina, Carraro con la Fiorentina, Innocenzo con la … . ma chi ce lo fa fare a noi di non salvare la Fiorentina.
L’impegno assunto con Della Valle, i probabili effetti positivi che avrebbe potuto trarne e la delusione per quanto incredibilmente era avvenuto sul terreno di gioco, con un fallo ed un errore arbitrale inusitati, fecero perdere la trebisonda a Bergamo, che, nel vedere sfumare le buone prospettive che si erano per lui aperte, nell’occasione si comportò come il più acceso dei tifosi viola, palesando, così, quanto tenesse alla realizzazione del programma di favore preparato con gli altri (era tutto pilotato); Mazzini, da par suo, richiamò la necessità di continuare a “lavorare” per rimediare alla situazione. Entrambi dettero prova di grande attaccamento, oltre che alle proprie poltrone, anche alla causa che ormai condividevano con Della Valle e gli altri cointeressati finora citati.
Il Lunedì seguente alle convulse conversazioni di cui sopra, a bocce ferme, Bergamo disse a Fazi di dover parlare con Della Valle per dirgli che era dispiaciuto, rappresentando questa necessità in seguito anche a Mazzini ; poi Mencucci chiamò Mazzini, che lo informò di due tentativi di Bergamo di parlare con Della Valle andati a vuoto e della necessità di preparare la partita, precisando di volere un appuntamento con uno dei fratelli, nel discorso precisò …ho già mosso le pedine e, in modo piuttosto folcloristico,… oggi ho convocato l’ordine del collettivo e gli ho detto cosa devon fare su quegli…; quella sera ricomparvero nelle intercettazioni Moggi ed i Della Valle, che insieme gli telefonarono, Moggi tra l’altro disse … me la sono studiata un po’ sono due le partite, una Lecce – Parma l’altra  Sampdoria - Bologna…adesso voi dovete forzare la mano in una certa maniera… pensiamo a salvare la Fiorentina… vedrai che lottiamo e ce la facciamo.
Il 26 Maggio vi fu l’incontro a Coverciano tra i Della Valle, Mazzini e Mencucci che questi ultimi avevano concordato qualche giorno prima.
 Il 27 Maggio, di sera, Moggi chiamò Bergamo ma, non trovandolo,  parlò con sua moglie ed il giorno seguente conversando con la donna Bergamo  assicurò… lo chiamerò domani mattina prima che siano pronte le griglie… .
 Dunque anche i Della Valle e Moggi, oltre Bergamo e Mazzini, continuarono con determinazione degna di miglior causa, nonostante l’impresa apparisse ormai quasi disperata, a sostenersi reciprocamente ed a proiettarsi verso la realizzazione del loro condiviso progetto, per compiere il quale lo juventino suggerì di forzare la mano a qualcuno - verosimilmente individuabile nei designatori; i primi - forse anche a tale scopo ed in ogni caso producendo all’uopo ogni utile sforzo  - si incontrarono col vicepresidente FIGC; infine la valutazione combinata delle conversazioni intercorse tra il 27 ed il 28 Maggio dimostra ancora una volta - e non poteva essere altrimenti data l’importanza delle partite per il raggiungimento dei fini comuni - che per Bergamo la formazione delle griglie necessariamente doveva essere preceduta dalla consultazione di Moggi.
Le ultime partite di quel campionato si disputarono il 29 Maggio e quelle di rilievo per la Fiorentina, oltre alla sua col Brescia, erano Bologna - Sampdoria e Lecce – Parma; la situazione in classifica era complicatissima, poiché molto numerose erano le combinazioni possibili che avrebbero determinato la retrocessione di una squadra o l’altra ma certo quella di Firenze partiva svantaggiata, avendo meno punti in classifica delle concorrenti ed essendo, pertanto, tenuta a vincere sperando che le altre, tra cui in specie il Parma ed il Bologna non facessero altrettanto.
