Per l'Ordine dei giornalisti
un bilancio in chiaroscuro

A FUORIGROTTA, nella sala che separa la birreria dalla tenda del Palapartenope, si è svolta il 7 aprile l’assemblea annuale dei giornalisti della Campania riuniti per discutere e votare il bilancio consuntivo 2000 e il preventivo 2001.
Davanti ad una platea affollata anche da neo pubblicisti (con familiari al seguito), convocati per ritirare il tesserino professionale, ha aperto i lavori Ermanno Corsi, che dal giugno '89 presiede l’Ordine regionale. Per l’indisponibilità del tesoriere Ferdinando De Maria, i bilanci sono stati illustrati dal segretario Bruno Petretta.
Mario Simeone ha quindi letto la relazione dei revisori dei conti preparata e firmata insieme all’altro professionista del collegio, Silvio Campione.
Il terzo componente, il pubblicista Nunzio Ingiusto, ha invece preferito fare una dichiarazione all’assemblea ."Il consuntivo presentato dal consiglio – ha detto – è migliore del precedente e abbastanza vicino al preventivo approvato l’anno scorso; non ci sono infatti scostamenti di grande rilievo". Circa il comunicato diffuso dall’Ordine tre giorni dopo l’assemblea che parla delle "relazioni dei revisori dei conti Nunzio Ingiusto e Mario Simeone", Ingiusto precisa a Iustitia: "Nel mio caso non è esatto parlare di seconda relazione; come negli anni precedenti ho soltanto firmato il verbale d’ispezione relativo alla documentazione contabile".
Si è poi aperto il dibattito, nel quale sono intervenuti, tra agli altri, Ottavio Lucarelli, Riccardo Musto, Gerardo Pinto, Alfonso Ruffo, Genny

Bruzzano, Giuseppe Sbarra, Rosario Mastrocola , Francesco Landolfo, Gianni Ambrosino e il vice presidente dell’Ordine campano Domenico Castellano.
Molto critica la testimonianza del consigliere dell’Ordine regionale Ottavio Lucarelli. Il cronista di Repubblica ha raccontato delle difficoltà incontrate per avere per tempo una copia del bilancio e della scarsa chiarezza che connota voci centrali del documento contabile.
Decisamente singolare l’intervento di Alfonso Ruffo, direttore del Denaro, settimanale regionale di economia. "Il dibattito tra giornalisti – ha teorizzato Ruffo – deve volare alto. Certo non


Alfonso Ruffo

può essere una fattura storta o diritta a condizionare il voto sul bilancio".
Gerardo Pinto ha invece chiesto che si procedesse a una scrupolosa verifica degli aventi diritto al voto. Il presidente si è invece limitato a ricordare all’assemblea che potevano votare i giornalisti in regola con il pagamento delle quote e ha deciso di procedere per alzata di mano. Tante le mani alzate per il sì al bilancio (ma non sono state contate, come risulta dal comunicato dell’Ordine), otto i voti contrari, sette gli astenuti.
La vera novità dell’assemblea è stata però la relazione dei revisori dei conti, giunti al termine del loro mandato triennale. Una relazione ricca di spunti propositivi per il nuovo consiglio che verrà eletto a fine maggio e puntuale nel segnalare le anomalie di un bilancio con troppi punti oscuri, a cominciare dalla prima voce.
"Sulla voce attivo di cassa (487.044.906 lire, ndr) – scrivono Simeone e Campione – rileviamo come tale consistente importo non abbiamo avuto modo di verificarlo perché, in realtà, dalle precisazioni fornite dal tesoriere e dal ragioniere Costantino Trevisan, nonché dalle note esplicative sulla situazione patrimoniale al 31 dicembre 2000 pervenute si tratta, in realtà, di aggregazione di più voci che, indicativamente, andrebbero a formare, impropriamente, l’attivo di cassa".
E ancora, su tutt’altro versante: "Non è stato possibile verificare la posizione assicurativa del ragioniere Trevisan, in quanto, allo stato, mancano i documenti individuali per il riscontro dell’accredito dei contributi rispetto a quelli versati per tutto il periodo per il quale corre l’obbligo assicurativo. Per quanto riguarda il trattamento di fine rapporto (tfr), la consistenza dello stesso non si è avuto modo di verificarlo materialmente. Si evidenzia , però, come il calcolo della eventuale somma accantonata non rispecchia, nella sua congruità,


Luciano Antonio Nobli

l’effettiva entità rispetto all’anzianità di servizio maturata dal ragioniere Trevisan".
Altrettanto critico Luciano Antonio Nobili, tecnico della contabilità, cui Iustitia ha chiesto una lettura dei bilanci dell’Ordine.
"L’unica certezza – scrive Nobili - è che i revisori dei conti non hanno avuto modo di

verificare l’esistenza di cassa al 31 dicembre 2000, poiché nella cassa non vi era l’importo di lire 487.044.906, così come invece indicato nell’attivo del bilancio consuntivo. L’indicazione di questa posta non corrisponde ai principi di chiarezza, verità e trasparenza". E, dopo un dettagliato esame delle singole voci, una conclusione molto severa: "Il bilancio consuntivo 2000, anche per le carenze evidenziate dai revisori dei conti, non è stato redatto con chiarezza e non rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale dell’Ordine dei giornalisti della Campania".