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Papere e papaveri
di Josef K. Byte |
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AUGURI |
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Del giornalismo, così come si fa
oggi, riusciamo ad accettare tutto, sciatteria, faziosità,
servilismo, ma una cosa no, proprio non la perdoniamo: la scortesia.
Sotto questo aspetto il Tgr Campania è imbattibile, e da quindici
anni almeno perpetua una tradizione di correttezza e rispetto del
vivere civile cui nessun caporedattore, da Giuseppe Blasi a
Massimo Milone, ha mai inteso rinunciare. L'edizione serale
del tg del 18 febbraio, condotta da Ermanno Corsi, segna un'altra
tappa importante del bon ton mediatico. Era cominciata così
così: dopo un servizio di Massimo Ravel sulle indagini
per la rissa a Mergellina in cui è stato ucciso un ragazzo,
e quello di Francesca Ghidini sui funerali della vittima, la
linea torna a Corsi che scandisce: "Perché un giovane
di 16 anni può uscire, a Napoli, armato di coltello? Se lo
chiede il sottosegretario all'Ambiente Antonio Martusciello,
che afferma: |
'l'agghiacciante
morte di Francesco Estatico è soltanto l'ultimo
episodio che segnala l'imbarbarimento della vita civile in una
città dove sono minate le regole della convivenza'".
È la tecnica che, citando Totò, potremmo
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Francesca Ghidini, Antonio Martusciello
e Massimo Ravel |
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chiamare del ritocco: i cronisti toccano
i fatti, credendo di dire tutto il necessario, e il conduttore fa
il ritocco aggiungendo l'indispensabile commento di un esponente politico.
Ma, più avanti, Corsi si ricorda delle regole di educazione
in vigore al Tgr Campania, e dà questa notizia: "Ci sono
molti modi per festeggiare il proprio compleanno. All'onorevole Ciro
Alfano è capitato di toccare la soglia del mezzo secolo
di notte, nell'emiciclo di Montecitorio. Era infatti lì per
la maratona notturna riguardante il disegno di legge salva-reti. Notte
in bianco, per il deputato Alfano, ma con gli auguri del presidente
della Camera Casini e l'applauso dei parlamentari presenti".
Siamo quasi ai "bacioni circolari" con cui nelle radio private,
su richiesta, si dedica una canzone a un ascoltatore. Il problema
è che ora tutti i deputati e senatori campani si sentiranno
defraudati se non si darà notizia di come hanno passato il
compleanno: si potrebbe mettere in studio una torta, e mentre il conduttore
spegne le candeline, i telespettatori spengono la tv. |
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LA PRESENZA |
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La vigilia del derby Napoli-Avellino evoca
memorie tragiche: la gara di andata non si giocò per gli incidenti
allo stadio Partenio, durante i quali un ragazzo, Sergio Ercolano,
perse la vita precipitando da una copertura in plastica tra le
gradinate. Il 20 febbraio il Roma, nelle pagine |
b.jpg)
20 febbraio, Napoli-Avellino al San
Paolo. Gli striscioni della curva B
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del calcio
curate da Raffaele Auriemma, dedica ampio spazio ai preparativi
per la partita al San Paolo: cori e scenografie in ricordo di
Sergio, e si |
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ipotizza che possa esserci anche il
padre del giovane. E l'unico errore che bisognava, ma proprio bisognava,
evitare, il Roma lo fa nel sommarione del pezzo d'apertura: "Per
la gara della memoria è prevista anche la presenza del ragazzo
morto al Partenio". |
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LIEVITO |
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Ci sono
notizie che, per quanto drammatiche, sembrano aver bisogno di un particolare
condimento per essere date in pasto prima ai media e poi alla gente;
anzi, più che un condimento, è un lievito che le fa
crescere, finché non viene ristabilita la realtà dei
fatti. Se succede a Napoli, poi, che tre ragazzi muoiano in un incidente
tra motociclette sembra ancora troppo poco: per mobilitare inviati,
fotografi, telecamere, ci vuole quello che Gianni Brera, parlando
di Rivera, definiva "il tocco in più".
Il 17 febbraio, alle 13.05, l'Ansa Napoli mette in rete un lancio
siglato da Franco Tortora, in cui si parla dello "scontro
frontale" avvenuto la sera prima a Boscoreale tra due moto, costato
la vita a due diciassettenni e un ventiquattrenne. Una tragedia: ma
ci vuole qualcosa di diverso, di socioantropologico, che faccia montare
l'attenzione sulla gioventù |
bruciata.
Il secondo lancio di Tortora, così, arriva
alle 16.19: è passato quasi un giorno dall'incidente,
ma solo ora si delinea la dinamica dell'accaduto. Nel titolo
si dice "forse gara moto", ipotesi ribadita nel testo:
"i carabinieri non |

Enzo La Penna, Gianni Rivera e Franco
Tortora |
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escludono che
le due moto stessero effettuando una gara di velocità".
