Giornalisti per i giornalisti: riordiniamo

Cara collega, caro collega,
il prossimo 19 maggio potrai votare per il rinnovo dell’Ordine dei Giornalisti.
Vedendo, ma ancor di più, vivendo il momento drammatico che attraversa la nostra professione, è un dovere, avendone gli strumenti, invertire la rotta, provare a riordinare.
Abbiamo ritenuto doveroso candidarci al governo dell’Ordine, ascoltando la richiesta d’aiuto, di cambiamento, di autorevolezza ed efficacia che veniva da più parti.
Fare sindacato significa incontrare centinaia di colleghi l’anno. Ognuno con le sue problematiche: personali, di lavoro, economiche, familiari. Una sorta di confessionale dove tutti hanno avuto una risposta, un consiglio, una strategia. In un panorama professionale come quello attuale, per molti abbiamo studiato soluzioni, utilizzato a loro vantaggio gli strumenti previsti dalle istituzioni della categoria. Per chiunque si sia affidato c’è stata un’attenta discussione ed un’approfondita analisi dei fatti, senza infingimenti, senza alcuna forma di subalternità al potere editoriale,  con rigore ed onestà intellettuale. E quando le discussioni sono avvenute in fase di strategia, piuttosto che di pronto soccorso, i risultati sono stati sempre migliori. Un esempio su tutti: la gestione della trincea degli ultimi anni, il periodo più buio in assoluto, quello degli stati di crisi delle aziende. Non c’è un solo giornalista che sia rimasto fuori dai cicli produttivi: abbiamo evitato licenziamenti e tagli, garantendo i livelli occupazionali.
Oltre a chiederti di sostenere la lista da me guidata, vorrei parteciparti l’idea principale che ci ha spinti a scendere in campo, su invito di ampie parti della professione, precariato, redazioni, uffici stampa, giornaliste, giornalisti, garantiti e non: ristabilire in Campania il patto di unità di azione tra le strutture della professione (Ordine, Sindacato, Inpgi, Casagit e Fondo di previdenza complementare). Perché solo uniti si può dare energia, consistenza e identità alla categoria dei giornalisti per la  riaffermazione del proprio ruolo.
Oggi, chi si propone di governare l’Ordine dei Giornalisti, necessita di grosse competenze sindacali e previdenziali, per ripristinare – meglio riedificare - quel patto di unità d'azione delle strutture della professione giornalistica. C’è bisogno di esperienza. Per un Ordine che sappia unire e non dividere, che sappia fare gioco di squadra con Sindacato ed Inpgi contro editori che speculano sulla professione. Un Ordine che non si limiti a contare gli iscritti al proprio albo, ma che faccia pressione su Giunta e Consiglio della Regione Campania in maniera chiara, trasparente e netta per la definizione di una legge di sistema (giornalismo, cultura, comunicazione e informazione) e di finanziamento all’editoria, che premi chi nella professione già c’è. Che, sul fronte della L. 150, giochi nella squadra di sindacato (Assostampa e Gus) e Inpgi per la costituzione di un tavolo di confronto con Upi e Anci, per l’applicazione di contratti giornalistici per i colleghi degli uffici stampa. Che si confronti con il Corecom per la definizione della legge con la quale il Ministero dà fondi alle emittenti per l'assunzione di giornalisti,  riconoscendo alle emittenti punteggi massimi per l’assunzione di giornalisti professionisti e minimi per i nuovi nuovi praticanti. L’Ordine può e deve essere l’istituzione tra le istituzioni. ‘Riordiniamo’.
Disoccupazione e ingiustizie, approssimazione e sovraffollamento: così appare attualmente il nostro panorama. La nostra categoria, negli ultimi anni, si è svalutata, deprezzata, inflazionata. È indispensabile darsi una scossa. Mettendosi al servizio della categoria con quella capacità di governo globale della professione che ci ha consentito, fino ad oggi, di tendere una mano a qualunque collega lo richiedesse, trovando soluzioni, negoziando posizioni, facendo proposte legislative, dando assistenza ai giornalisti meno garantiti.
Per  ‘riordinare’ il nostro Ordine, abbiamo formato una squadra di professionisti seri, motivati e capaci di rappresentare tutte le istanze della nostra complessa categoria, in modo da portare avanti un discorso quanto più possibile completo e che tenga conto delle esigenze ed idee di tutti: uomini e donne, precari e contrattualizzati,  giornalisti televisivi e della carta stampata, provenienti da grandi testate o da piccole realtà, giovani, meno giovani e pensionati, uffici stampa e disoccupati. Grinta, slancio ed entusiasmo con, alle spalle, forza, organizzazione, esperienza. Con questi strumenti  affrontiamo i problemi dell’accesso, della deontologia, la formazione, i rapporti chiari con la politica.
‘Riordinare’, noi, con voi, per essere efficienti ed efficaci, consistenti e liberi da condizionamenti: un punto di riferimento del giornalismo in Campania come l’Ordine può e deve essere. Noi ci proponiamo di rinnovarlo con concretezza, facendo risalire  in superficie la nostra categoria ed afferrando fermamente la barra del timone. Con amicizia,

Enzo Colimoro