Inpgi, per la presidenza
per ora nessun accordo

CON IL RITORNO alle urne dei giornalisti pensionati campani, si è concluso il 24 febbraio il tormentato iter del rinnovo dei vertici dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti. Dopo il voto nullo di quindici giorni prima con trenta votanti e trentadue schede, i dirigenti dell’istituto hanno voluto evitare sorprese, spedendo a Napoli tre funzionari che hanno gestito le

operazioni elettorali insieme al notaio Lodovico Mustilli e all’impiegata dell’Inpgi su Napoli Paola Spinelli.
Con l’elezione dei dieci pensionati (Domenico Marcozzi, primo con 647 preferenze, Antonio De Vito, Giuseppe Iselli, Giovanni Rossi, Neri


Maurizio Mendia, Umberto Nardacchione e Lino Zaccaria

Paoloni, Massimo Signoretti, Maurizio Mendia, Marcello Ugolini, Maurizio Andriolo, Franco Picchiotti, che ha ottenuto 331 voti), il consiglio generale è ora al completo e si può procedere alle fasi successive per arrivare all’elezione del presidente. Tra i pensionati eletti c’è il napoletano Maurizio Mendia, ex giornalista del Mattino, mentre non ce l’ha fatta l’ex vice direttore del Mattino Giacomo Lombardi, che ha raccolto 242 preferenze. Mendia va ad aggiungersi agli altri due napoletani del consiglio generale: Lino Zaccaria e Umberto Nardacchione
Le prossime tappe sono il 20 marzo la riunione del comitato amministratore  dell’Inpgi 2 che dovrà eleggere due consiglieri, di cui uno entrerà a far parte del consiglio d’amministrazione, e l’otto e il nove aprile la prima riunione del consiglio generale. “Per ora tutto è in alto mare, - dice uno dei senatori dell’Inpgi – per l’istituto è vitale una gestione unitaria, responsabile e competente, ma in campo ci sono troppi aspiranti presidenti”.