Secondo noi, invece, è l'unica cosa che dovevano escludere,
ammesso che abbiano effettivamente prospettato questa eventualità:
sia perché è difficile immaginare che due moto in corsa
si "scontrino frontalmente", sia perché i due mezzi
in questione - che sono lì, lo ripetiamo, da quasi 24 ore -
sono uno scooter Honda 125 e una Buel di 1200 cc di cilindrata. E
che gara è, tra due moto di cui una è dieci volte più
potente dell'altra? Passano altre due ore, e un altro cronista dell'Ansa
Napoli, Enzo La Penna, va sul posto, dove ci sono anche colleghi
di altre testate. Alle 18.08, in un lancio firmato insieme a Tortora,
finalmente qualcosa di plausibile: "Dopo gli approfondimenti
compiuti in via Marchesa, sembra perdere consistenza l'ipotesi di
uno scontro provocato da una gara tra moto". Il conducente della
Buel ha impennato su una ruota, e ha perso il controllo del mezzo,
che ha travolto lo scooter. Ma non bastava. Ci voleva il "tocco
in più". |
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UN'IPOTESI |
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Ha scritto
Leo Longanesi che "la nostra bandiera nazionale dovrebbe
recare una grande scritta: ho famiglia". Questa frase ci è
venuta in mente un paio di volte nel giro di tre settimane, e aiutateci
a capire perché. Vediamo le prime pagine dei principali quotidiani
del 21 febbraio. Il Corriere della Sera apre col titolo "Crac
Cirio, banchieri sotto accusa"; a centro pagina, "Casini
frena Berlusconi: basta demagogia". La Repubblica apre
con "Crac Cirio, tra i banchieri indagato Masera",
e al centro ha "Casini: 'basta demagogia'". Anche la Stampa
apre con la Cirio, e nel catenaccio del titolo centrale sulla politica
si legge "Casini e Follini all'attacco". Solo due
giornali invertono la collocazione degli argomenti: il Mattino apre
con "Casini a |

Azzurra e Francesco Caltagirone e
Pierferdinando Casini
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Berlusconi:
basta demagogia", e piazza al centro "Cirio, bufera
su Sanpaolo e Popolare di Lodi"; il Messaggero apre con
"Casini: sui politici troppa demagogia", più
giù "Cirio, due banche nell'occhio del ciclone".
Qualcosa di simile era |
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accaduto
anche il 31 gennaio. La Repubblica ha a centro pagina il titolo "Casini
a Nassiriya tra i soldati". Il Corsera addirittura liquida la
cosa con una vignetta di Giannelli, in cui un militare guardando Casini
dice: "Caspita che lifting, è veramente un'altra persona".
Il Mattino ci fa l'apertura: "Casini dai soldati a Nassiriya:
con voi per la pace", con tanto di fotografia del presidente
della Camera in giaccone mimetico (e anche il primo febbraio c'è
una foto simile in prima, con la testatina "reportage" riferita
all'articolo dell'inviato Fabio Scandone e il titolo "Casini,
una notte con i soldati a Nassiriya"). Apertura anche del Messaggero:
"Casini a Nassiriya: ci date fiducia", con una sua foto
mentre depone fiori sul luogo dell'attentato.
Perché ci veniva in mente Longanesi? Perché Casini è
il compagno di Azzurra Caltagirone, figlia di Francesco
Gaetano, editore del Mattino e del Messaggero? Solo un'ipotesi:
quel che è certo è che tutti, anche giornalisti, politici
ed editori, "hanno famiglia". |
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CARLETTO |
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È sicuramente
una delle firme più brillanti del giornalismo italiano: Vittorio
Zucconi ci ha regalato, sulle pagine di Repubblica, indimenticabili
corrispondenze dagli Stati Uniti. Il suo gusto per la scrittura lo
ha portato a volte a romanzare un po' i suoi articoli, e ricordiamo
sempre quando chiuse un pezzo sulla Casa Bianca più o meno
con queste parole: "Ma Ronald Reagan è preoccupato.
Si agita nel letto |
e non riesce a prendere
sonno. 'Cosa c'è, Ronnie, cosa ti tormenta?'. 'Spegni
la luce, Nancy, spegni la luce'". Impossibile non
immaginarlo, taccuino in mano e torcia elettrica tra i denti,
prendere appunti steso sotto al presidenziale giaciglio. Ora,
sul sito Repubblica.it, Zucconi ha una rubrica sul calcio. Il
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Giovanni De Biasi e Carlo Mazzone |
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febbraio così
commenta Brescia-Lecce 1-2: "Mazzone brontola che a lui
je tocca sempre de fa' l'incudine e de prenne 'e martellate, ma dovrebbe
riconoscere che il Lecce, di martellate, ne sta dando parecchie a
tutti. Dunque anche al sud si può giocare bene e vincere, o
no?". Sicuramente, ma l'allenatore del Brescia è Giovanni
De Biasi: a Carletto Mazzone, quest'anno, je tocca allena' er
Bologna. |
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