Papere e papaveri
di Josef K. Byte
IL PASTICCIO

I fatti ormai sono noti. Nella notte che ha preceduto l'inizio delle elezioni europee e amministrative, a Napoli si è respirata un'atmosfera da jam session, con i musicisti impegnati in strepitosi a solo. Poco dopo la mezzanotte, il prefetto Renato Profili, vista la sentenza del Consiglio di Stato sull'inammissibilità del simbolo della lista Verdi-Verdi, rinvia di due settimane il voto per le provinciali e le comunali di Portici. All'alba, dopo frenetiche consultazioni col Viminale, marcia indietro: si può votare. In entrambi i casi, comunica le sue decisioni al responsabile dell'Ansa Napoli Mario Zaccaria e ai giornalisti del Mattino.
Ma il pasticcio ha conseguenze disastrose per il quotidiano di via
Chiatamone. Alla notizia del rinvio, all'una meno venti di notte, la prima edizione è già in edicola. Tutto da rifare. In gran fretta viene preparata e distribuita ai giornalai una ribattuta che apre con questo titolo: "Napoli, rinviate le provinciali / Decisione
Giuseppe Pisanu e Mario Zaccaria
del prefetto nella notte. Stop anche alle elezioni comunali di Portici". Quando alle 4.48 arriva il dietro-front, è il panico: vengono ristampate le copie col titolo originale e si cerca di raggiungere tutte le edicole per evitare di dare un'informazione sbagliata su una materia così importante. Lo sforzo, umano ed economico, dev'essere stato notevole.
Così, domenica 13 giugno, il direttore Mario Orfeo scrive uno dei suoi non frequenti articoli di fondo, e sin dal titolo, "Un bel gesto: dimettersi", dalla tastiera sprizzano fuoco e fiamme. Da Profili, tuona Orfeo, "aspettavamo quel bel gesto che in Italia è sempre raro ma che distingue i veri servitori dello Stato dai moderni emuli di don Abbondio ('il coraggio, uno non se lo può dare'): le dimissioni. Non ci sono state ma continueremo a chiederle giorno dopo giorno". Fino alla chiusa vibrante: "Abbiamo cercato di essere, come sempre, più vicini al lettore. Caro ministro Pisanu, trovi anche lei in fretta qualcuno che sia più vicino ai cittadini".
Due giorni dopo, il 15 giugno, Profili scrive al Mattino. È una lettera accorata in cui ricostruisce l'accaduto e chiede scusa per l'errore ai lettori del giornale ("di cui ricordo con immutato piacere di essere stato collaboratore"). Al "moderno emulo di don Abbondio" risponde il


Il manifesto affisso dal comune di Napoli il 12 giugno

moderno emulo di fra' Cristoforo, pronto al benigno perdono: "Questa lettera, con le scuse ai cittadini e ai lettori del Mattino, è un bel gesto del prefetto Profili. Non quello che ci aspettavamo all'indomani del pasticcio elettorale (le
dimissioni), ma comunque un segno di onestà intellettuale davanti a un grave errore". Orfeo ripone la sciabola, appagato dal "bel gesto", e non si accorge dell'altro bel gesto che gli sta facendo Profili.
Post scriptum. Visto che il direttore del Mattino ha tanto a cuore il rapporto con i lettori, forse dovrebbe metter mano anche al sito internet ilmattino.it: che in archivio, alla data del 12 giugno, porta ancora il titolo e le notizie sul rinvio del voto.
 
I PICCOLI

C'è stato anche un altro quotidiano che si è trovato nei guai, avendo fatto in tempo a dare la notizia del rinvio ma non quella del contrordine. È Napolipiù, diretto da Giorgio Gradogna, un giornale "piccolo", fregarsene del quale è dunque consentito. Il 16 giugno, Gradogna scrive un fondo intitolato "Profili, bel gesto incompleto", in cui dice che sarebbe stato gentile chiedere scusa anche ai lettori di Napolipiù, o quanto meno diramare via Ansa, e non solo al Mattino, le sue spiegazioni dell'accaduto. Per il futuro, il direttore potrebbe offrire una collaborazione al prefetto: in caso di nuovi pasticci, all'"immutato piacere" di cui parla nella lettera al Mattino potrebbe affiancarsi una mutata educazione.
 
