La relazione dei revisori
dei conti sul bilancio
All'assemblea degli iscritti
al presidente
ai consiglieri dell'ordine


Cari colleghi,
prima di svolgere la relazione sulle cifre del bilancio consuntivo al 31 dicembre 2000, licenziato dal consiglio direttivo nel marzo scorso, vogliamo ricordare il compianto collega, Antonio Ravel, che, di questo collegio, era autorevole componente.
Sulla voce attivo di cassa, rileviamo come tale consistente importo non abbiamo avuto modo di verificarlo perchè, in realtà, dalle precisazioni fornite dal tesoriere e dal ragioniere Costantino Trevisan, nonchè dalle note esplicative sulla situazione patrimoniale al 31 dicembre 2000 pervenute si tratta, in realtà, di aggregazione di più voci che, indicativamente andrebbero a formare, impropriamente, l’attivo di cassa.
Non solo state sufficientemente chiarite le anticipazioni in conto quote 1995, ammontanti a lire 29.200.000 e di lire 5.000.000.
Per quanto attiene la riscossione delle quote albo esercizi precedenti, di lire 98.197.000: osserviamo che si tratta di morosità "storiche", probabilmente in parte prescritte. Si dà atto del lavoro svolto dal consiglio per il recupero delle morosità pregresse. Ma sono ancora troppi gli iscritti che da anni non ottemperano al pagamento delle quote ordinistiche. Bisogna trovare più sollecite forme di recupero per ridurre ulteriormente le morosità dei colleghi professionisti e pubblicisti. Attualmente risultano morosi più del 20% dei colleghi professionisti e circa il 40% dei colleghi pubblicisti. Rispetto al preventivo 2000 sono stati riscossi, ad esempio, 140 milioni di quote su 225 milioni preventivati: ben 80 milioni in meno.
Raccomandiamo ancora che sugli interessi di mora vanno apportate le ritenute da versare all’erario e che le quote arretrate vanno considerate e gestite come residui.
Il costo della convenzione tra Ordine ed Assostampa – com’è noto – di lire 32 milioni annui. Per tale importo l’Assostampa è tenuta alla riscossione, per conto dell’Ordine, delle quote degli iscritti. Sarebbe auspicabile che l’Ordine vi provvedesse direttamente o prendesse in considerazione di affidare il servizio ad una esattoria abilitata, come già avviene per altre categorie (avvocati, ragionieri, commercialisti e per lo stesso Ordine dei giornalisti della Lombardia). Si avrebbe una riduzione dei costi. Ricordiamo che la convenzione è sorta quando l’Ordine regionale veniva ospitato presso la sede dell’Assostampa in Villa comunale. L’importo di 32 milioni di lire era il corrispettivo dell’ospitalità, della riscossione delle quote ordinistiche e della pulizia dei tre locali riservati all’Ordine.
Dopo lo sfratto per morosità dell’Assostampa dalla sede storica della Villa comunale, la convenzione – a nostro avviso – andava doverosamente rivista, in quanto l’Ordine ha dovuto stipulare un proprio contratto di locazione, il cui costo annuale grava sul bilancio per lire 42 milioni all’anno. A tale importo vanno aggiunti i 32 milioni della convenzione. Tale rapporto va, dunque, rinegoziato nell’eventualità che possa essere ancora vantaggioso per gli iscritti dell’Ordine regionale dei giornalisti della Campania. Sempre in tema di convenzione, abbiamo, altresì, riscontrato l’intempestiva anticipazione della rata semestrale di 16 milioni, elargita nel mesi di novembre 2000 (mandato numero 250) relativo al periodo 1 gennaio 2001 – 30 giugno 2001. Tale versamento andava eseguito nel 2001.
Sono state versati tre milioni a un legale (mandato numero 160/00 del 31 luglio 2000) sulla base della sua richiesta di solo rimborso spese per un patrocinio a difesa dell’Ordine, chiamato in causa "in un’azione legale da un non iscritto all’albo", come viene precisato nella relazione al bilancio del tesoriere.
Si prende atto che nel bilancio la voce taxi è scomparsa.
Va regolarizzato il mandato numero 216/2000 del 13 ottobre 2000 di un milione con l’allegato fiscale.
Sul mandato numero 95/2000 di lire settecentomila (spesa di ristorazione) osserviamo che sarebbe auspicabile indicare nel bilancio di previsione un fondo annuale destinato alla rappresentanza, al quale attingere, per giustificati motivi. Una specifica delibera del consiglio direttivo dovrebbe regolamentare l’impiego del fondo medesimo nel corso dell’anno.
Prendiamo atto dell’avvenuto versamento Inps di lire 56.904.000 riferito agli anni 1998 e 1999, effettuato in data 6 luglio 2000 (mandato numero 171). Sulla cifra versata in ritardo andranno ad aggiungersi, inevitabilmente, gravose more, per il ritardato pagamento. Ricordiamo che i versamenti agli enti previdenziali ed assistenziali vanno effettuati nei tempi stabiliti dalla legge. Dai mandati esibiti, riguardanti – ad esempio – la retribuzione mensile corrisposta al ragioniere Costantino Trevisan, emerge che tali adempimenti vengono ancora procrastinati alla fine dell’anno solare. Tale procedura espone a gravose multe il datore di lavoro (Ordine regionale dei giornalisti) che allo stipendio mensile deve far seguire- tempestivamente – i versamenti. Non è stato possibile verificare la posizione assicurativa del ragioniere Trevisan, in quanto, allo stato, mancano i documenti individuali per il riscontro dell’accredito dei contributi rispetto a quelli versati per tutto il periodo per il quale corre l’obbligo assicurativo.
Per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto (tfr), la consistenza dello stesso non si è avuto modo di verificarlo materialmente. Si evidenzia, però, come il calcolo della eventuale somma accantonata non rispecchia, nella sua congruità, la effettiva entità rispetto all’anzianità di servizio matura dal ragioniere Trevisan.
Nel mandato numero 120/2000 del 7 giugno 2000 viene riportata la voce: "raccomandate morosi" per lire 1.723.200. Raccomandiamo di recuperare l’importo addebitandolo ai morosi.
Apertura di conti correnti. Attualmente l’Ordine dispone di tre conti correnti. Si potrebbe ridurli almeno a due con evidente riduzione dei costi.
Il costo per il funzionamento della consulta nazionale dei presidenti deve gravare sul consiglio nazionale e non su quello regionale, in quanto è il consiglio nazionale a convocare la consulta dei presidenti degli Ordini regionali.
Vanno, dunque, recuperati gli importi sostenuti nei confronti del consiglio nazionale. Sono costi – ribadiamo – che deve sopportare l’organismo nazionale, al quale, peraltro, gli iscritti all’Ordine dei giornalisti della Campania versano, per il suo funzionamento, una distinta quota, come per legge.

