Bruna Varriale si aggiudica
il match per Studio Aperto

NON SONO STATE facili le prime settimane di lavoro per Bruna Varriale, neo assunta a Studio Aperto, il tg di Italia 1 diretto da Mario Giordano. Il primo luglio a San Giovanni a Teduccio, una delle spiagge 'nere' d’Italia citate nel rapporto di Legambiente diffuso il giorno prima, la Varriale e l’operatore Antonio Pazzi sono stati presi a sassate. “Nel primo pomeriggio

di venerdì – racconta la giornalista – siamo arrivati su una spiaggia piena di spazzatura, bagnata da un mare scuro di liquami e corpi galleggianti indefinibili. Con i sandali avanzavo lentamente sulla sabbia tra buste di plastica, vetri   rotti e siringhe, con mamme tranquille che guardavano i loro bambini, ragazzi che spacciavano droga, sullo sfondo un grande


Bruna e Livio Varriale

cartello con la scritta ‘Divieto di balneazione’ e nessun segno di vigilanza, di controllo o di qualcosa che lasciasse intravedere in quella zona una presenza dello Stato. Abbiamo girato alcune immagini e quattro stand up con le interviste, quando una banda di ragazzi ha cominciato a lanciarci pietre. Pazzi è stato colpito alla testa; l’ho accompagnato all’ospedale Loreto mare e gli hanno cucito tre punti”.
Napoletana, ventotto anni, liceo classico al Bianchi e laurea in Giurisprudenza con 108 su 110, Bruna Varriale è diventata professionista nel febbraio ’99. Figlia di Lucio Varriale, editore di Telelibera e produttore televisivo, e prima di tre fratelli (anche il secondo, Livio di ventitre anni, dall’ottobre scorso è giornalista professionista, lavora a Cologno Monzese in una società controllata da Mediaset, la Newmedia, e si occupa della costruzione di siti e dei loro contenuti), ha svolto il praticantato a Videocomunicazioni, allora guidata da Franco Aulisio, e poi al tg di Telelibera, diretto da Everardo Dalla Noce e poi da Carlo Alvino, Nell’emittente di famiglia ha continuato a lavorare negli anni successivi, salvo una breve esperienza milanese nei primi tre mesi del 2004 a Cfn, Class financial network, il canale satellitare del gruppo di Paolo Panerai. Dal 2 maggio è stata assunta a Studio aperto con sede di lavoro


Carlo Alvino, Franco Aulisio e Lucio Varriale

Casoria, nell’area a nord di Napoli, dopo quattro trasferte a Milano per i colloqui con i vari addetti al personale di Mediaset, conclusi a metà aprile dall’incontro con il direttore Giordano, conosciuto qualche settimana prima a Napoli, quando l'aveva

accompagnato all'Istituto Suor Orsola Benincasa dove teneva una lezione al corso di giornalismo. L'ufficio partenopeo del tg di Italia 1 era scoperto dall'ottobre 2003 quando Stefano La Marca si era trasferito alla redazione romana; con l’assunzione di Bruna Varriale si completa la terna napoletana dei tg di Mediaset, con Carmine Martino per il Tg4 di Emilio Fede e per il Tg5 diretto da Carlo Rossella, la veterana Annamaria Chiariello, nel mese di maggio eletta componente del comitato di redazione in rappresentanza dei giornalisti delle sedi regionali.
Nell’anomalo concorso per titoli e conoscenze che si è scatenato appena è circolata la notizia che Studio Aperto assumeva un giornalista su Napoli, la Varriale ha sbaragliato un folto gruppo di candidati. Nel lungo elenco stilato dagli uomini Mediaset, che annotavano il nome dello sponsor politico accanto a quello dell’aspirante all’assunzione, ci sono volti noti (cronisti e conduttori) del piccolo mondo televisivo partenopeo, corrispondenti di quotidiani nazionali, giornalisti della politica e della cronaca del Roma che avevano

schierato come  sponsor ministri da poco messi in panchina o dirigenti di partito.
Perché hanno assunto lei? Alla domanda di Iustitia Bruna Varriale non si sottrae. “I giornalisti di Studio Aperto – dice – hanno mordente e fanno una tv veloce; vanno ai


Annamaria Chiariello, Emilio Fede e Stefano La Marca

fatti, che spesso non serve raccontare, basta far vedere; non sono come i cronisti ingessati del Tg1. È un profilo professionale nel quale mi ritrovo e, per la verità, non penso che su Napoli ci siano molti giornalisti con queste caratteristiche”.
Nel dicembre del 2002 suo padre ha venduto, per quattro milioni e mezzo di euro, le principali frequenze di Telelibera 63 a Rti, società tecnica del gruppo Mediaset. Quanto ha pesato questo rapporto nella sua assunzione? “Mio padre mi ha dato una mano importante perché mi ha indicato la persona giusta a cui indirizzare il curriculum”. Se invece di Bruna Varriale si fosse chiamata Bruna Esposito sarebbe stata assunta? “Credo che chiamarmi Bruna Varriale mi ha consentito di avere occasioni professionali e frequentazioni che tanti non hanno avuto. Con il mio curriculum, le esperienze che ho fatto, l'età che ho, lo status professionale, la conoscenza della lingua inglese, forse anche Bruna Esposito sarebbe stata assunta".

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