Ordine, in rosso
il bilancio 2021

SONO DUE I nodi emersi il 4 aprile nel corso dell’assemblea dei giornalisti campani convocata a Napoli, all’hotel Alabardieri, per l’approvazione dei bilanci, consuntivo 2021 e preventivo 2022. Prima però forniamo qualche dato di anagrafe. Al 31 marzo i giornalisti iscritti agli albi nella regione risultano 11.969: i professionisti sono 1.635 di cui 1.226 dotati di posta elettronica certificata; i pubblicisti sono 10.334 con 4023 titolari di pec. Sono dati che meritano un commento veloce.

Dodicimila giornalisti rappresentano un numero spropositato di iscritti per una regione che ha una rete informativa modesta e gracile e certificano che nei decenni gli albi sono stati gonfiati con iscrizioni non sempre rigorose. E non è un caso che al rito stanco dei bilanci partecipino sempre meno iscritti. Questa volta nel momento di maggiore afflusso c’erano in sala ventiquattro persone di cui la metà in veste istituzionale che si

Francesco Marolda

sono espressi compatti a favore dell’approvazione dei bilanci con l’eccezione dei voti contrari di Bruno Buonanno e Mario Simeone.
Vediamo ora i nodi. Il primo riguarda il bilancio consuntivo che dopo anni di attivo si è chiuso con un rosso di 9.762 euro. Francesco Marolda, presidente del collegio dei revisori di cui fanno parte Concita De Luca e Francesco Ferraro, non è preoccupato. Il segno meno di quest’anno, ha spiegato nella sua relazione, è temporaneo perché dipende dalle spese sostenute per la convocazione e lo svolgimento delle elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine, costate 82.796,40 euro.
Una spesa enorme che nonostante le domande poste durante l’assemblea da Mario Simeone, ex revisore dei conti dell’Ordine regionale, non ha ricevuto risposte puntuali; il presidente Ottavio Lucarelli, il vice Domenico Falco e Marolda hanno parlato di costi per la sanificazione e per la vigilanza, di due tornate elettorali, di tre seggi provinciali (Napoli, Salerno, Avellino). Nessuna cifra invece è stata fornita sul numero di scrutatori convocati al seggio della Mostra d’Oltremare, si è parlato di oltre trenta persone, e del compenso che hanno percepito.
L’altro nodo ha riguardato gli iscritti morosi cronici. “Dopo le 130 decadenze del 2020 – scrive il presidente dei revisori – le cancellazioni

Mario Simeone

nel 2021 sono state ben 1.835 (tra questi un centinaio di professionisti). E altrettante dovrebbero essere nel 2022”. Da apprezzare l’ottimismo di Marolda perché una drastica cura dimagrante degli albi può dare un contributo a restituire credibilità a un Ordine piuttosto malmesso. Basti citare la discussa gestione dell’ultima tornata elettorale con la denuncia indirizzata ai presidenti della commissione elettorale

e del seggio, il ricorso all’Ordine nazionale, fermo da cinque mesi, gli esposti alla procura della Repubblica e alla Corte dei conti.
Come detto, è positivo il lavoro di taglio dei morosi ma i consiglieri dell’Ordine dovrebbero ricordare che uno dei primissimi compiti indicati dalla legge istitutiva è la revisione degli albi da effettuare con cadenza biennale. Probabilmente neanche i veterani come Falco sono in grado di indicare quanti decenni fa è stata realizzata l’ultima volta.