Le cause della paralisi
della rete delle edicole
Documento delle segreterie
Sinagi Slc-Cgil, Cisl Giornalai, Uiltucs Giornalai, Usiagi Ugl



La rete napoletana delle edicole, terza in Italia per fatturato dopo Roma e Milano, è da dieci anni ingessata da una politica amministrativa del Comune di Napoli e della Regione, che non consente a questa rete di crescere e svilupparsi.
Con l’ordinanza sindacale n°451 del 14 maggio del 1999, a firma dall’Assessore del Comune di Napoli Raffaele Tecce e della Dirigente del servizio commercio su aree pubbliche Dott.ssa Ida Alessio Vernì, l’Amministrazione Comunale ha disposto la sospensione del rilascio delle concessioni di occupazione suolo per le edicole, salvo eventuali spostamenti per motivi di pubblica utilità.
Tale sospensione, che doveva avere vita breve, era un intervento necessario, concordato con le Organizzazioni Sindacali, in attesa dell’emanazione dei criteri di disciplina regionale, indicati dal D.Lgs 170/01 che prevede la formulazione dei piani di localizzazione delle edicole da parte dei Comuni.
Un piano di cui Napoli è sprovvista dal 1981, anno dell’entrata in vigore della precedente legge di disciplina del settore (Legge 416/81).
In definitiva, tale ordinanza emanata con l’obiettivo di contrastare un allargamento selvaggio della rete di vendita, ha ottenuto invece l’effetto di bloccare le edicole esistenti.
Nel corso degli anni molti edicolanti, in assenza di un piano programmatico Comunale, hanno provveduto alla sostituzione e, in alcuni casi all’ampliamento dei manufatti ormai fatiscenti.
Prendendo atto di queste modificazioni, L’Amministrazione Comunale nel 1996 ha deciso di regolarizzare gli interventi effettuati fino al 31-12-92.
Purtroppo, per molti, la regolarizzazione della loro posizione è rimasta una mera dichiarazione d’intenti, in quanto non sono riusciti ad ottenere il rilascio del titolo di concessione di suolo pubblico, poiché le istanze presentate sono ancora ferme negli uffici comunali per mancanza dei pareri di competenza dei vari servizi comunali (servizio tecnico circoscrizionale, viabilità e traffico, polizia municipale).
Ai ritardi amministrativi inerenti la rete tradizionale, vanno aggiunti i trasferimenti di proprietà a seguito di cessioni e/o fitti d’azienda.
Tutto ciò crea una situazione di grande precarietà in una città che ha come prima esigenza un quadro di “normalità e di certezza dei diritti.
Purtroppo, in questa fase l’assenza della normativa regionale, prevista dal D.Lgs 170/01 non agevola la situazione.
Nel febbraio 2004 il precedente Assessore Regionale al Commercio, Alois, presentò il disegno di legge regionale che, insieme agli indirizzi ai Comuni prevedeva la possibilità anche per i chioschi edicola siti su aree pubbliche, di utilizzare gli interventi finanziari previsti dal POR, con l’obiettivo di stimolare la ristrutturazione e l’ammodernamento aziendale mediante l’adeguamento estetico e funzionale dei chioschi, favorendone la loro integrazione nel tessuto urbanistico.
Purtroppo, anche questa è ancora al palo in attesa di essere approvata dalla Giunta Regionale.
Tale ritardo è ancora più grave se si pensa al mutamento veloce e continuo del mercato editoriale che rende le edicole esclusive del tutto inadatte all’evoluzione numerica e volumetrica dei prodotti editoriali.
Una situazione che condanna Napoli e la Campania ad una condizione di inferiorità rispetto ad altre città che dispongono di una rete ricettiva e tecnologicamente avanzata.
Eppure gli accordi siglati con gli editori valgono in Campania come nelle altre Regioni, accordi che ci obbligano alla ricezione e messa in vendita di tutti i prodotti editoriali.
Questa situazione causa grande disagio alle edicole che spesso sono costrette a non garantire parità di trattamento a tutte le testate che vengono distribuite.
I ritardi della burocrazia comunale e regionale evidenziano un’inspiegabile sottovalutazione del ruolo sociale dell’edicola come principale veicolo per la diffusione dell’informazione e per l’offerta ai cittadini di servizi di pubblica utilità.
Una sottovalutazione che va superata attraverso uno sforzo comune degli amministratori pubblici e degli edicolanti, che peraltro in questi anni hanno dimostrato maturità e consapevolezza del proprio ruolo, non ricorrendo mai a forme, anche clamorose, di protesta.
Per avviare un dialogo nuovo e proficuo due sono gli atti da compiere subito: il primo è la regolarizzazione dell’attuale rete di vendita, attraverso il rilascio della concessione dell’occupazione di suolo pubblico ai rivenditori che ne sono sprovvisti. Operazione questa da portare a termine in fretta poiché il nuovo regolamento Cosap (Concessioni suolo pubblico e relativo canone), prevede che dal prossimo gennaio tutto ciò che insiste su suolo pubblico senza autorizzazione è ritenuto abusivo.
Il secondo atto è quello di avviare un piano di riqualificazione delle edicole che agevoli dove possibile la sostituzione dei manufatti esistenti con strutture adeguate alle esigenze dei cittadini, degli editori e degli edicolanti, integrando le nuove strutture in un progetto complessivo di riqualificazione urbana.


Napoli, giugno 2005 Sinagi Slc – Cgil
Cisl Giornalai
Uiltucs Giornalai
Usiagi Ugl