Parte la Città di Eboli
con un team corsaro

ERA GIÀ TUTTO previsto. Ed era tutto preparato. Gli editori della Città Vito Di Canto e Giovanni Lombardi hanno smontato in maniera scientifica un quotidiano nato il 7 marzo 1996 che, per copie vendute, è leader a Salerno e nella sua provincia ed è il secondo della Campania.
Nelle ultime settimane l’operazione è andata avanti a tappe forzate: il 2 febbraio vengono annunciati quattro licenziamenti su tredici redattori e i giornalisti proclamano cinque giorni di sciopero; il 7 tornano al lavoro, ricevono quattro lettere di licenziamento e partono altri cinque giorni di sciopero; al rientro il 12 febbraio trovano le porte del giornale chiuse e la comunicazione degli editori che mettono in liquidazione volontaria la Edizioni Salernitane per “sopraggiunta crisi economica e finanziaria” e interrompono le pubblicazioni; il 19 a Napoli nella sede del sindacato

Gli undici redattori lasciati a casa dagli editori (*)

campano dei giornalisti l’incontro tra le parti che porta all’avvio della cassa integrazione straordinaria per i venti dipendenti (con i tredici giornalisti ci sono quattro poligrafici e tre amministrativi); il 27 febbraio la ratifica negli uffici della Regione Campania della richiesta di cassa integrazione; il 2 marzo a sorpresa arriva nelle edicole del Salernitano il quotidiano la Città confezionato da una nuova società.
Stessa testata, stesso formato, stessa grafica, stessa tipografia, stesso direttore, Antonio Manzo il quale a gennaio garantiva che le vendite e la raccolta pubblicitaria andavano bene e non ci sarebbero mai stati licenziamenti e poi torna in edicola dopo il taglio di diciotto dipendenti su venti e confeziona il giornale con un fedelissimo salvato dalla vecchia squadra (Tommaso Siani mentre Carlo Meoli dopo due giorni ha rinunciato) e Alfredo Boccia che ha finora guidato il service a cui era affidata la realizzazione delle pagine di sport e dell’edizione on line.
In via di “scioglimento volontario” le Edizioni Salernitane è ora la Quotidiani Locali a realizzare il giornale. Ma c’è un’altra novità di rilievo nella Città corsara a confermare l’impressione di scelte a volte autolesionistiche degli editori ‘improvvisati’ che ventotto mesi fa hanno rilevato il quotidiano dal gruppo l’Espresso: la redazione e la Manzoni pubblicità sono state trasferite a Eboli, trenta chilometri a sud di Salerno, in una sorta di call center delle notizie come quelli ospitati in Romania o in Albania. Certo, tutti i protagonisti e i centri decisionali del capoluogo sono lontani così come la gran parte degli inserzionisti ma vuoi mettere il vantaggio di essere ospitati nella vecchia palazzina di proprietà di Di Canto che la utilizzava per la sua società di distribuzione di giornali. Senza contare un altro vantaggio di grande valore economico: con

Maurizio Romano e Giancarlo Visone

l’arrivo della primavera due ebolitani doc come l’editore Di Canto e il direttore Manzo potranno andare in redazione in bicicletta.
Della vicenda che ha portato alla ‘Città di Eboli’ è stata informata da Fnsi e sindacato l’Agcom, l’Autorità per

le garanzie nelle comunicazioni, mentre a livello regionale la prossima settimana del direttore Manzo dovrebbe occuparsi il consiglio di disciplina dell’Ordine campano, presieduto da Maurizio Romano.
Sono intanto al lavoro gli avvocati del sindacato napoletano (sul versante civile Luigi De Martino e sul fronte penale Giancarlo Visone) e della Federazione della stampa (Ottavia Antoniazzi).

(*) Dal volantino diffuso dai giornalisti 'cacciati'