  Quel giorno, poche ore prima di Lecce - Parma arbitrata da De Santis, con assistenti Griselli e Biasutto, Bergamo lo chiamò e ricevette un rapporto preventivo : i ragazzi stanno in forma… facciamo una partita di testa, correte poco…ed usate la testa … no guarda ti dico gli ho   spiegato un pò le cose velatamente, Alessandro, sai posso parlare in un modo… l’altro… velatamente gli ho fatto capire che..tanto gliela do io l’impostazione da quello che ho sentito  il Lecce vuole  giocare per vincere,il Parma pure, quindi a questo punto facciamo la partita ci mettiamo in mezzo..  e Bergamo di rimando: l’importante è che tu vinca ...
Un cenno all’andamento della gara, che i viola vinsero per 3-0, sarà fatto quando si esamineranno le singole frodi sportive mentre ora deve darsi conto di quello che i vari protagonisti dell’operazione salvezza si dissero dopo che questa ebbe buon esito, poiché le altre due partite che interessavano la Fiorentina si chiusero con due pareggi.  
 Pochissimi minuti dopo la fine - ore 17,01 - Mazzini chiamò Mencucci, che era ancora allo stadio ed esclamò, lodandosi : ho i cavalli buoni…i cavalli veri vengon sempre fuori …le pedine nostre funzionano sempre…ricevendo grande assenso e risate di compiacimento dall’altro; in seguito il vicepresidente parlò ancora con Nassi che commentò : l’operazione chirurgica è stata perfetta tutti e tre eh? e poi grande la Samp… e Mazzini, tra l’altro, si lasciò scappare .. solo che qualcuno di loro l’ha capito però …,  in un terzo colloquio con persona ignota,  ribadì i concetti …operazione chirurgica d’equipe.
  Dopo un’ora - 18,01 -  Mazzini finalmente parlò con  DE Santis, che lo aveva chiamato,e sarcasticamente gli rispose .. sono Morfeo ( espulso dall’arbitro alla fine della gara, nde) DE Santis tra l’altro disse  io m’ero messo avanti col lavoroqui è andata bene ho fatto 3-3, relazionando anche su quanto accaduto nel finale di partita, in cui egli era stato minacciato da un calciatore del Parma ed aveva ricevuto le forti lagnanze di un dirigente, circa il numero di calciatori della sua  squadra che erano stati ammoniti e sarebbero stati squalificati per il decisivo spareggio col Bologna.
Il contenuto informativo dei dialoghi precedenti è ben comprensibile: Bergamo dette un chiaro input a DE Santis, incitandolo implicitamente ma intelligibilmente ad arbitrare in modo da ottenere un risultato personale, utile non solo a lui stesso;   DE Santis, che gli aveva promesso - viste le intenzioni delle contendenti di giocare la gara lealmente per vincere -  di mettersi in mezzo e di fare la partita, fu di parola, avendo attribuito a se stesso l’ esito di parità determinatosi sul campo (ho fatto 3-3); Mazzini,  che più di altri si era speso per portare a termine il proposito di mantenere la Fiorentina in A, a risultato ottenuto, liberò la sua gioia con espressioni pittoresche ma che ben rendevano il senso dell’artificiosità della conclusione raggiunta.
Il campionato di calcio si concluse, così, con una palese intromissione nei risultati sportivi  dei soggetti finora menzionati.
Le storie leggibili negli atti del processo, invece, proseguono  riguardando ora specificamente l’imputato Lanese, che pure ebbe un ruolo importante nelle vicende in esame.


Ad essa è dedicato un paragrafo dell’info NOv 2005 più volte cit.( cfr pagg 271-368)

cfr pag 272-274 info Novembre

Cfr info cit pagg 274-280

CFr info cit pagg 283-291

Cfr info cit 301 e ss

I protagonisti avevano evidentemente rinunziato - in un sussulto di sobrietà - alle modalità da carbonari in precedenza proposte da Mazzini e  ed approvate da Bergamo.

Cfr info cit pagg 317-319

Cfr info cit pagg 320-322

Cfe info cit pagg 337-341

Cfr info cit pagg 343-349.

Cfr info cit pagg 351 e ss.