Manovre in corso
intorno al sindacato
DOPO LE dimissioni di Alessandro Sansoni, “per motivi personali” se ne va anche Marcello Curzio. Dei 'fondatori' che il 28 febbraio scorso avevano costituito il Sindacato dei giornalisti napoletani restano soltanto Armando Borriello, pensionato del Mattino, e Claudio Silvestri, cronista del Roma, che sono però decisi ad andare avanti: hanno organizzato incontri a Salerno, Avellino, Caserta e Casoria, e stanno ipotizzando di dividere la Campania,
Napoli città esclusa, in otto zone: gli altri quattro capoluoghi e la provincia partenopea articolata in quattro aree: zona flegrea, Napoli Nord, Vesuviano mare e Vesuviano nolano. Sul versante soci al 30 giugno gli iscritti che hanno versato la quota annuale di 90 euro sono
Armando Borriello e Claudio Silvestri
sessantadue, pochissimi se si considera gli undicimila giornalisti dell’Ordine campano, ma non lontani dalla soglia minima indicata all'articolo 15 dello statuto della Federazione della stampa: settanta iscritti, di cui almeno venti professionali (professionisti). I risultati, come si vede, sono modesti, ma stanno spingendo qualcuno a mettere un cappello per occupare posti.
Il 25 giugno tre giornalisti già titolari di cariche durante la gestione Assostampa targata Colimoro hanno organizzato un incontro all’hotel Mediterraneo. I promotori sono il giornalista Rai Massimo Calenda, consigliere nazionale azzerato dalla Fnsi come tutti gli altri consiglieri campani (e nell’autunno del 2011 protagonista di una telefonata del faccendiere Valter Lavitola, che lo candidava al vertice del tg campano, con l’allora direttore generale della Rai Mauro Masi); la redattrice dell’agenzia Italia Lucia Licciardi, negli ultimi sette anni componente del direttivo del sindacato; Renato Rocco, presidente dell’Unione dei cronisti partenopei e sodale di Colimoro.
Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato una ventina di persone, ci sono stati grandi impegni da parte dei promotori per far crescere e rafforzare il nuovo sindacato. E a rimorchio il giorno dopo è arrivato un comunicato, su carta intestata della Fnsi e dell’Unione nazionale cronisti. Nelle dieci righe,
Massimo Calenda, Lucia Licciardi e Renato Rocco
opera forse di Renato Rocco, a giudicare dall’italiano improbabile, viene assicurato che “chiarezza e trasparenza” sono “alla base del progetto di rilancio dell’attività sindacale in
Campania”. Ma al di là di proclami e comunicati che non costano niente, resta il dato che nessuno dei tre ‘vecchi’ dirigenti ha ancora versato la quota d’iscrizione al sindacato.
E chiudiamo con la Federazione della stampa. Venerdì 20 giugno la commissione della Fnsi (il presidente Giovanni Rossi, Carlo Maria Parisi e Paolo Perucchini) incaricata di risolvere il 'caso Napoli' ha incontrato a Roma Borriello e Silvestri per fare il punto sulla situazione napoletana.
Tre le preoccupazioni manifestate dai dirigenti federali: capire se dalle azioni giudiziarie del professore Stefano Cianci per conto del comune di Napoli possono emergere problemi per la Federazione; a cosa mirano le iniziative che sta mettendo in campo il numero uno dei pubblicisti campani Domenico Falco; imprimere una forte accelerazione per arrivare al prossimo congresso Fnsi con almeno una parvenza di rappresentanza campana.