La mia vita con...l'italiano

Cara Iustitia cara,
Giandomenico Lepore, procuratore capo di Napoli, ha aperto un faldone su Federica Cigala, moglie di Alfonso Ruffo, direttore-editore del Denaro. Ipotesi di reato: attentato all’italiano. Boutade a parte, la vicenda merita di essere raccontata. Nel numero di luglio di Den, il mensile del Denaro, la rubrica «La mia vita con...» - curata da Federica Cigala che intervista le mogli di personaggi e aspiranti vip - è dedicata a Gloria Caruso, consorte di Lepore. Titolo del capolavoro: «Era bello il mio ragazzo col vestito della festa», con un’intervista a 24 quesiti.
II misfatto avviene alla quarta domanda quando la Cigala chiede alla Caruso in che modo è «vicino» al marito. Risposta: «Liberandolo dagli oneri banali, che prima era più sua cura occuparsene». Che prima era più sua cura occuparsene. Proprio così: la Caruso parla come una badante ucraina da tre giorni in Italia. Ma se per l’ucraina è giustificabile un collasso verbale, è impensabile che la moglie del procuratore capo, laureata in lingue e insegnante d’inglese (ora in pensione), si produca in un tale svarione sintattico e grammaticale. Ci chiediamo: la Cigala scrive come parla la Caruso o scrive come parla? Cerchiamo di venirne a capo, per dare una mano al procuratore e due alla moglie del procuratore. L’intervista, diceva Longanesi, è un articolo rubato. Bisogna, però, saper rubare. Un buon «furto» giornalistico richiede una solida conoscenza della lingua e una dose massiccia di talento. Lasciando stare il talento, la Cigala - forse la fretta, il caldo, lo stress - mischia alla «refurtiva» una perifrasi «schizzata», un costrutto «distrutto», un cortocircuito psicolinguistico. Che prima era più sua cura occuparsene. Ma chi cura la revisione dei pezzi del Den? La chilometrica gerenza del mensile del Denaro parla chiaro: il direttore responsabile è Alfonso Ruffo, il vicedirettore è Goffredo Locatelli, il capo redattore è Antonio Arricale. La Cigala, già protagonista di una straordinaria nota di Josef K. Byte quando intervistò Mafalda Ricci, moglie del giornalista in pensione Francesco Bufi, è coordinatrice redazionale, ma non dirige la redazione. Ergo, direttore e vicedirettore non potevano non sapere come era bello Giandomenico Lepore col vestito della festa. Insomma, la svista è stata generale: della rubrica della moglie del direttore nessuno se n’è occupato. A sfuggire alle lenti di Locatelli e Ruffo non è stato uno di quei velenosi refusetti che rallegrano, di tanto in tanto, le colonne dei giornali, ma un intercity di parole finito sui binari morti della grammatica. Difetti di comunicazione o totale assenza di confronto ai vertici del Den? Al Denaro, inoltre, circola tra stagisti e giornalisti, un codice di scrittura, orgoglio di Ruffo, infarcito di regole e regolette utili per alleggerire i pezzi, dribblare l’ampollosità, evitare strafalcioni e abusi di pronomi. Siamo, quindi, arrivati ad un’altra conclusione: o alla Cigala non è mai arrivata una copia del codice sulla scrivania o ha l’autorizzazione a minarne i contenuti. Pare comunque che, a breve, la polivalente struttura del Denaro, tra un corso di formazione per promotori finanziari e uno per operatori vitivinicoli, voglia inaugurarne un altro per correttori di bozze. Non sappiamo ancora di chi sarà più cura occuparsene...

byte byte!
Fausto Molosso

 
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