Tgr, non si aggiorna
neanche la crisi Napoli

Per quindici mesi, dal 19 febbraio del 2018 al 20 maggio del 2019, Iustitia ha pubblicato sessantuno puntate della rubrica ‘I ripetenti di via Marconi’, curata da Imma Anniciello. Settimana dopo settimana veniva documentata con cura certosina la valanga di servizi dei redattori della Rai di Napoli messi in onda due e anche tre volte. Uno scandalo di dimensioni inaccettabili coperto dal responsabile dei servizi giornalistici Antonello Perillo.
Contro questo malcostume in anni lontani si era espresso con durezza, durante un’assemblea a Fuorigrotta, Alessandro Casarin, nel suo primo incarico di direttore della Testata giornalistica regionale; Perillo aveva balbettato una giustificazione ma era stato bacchettato davanti a tutta la

redazione dallo stesso Casarin. Poi tutto era rientrato nella norma e il direttore Tgr aveva da seguire cose più importanti della qualità dell’informazione fornita dalla sede Rai di Napoli ai telespettatori della Campania.
Nel gennaio del 2016 ci

Renato Cantore e Fabrizio Cappella

ha riprovato Renato Cantore, vice direttore con sede Napoli della Testata giornalistica regionale, che vietò la seconda messa in onda dello stesso servizio. L’indicazione venne rispettata per qualche settimana, poi l’onda riprese a crescere e dilagò con il pensionamento di Cantore.
Anche Iustitia ha dovuto rinunciare alla rubrica ‘Ripetenti’ perché la fatica e la noia di sciropparsi tre edizioni quotidiane del tg e cinque edizioni alla settimana di ‘Buongiorno Regione’ erano insostenibili.
Perché allora riparlare di ‘servizi ripetuti’? Il motivo è semplice: a tutto c’è un limite. Il Napoli Calcio viene da settimane difficili e da dicembre sta vivendo giorni incandescenti. Eppure il vertice di Rai Napoli è riuscito nell’impresa di mandare in onda al tg delle 14 del 4 e del 5 dicembre due servizi identici. E sorprende che il servizio in doppia copia sia firmato da Fabrizio Cappella, cronista attento e misurato, a meno che il servizio non sia stato messo in rete, ed è l’ipotesi più probabile, all’insaputa di Cappella da un responsabile di line distratto. Evidentemente il cloroformio ha invaso tutte le stanze del terzo piano di via Marconi e neanche i meno peggio se ne sono accorti.