Crescentini, tre querele dalla Cgil

Egregio direttore,
il suo giornale è sempre fonte di notizie e documenti sorprendenti ed inusuali. Leggo infatti che il Comitato di garanzia interregionale del sud della Cgil ha deciso di espellere il sindacalista Ciro Crescentini, noto per il suo impegno contro le morti bianche nei cantieri edili e le vessazioni sul lavoro, in seguito ad una sua presunta campagna di stampa diffamatoria verso i suoi superiori Sannino, Errico e Gravano e verso l'intera Cgil (sic!).
Si presume che un tale organismo di tutela debba necessariamente essere terzo rispetto alle parti in causa all'interno del più grande sindacato italiano, traboccante di storia e di onori. O al massimo irresistibilmente propendere verso la parte più debole, riflesso incoercibile derivato dalla lunga pratica nella difesa dei lavoratori stritolati dai ciechi e inesorabili meccanismi del mercato, dell'azienda e dei poteri forti di ogni forma e dimensione.
Ma in realtà mi pare che il processo logico utilizzato dal Comitato pone come premessa l'assunto che vorrebbe dimostrare. Per decidere se, come, quando e perché Crescentini abbia o meno diffamato Gravano, Sannino e l'intera Cgil, il presidente del Comitato di garanzia Sandro Del Fattore non snocciola argomentazioni e fatti, ma  sostanzialmente afferma: poiché risulta che Crescentini ha diffamato la Cgil e i suoi dirigenti (nella decisione del comitato si parla di “iniziative che, ad avviso dei denuncianti, assumevano carattere diffamatorio di singoli dirigenti oltre che dell’organizzazione nel suo complesso”), allora Crescentini ha diffamato la Cgil e i suoi dirigenti. Quindi, deve essere espulso, precisando di non entrare nel merito del licenziamento gia avvenuto.
A fronte di questa sorta di tautologia aristotelica, che allude all'evenienza che ogni cosa debba essere e rimanere necessariamente uguale a se stessa, diventa pleonastico e riduttivo chiedersi se poi, a fronte di tale feroce diffamazione condotta dal potente Crescentini sui giornali, sulla rete e sui libri (vedi ‘Lavorare uccide’ di Marco Rovelli, presentato dai sindacati al concerto del primo maggio a piazza San Giovanni), Gravano, Sannino o qualche altro dirigente Cgil lo abbia poi effettivamente querelato, come annunciato il 27 settembre 2007 dalla stessa Cgil su un suo sito on line (www.rassegna.it).
Nel caso poi che nessuno si sia preso la briga di querelare l'espulso licenziato, nuova bizzarra figura della erigenda terza repubblica di Berlusconi e Veltroni, persino il pensiero circolare di Del Fattore, inattaccabile e liscio come un uovo d'acciaio, comincerebbe a vacillare. E allora diventa cruciale sapere se i dirigenti campani della Cgil hanno poi effettivamente querelato Crescentini. 
Definire poi "campagna di stampa " il diritto alla difesa del posto di lavoro e della dignità professionale e umana esercitato da Crescentini, per giunta non tutelato, in quanto dipendente di un sindacato, dall'articolo 18 dello statuto dei lavoratori richiede un notevole ardimento, da parte di un importante organismo sindacale di garanzia.
Ma probabilmente, nonostante il veltronismo diffuso, ecumenico e dolciastro, la contiguità tra politica e sindacato e la ferocia ingravescente di aziende e sindacati  infiltrano a poco a poco le ultime ridotte.
Auguri a Crescentini, impari alla svelta un altro mestiere. Vedremo presto se il suo allontanamento produrrà una riduzione delle morti nei cantieri napoletani, ed una maggiore fiducia dei lavoratori nel loro sindacato.

Enrico Alves Pereira


Sul punto “cruciale” della querela a Crescentini Iustitia ha chiesto notizie a Carmine Bonanni
, addetto stampa della Cgil campana, il quale ha fatto sapere che “la querela è stata presentata il 4 ottobre 2007 dall’avvocato del sindacato Massimo Di Celmo per conto della Cgil regionale”.
La risposta è stata integrata e completata da Di Celmo. “Le querele presentate dalla Cgil campana – ha dichiarato l’avvocato – su quanto pubblicato in merito alla vicenda di Ciro Crescentini sono tre. La prima, presentata il 4 ottobre dai dirigenti della Fillea Giovanni Sannino e Vincenzo Petruziello, è contro il blog ‘Mattone selvaggio’ ed è affidata al sostituto della procura di Napoli Maria Sepe. Le altre due depositate il 13 novembre hanno in calce la firma di Michele Gravano e riguardano un articolo di Carlo Caruso, probabilmente uno pseudonimo, pubblicato da Cronache di Napoli e dal Corriere di Caserta. Contro Cronache la querela è alla procura di Napoli e se ne occupa il sostituto Luigi Landolfi; contro il Corriere è alla procura di Santa Maria Capua Vetere e il titolare delle indagini è l’aggiunto Luigi Gay”.
Dalla Cgil campana sono quindi partite tre querele: una contro un blog, due contro uno pseudonimo e nessuna contro Ciro Crescentini. Non si capisce quindi come abbia potuto Sandro Del Fattore riportare, nella decisione che conferma l’espulsione di Crescentini dalla Cgil, l’accusa “dei denuncianti” sul “carattere diffamatorio” delle iniziative intraprese dall’ex sindacalista per difendersi dal licenziamento.

Misteri dei Comitati di garanzia.  

Nello Cozzolino

(*) Da www.flickr.com
 
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