AVVISO

Alla fin fine, quando si tratta di faccende così delicate, meglio la linea prudente del Tgr Campania, guidato da Massimo Milone. Quel tempestoso 13 giugno elettorale, circa un'ora dopo la chiusura dei seggi
partono in tutta Italia i Tg regionali: ma la terza edizione del notiziario campano, condotta da Ermanno Corsi, inizia con alcuni inspiegabili minuti di ritardo, che finiscono col ridurne drasticamente la durata. Cosa è successo? Profili ha di nuovo cambiato idea? Non lo sapremo mai. Ma, vista la solida tradizione di quel tg, ci saremmo aspettati un annuncio del genere: "questa edizione del Tgr Campania va in onda in forma
Massimo Milone
ridotta a causa del verificarsi di eventi importanti di cui avremmo dovuto riferire in maniera articolata".
 
ILLUSIONE

Per un attimo ci siamo sentiti importanti. Avevamo scritto di quando, circa tre mesi fa, i Giganti del desk di Repubblica Napoli (Marco Sarno e Edoardo Scotti) avevano frainteso una frase di Donatella Bernabò Silorata in un pezzo sul tango: "Orazio Ferrer, il poeta di Astor Piazzolla, autore di 'palabras' memorabili". Palabras, cioè parole, cioè testi: ma loro, nel titolo, le avevano prese per un tipo di composizione,


Marco Sarno e Edoardo Scotti

lasciandosi andare a un frizzante "tutti in pista sulle note dei 'palabras' di Astor Piazzolla". Il primo luglio, tornando sull'argomento, la giornalista - forse memore della nostra nota: che presuntuosi - aveva specificato che Ferrer è "autore e
interprete di testi memorabili". Ma, per istinto autodistruttivo, li trasforma in "parablas", e il desk, a ruota, cita nel titolo le straordinarie "parablas" di Ferrer. A questo punto ci arrendiamo: le nostre sono palabras al vento.
 
VESUVIANI

È chiaro, comunque, che i Giganti del desk hanno un preciso mandato dal responsabile di Repubblica Napoli Giustino Fabrizio e dal vice Domenico Del Prete: incasinare tutto, per avvicinare il giornale
all'anima della città. Già il primo giugno non erano andati male. Antonio Tricomi intervista sulla cinematografia campana il parlamentare ds Vincenzo Siniscalchi, che, parlando di sprechi e di uno spot sul caffè
Domenico Del Prete, Vincenzo Siniscalchi e Antonio Tricomi
girato ai Caraibi, chiede polemicamente: "quanti chilometri di costa abbiamo in Campania?". La risposta, inaspettata, arriva nel sommario da un virgolettato apocrifo del desk: "In Campania abbiamo chilometri di costa, da Bagnoli fino al Cilento". Fiduciosi, sci in spalla, ci siamo avviati da Bagnoli verso nord, fino a Mondragone e su su verso il Garigliano: niente da fare, anche lì solo e sempre mare.
Il cupio dissolvi raggiunge l'acme nelle dieci fotografie pubblicate a corredo del pezzo: cinque registi famosi, "i vesuviani", e cinque "nuovi


Antonietta De Lillo, Mario Martone e Guido Trombetti

talenti". Ma alla didascalia di Mario Martone corrisponde inopinatamente l'immagine di Guido Trombetti, rettore dell'Università Federico II; e la scheda su Paolo Sorrentino compare in entrambe le categorie, ma in un caso la foto è
quella di un'altra regista, Antonietta De Lillo. Noi, comunque, tra i vesuviani continuiamo a preferire quelli di Repubblica: quanto a papere, sono davvero vulcanici.