Cari colleghi,

si conclude con questa relazione, il nostro mandato elettivo di revisore di conti dell’Ordine regionale dei giornalisti della Campania. Abbiamo cercato di dare un contributo in direzione della massima trasparenza contabile, nella consapevolezza che quando si amministrano le quote degli iscritti queste vanno scrupolosamente impiegate nella promozione e tutela della categoria. I colleghi devono poter contare su un Ordine professionale capace di tutelare adeguatamente l’esercizio della professione giornalistica. Un contributo, in tal senso, può venire certamente anche dall’efficienza degli organismi rappresentativi di categoria.
Servire un Ordine professionale, dal fronte del collegio dei revisori, è cosa impegnativa non solo per evidenti difficoltà logistiche (sfratto, trasloco nella nuova sede...) ma anche per le perduranti carenze tecnico – amministrative riscontrate. Il solo ragioniere, Costantino Trevisan, non può amministrare un Ordine professionale complesso, con funzioni estremamente delicate, cresciuto notevolmente nelle iscrizioni. Ai 1500 giornalisti iscritti alla fine degli anni settanta, originariamente amministrati dal solo Trevisan, se ne sono aggiunti, negli ultimi venticinque anni, altri tremilacinquecento sino a raggiungere la cifra attuale di cinquemila iscritti. L’organico è rimasto, però immutato. Ciò non può che ripercuotersi negativamente, nonostante la buona volontà di ciascuno, sul regolare andamento della vita dell’Ordine. Anche nella relazione dell’anno scorso avevamo sollevato questo problema. Ci rendiamo conto che un’altra eventuale assunzione richiederebbe una variazione al bilancio di previsione che, questa assemblea, potrebbe apportare unitamente all’adeguamento delle quote ordinistiche annuali. Facciamo presente come un contratto di formazione-lavoro, con la nuova legge sull’occupazione giovanile, rappresenti una soluzione vantaggiosa in quanto i contributi vengono versati al 50% e si avrebbe un rimborso pari a 400 mila lire mensili. Insomma, il nuovo assunto, di età dai 18/25 anni, graverebbe sull’Ordine non più di un milione e duecentomila lire al mese per tredici mensilità. Rivedendo gli straordinari pagati già si potrebbe assumere questa unità, senza contare che, potenziando l’organico dell’Ordine, si potrebbe annullare l’attuale convenzione con l’Assostampa.
Abbiamo voluto corrispondere al mandato ricevuto direttamente dai colleghi, servendoci anche di contributi di qualificati esperti.
I sottoscritti revisori – è ben ricordarlo – come per legge non approvano un bilancio: fanno riscontri e controlli sulla gestione dei fondi e cercano di dare indicazioni, sulla scorta della documentazione contabile visionata, con l’intento di ottimizzare la gestione delle risorse e dei servizi. Il contenuto di questa relazione, come di quella presentata l’anno scorso in assemblea, mostra la determinazione con la quale ci abbiamo provato. Le decisioni operative ed organizzative spettano, però, a chi guida il consiglio direttivo dell’Ordine, che può raccogliere e valorizzare, in piena autonomia, i contributi offerti dai revisori e dagli iscritti.
Vero è che il tasso di effettiva partecipazione alle scelte degli organismi di categoria è molto basso. Ciò non consente sempre a chi governa di giovarsi di quel necessario riscontro, critico e prospettivo, indispensabile affinchè anche un Ordine professionale sappia vincere le sfide, sempre nuove, che sono davanti ad una categoria come quella giornalistica. E’ necessario, quindi, innovare profondamente i momenti organizzativi ed amministrativi. Esigenza, peraltro, condivisa da tanti colleghi.
In proposito vogliamo ricordare la spinta su questo versante, venuta anche dal collega consigliere Maurizio De Tilla, presidente della commissione giuridica dell’Ordine, che aveva raccolto una nostra esortazione in tal senso lo scorso anno: cioè dotare il consiglio di consulenze specifiche sul piano tecnico, non solo per una migliore gestione amministrativa e formulazione dei bilanci, ma che fossero anche di qualificato supporto allo stesso consiglio su temi e questioni particolari.
Tale esigenza - a nostro avviso - permane. Questa relazione può costituire – ci auguriamo – un ulteriore e costruttivo stimolo.

Napoli, 7 aprile 2001

Silvio Campione
Mario Simeone