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Proposta ad Agricola:
elimini l’ufficio stampa
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“SI COMUNICA CHE, nella giornata di ieri, la Polizia di Stato ha tratto in arresto, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, un uomo appartenente ad una nota organizzazione criminale della zona”. Comincia così un comunicato stampa, ‘velina’ in gergo, del 27 settembre, dell’ufficio stampa della questura di Napoli. Del resoconto che la Polizia dovrebbe fornire agli operatori dell’informazione e, per loro tramite al pubblico in un Paese libero e in una “società aperta”, manca tutto.
“Abbiamo arrestato un uomo”. Veramente? Ma come si chiama, dove è nato, quanti anni ha? Non è dato saperlo. “È appartenente ad una nota |
organizzazione criminale della zona”. Di quale zona parliamo? Nessun dettaglio. Neanche vale il riferimento al commissariato di San Giuseppe Vesuviano, l’arresto potrebbe essere avvenuto in altro Comune.
Ai garantisti (e siamo tra loro) va precisato che qui non c’è privacy da tutelare. Si tratta, evidentemente, di un |
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Antonio Manganelli |
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pregiudicato affiliato a un clan. In quale pagina un cronista collocherà la notizia? E a quale lettore interesserà una notizia così vaga, reticente e incompleta. Inutile chiederlo ai burocrati dell’Ufficio stampa (sette unità guidate Brunella Marziani), il cui lavoro sembra in sostanza consistere nel nascondere le notizie ai giornalisti, piuttosto che fornirgliele.
L’ufficio stampa della questura di Napoli fu istituito dallo scomparso questore Antonio Manganelli nel 1999. Un funzionario che lasciò il segno anche nel breve periodo di servizio in città. I primi addetti all’ufficio stampa furono formati al rapporto con i mass-media.
I giornalisti chiedevano informazioni, non sempre le ricevevano, nella distinzione dei ruoli e nel rispetto delle indagini in corso, ma tutto avveniva nell’ambito di un rapporto corretto tra una fonte ufficiale di informazioni e chi le informazioni le trasmette al pubblico che ha diritto di sapere.
Dopo venticinque anni dell’ufficio stampa della polizia non resta più niente.
Nei quattro anni a Napoli, dal giugno 2019 al luglio 2023, del questore Alessandro Giuliano i cronisti partenopei erano convinti di avere toccato il fondo sul fronte della comunicazione. Si sbagliavano.
“Non ci dicono dove, – dice una cronista sconfortata - i nomi degli |
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arrestati non li danno da tempo. Ma nemmeno il quando è dato sapere?”
Agenti scarsamente motivati, scelti non si sa con quale criterio, si limitano a inviare veline improbabili, dove le omissioni sono molte di più delle informazioni. E c’è anche la derisoria lezioncina di diritto penale e costituzionale impartita |
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a fine testo. L’arrestato è “persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva”.
Al questore Maurizio Agricola, a via Medina dal luglio 2023, facciamo perciò una proposta: abolisca questo inutile ufficio stampa, una scelta che gli consentirà di destinare a compiti più utili otto poliziotti. E sostituisca l’ufficio stampa con un bollettino: oggi sono state arrestate X persone e denunciate y. Ci servirà almeno per le statistiche sulla criminalità. Per fare una notizia serve tutto quello che nei vostri comunicati non ci dite.
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Aramis de Vannes |
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