Per Cirillo censura,
a Balivo avvertimento

SONO QUATTRO LE sanzioni disciplinari nei confronti dei giornalisti previste dalla legge istitutiva dell’Ordine: l’avvertimento; la censura; la sospensione dall’esercizio della professione per un periodo non inferiore ai due mesi e non superiore a un anno; la radiazione dall’albo. Agli articoli 52 e 53 viene precisato: “l’avvertimento, da infliggere nei casi di abusi o mancanza di lieve entità, consiste nel rilievo della mancanza commessa e nel richiamo del giornalista all’osservanza dei suoi doveri”; “la censura, da infliggersi nei casi di

abusi o mancanze di grave entità, consiste nel biasimo formale per la trasgressione accertata”.
Viste le sanzioni, passiamo ai casi. Il primo. Come è noto ai lettori di Iustitia, Caterina Balivo è giornalista pubblicista dal 2002 e fa pubblicità per un’azienda che si occupa


Caterina Balivo e Emiliana Cirillo

di abbigliamento; l’incompatibilità tra le due attività è stata segnalata nel giugno 2008 con un esposto dal giornalista Pierluigi Roesler Franz. L’Ordine della Campania, presieduto da Ottavio Lucarelli ha cominciato a occuparsene soltanto nell’autunno del 2010 perché ‘costretto’ da un secondo esposto di Roesler Franz e dagli articoli di Iustitia e sono stati necessari altri sei mesi perché il consiglio arrivasse a una decisione. Nei mesi successivi la Balivo ha continuato a fare pubblicità e a firmare una rubrica sul Mattino, diretto da Virman Cusenza. Senza contare che nell’esposto venivano segnalate le foto disinvolte della show girl circolanti on line.
Secondo caso. La giornalista pubblicista Emiliana Cirillo nel novembre del 2009 presenta all’Ordine la richiesta di riconoscimento del praticantato per il lavoro di cronista svolto dal settembre 2005 al gennaio 2009 a Metropolis, il quotidiano di Torre Annunziata diretto da Giuseppe Del Gaudio. L’Ordine, che pure per legge deve esaminare e decidere sulla richiesta in tempi brevi, per tredici mesi non dà notizie. A dicembre Lucarelli con una mail privata la convoca all’Ordine. La Cirillo è sicura di avere finalmente notizie del suo praticantato, invece si trova sotto processo per alcune frasi scritte in una mail all’interno di un serrato scambio di opinioni anche dure e durissime tra gli iscritti al Coordinamento dei giornalisti precari sulle inefficienze di Ordine e sindacato. Le parole per le quali viene messa sotto processo sono: “smantellare l’Ordine dei giornalisti: è una camorra istituzionalizzata”.
La convocazione è irrituale e probabilmente illegittima perché il giornalista convocato deve essere a conoscenza della contestazione e, se ritiene, può presentarsi con un avvocato. Ma, pur ammettendo alcuni consiglieri che la convocazione è stato un errore di Lucarelli, la macchina va avanti inesorabile;


Virman Cusenza e Giuseppe Del Gaudio

il 24 ottobre il consiglio notifica a Emiliana Cirillo cinque pagine con due date: il timbro dice 14 ottobre; il testo si chiude con "così deciso nella riunione del 9 giugno" (e c’è da chiedersi dove ha dormito per quattro mesi il provvedimento).
Piccolo quiz facile facile:

tra le due giornaliste chi si è beccata la sanzione più severa “per abusi o mancanze di grave entità”? Avete indovinato: Emiliana Cirillo. La Cirillo aveva anche deciso di non presentare opposizione contro una sanzione viziata sin dal primo passaggio, senza contare che i consiglieri dell'Ordine non hanno neanche chiarito come erano entrati in possesso della mail destinata soltanto a una circolazione interna. È però intervenuto il Coordinamento dei precari, guidato da Luca Romano, che ha deciso di contribuire al pagamento dei quattrocento euro necessari per presentare ricorso. In attesa dell'esame dell’Ordine nazionale, il prossimo appuntamento per la Cirillo è fissato per l’undici gennaio quando Matilde Dell’Erario, giudice del lavoro del tribunale di Torre Annunziata, deciderà sulla causa promossa, con l’assistenza dell’avvocato Lucio Giacomardo, contro il quotidiano Metropolis.