L'anatema di Erri De Luca

Caro direttore, la vicenda dello sfratto a rate del centro di salute mentale di Montedidio, che si avvia verso la rottamazione tra le proteste dei pazienti e dei loro familiari, è la metafora inquietante di una società che ha superato da tempo la fase liquida, come direbbe
Bauman
, per entrare senza incertezze in quella gassosa.
Ma che razza di azienda è questa sterminata Asl Napoli 1, la più grande d’Italia, che permette che un centro di salute mentale con annesso Centro Antimobbing – istituito peraltro nel 2000 dalla stessa Regione Campania - venga sfrattato per morosità senza opporre la minima resistenza, senza interloquire con l’ufficiale giudiziario, senza dare istruzioni ai suoi operatori, senza rassicurare i suoi utenti, o per lo meno informarli, senza tentare una soluzione per quanto inadeguata, che si lascia crocifiggere sulla stampa senza reagire e senza dare un qualsiasi segno di esistenza in vita? E di che pasta sono fatti questi uomini che occupano ruoli e funzioni dirigenziali un tempo prestigiosi e ambiti, e che ora assicurano solo il discredito perenne a chi li interpreta senza nessun senso della dignità personale e dell’istituzione che rappresentano? Domande retoriche ma pertinenti. La sindrome dell’otto settembre persiste invariata e invariabile ad ogni livello della dirigenza della Asl Napoli 1 Centro.
Questa fortezza di gomma che cannibalizza sé stessa è il paradigma perfetto dell’azienda schizofrenica, autistica, ambivalente, e dissociata, assemblata con frammenti che non comunicano, in marcia verso il caos amministrativo e etico, circondata dalla spazzatura morale e dalle ceneri radioattive di un rinascimento illusorio e crudele.
Il Comitato Montedidio,  fragile presidio di resistenza umana a protezione della residua salute fisica e mentale dei suoi componenti , malati,  familiari, operatori, e lavoratori mobbizzati si è riunito il 5 maggio all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Durante la riunione, molto partecipata e priva dei soliti  interventi fiume, grazie alla ferrea moderazione condotta con l’orologio alla mano, hanno parlato in molti. Raffaele Di Francia: ''Noi familiari non consentiremo mai che i nostri figli vengano privati dell'unico presidio territoriale che funziona 24 ore su 24 e che ci ha consentito finora di limitare i danni psichici ai nostri ragazzi e fornito un po' di serenità alle famiglie''. Antonio Mancini, presidente dell’Associazione Sergio Piro: “Giusto difendere Montedidio, ma ricordiamo che l’imminente blocco della reperibilità psichiatrica notturna produrrà un grave danno per i sofferenti psichici dell’intera Asl”. Francesco Blasi, psichiatra: “Contrastare attivamente lo sfratto vuol dire tutelare l’utenza e impedire l’interruzione di un pubblico servizio, un obbligo istituzionale per dei dirigenti sanitari”. Franco Maranta, autore del libro “Vito il recluso”: “Senza una analisi complessiva del fallimento delle politiche sanitarie del centrosinistra in Campania e dei rischi mortali legati a una vittoria del centrodestra in città, è impossibile comprendere questa ennesima  vicenda di diritti negati a Montedidio”. Erano presenti tra gli altri le psicologhe Donatella Bottiglieri, Floriana Formicola e Carmen Lamberti,  gli psichiatri Teresa Capacchione, Ornella Vecchioni, Massimo Lazazzara, Bruno Sanseverino, Giovanni Nolfe, Francesco Grillo, Walter Milano e Antonella Scorza, Michele De Rosa, l’ex primario Claudio Petrella, Laura Capobianco, il candidato sindaco Roberto Fico, l’avvocato Elena Coccia, il consigliere comunale Sandro FucitoAlberto Trama e Orazio Russo insieme a familiari e utenti del presidio.
Nel corso dell’incontro ci sono stati anche ringraziamenti per quei politici (Chiosi, Marziale, De Magistris) che hanno quanto meno fornito con gentilezza tempo e attenzione al comitato, oltre che Gerardo Marotta, padrone di casa e sostenitore dell’iniziativa.
Fabio Chiosi, del Pdl,  presidente della municipalità di San Ferdinando Chiaia Posillipo, ha accompagnato una delegazione del comitato dal senatore Calabrò, di fatto assessore regionale alla Sanità, e ha indetto una riunione ad hoc della municipalità per affrontare il problema. Con risultati per ora nulli, ma tanta buona volontà.
L’avvocato Giuseppe Marziale, candidato sindaco, in un comunicato ha scritto che “la sua lista, 'Napoli non si piega', esprime la  più ferma protesta e viva preoccupazione per l’oramai imminente sfratto e chiusura dell’Unità operativa di salute mentale di Monte di Dio. Il 24 maggio infatti la  sede storica di questa fondamentale struttura di assistenza verrà chiusa per l’inerzia ovvero la consapevole scelta liquidatoria, delle competenti istituzioni sanitarie, quali il sindaco di Napoli e la Asl Napoli 1”.
In una nota Ansa del 14 aprile Luigi De Magistris ha ricordato che "la sanità solitamente non trova spazio nel dibattito pre-elettorale del comune perché si ritiene che sia competenza esclusiva della Regione. Si tratta di un errore: è vero che gran parte della competenza, soprattutto i fondi investiti nel settore, spetta alla Regione, però è altrettanto vero che il sindaco è responsabile della sanità pubblica della città che governa, quindi può imporre la sua volontà. Desta preoccupazione la prossima chiusura dell'Unità operativa di salute mentale di Monte di Dio, prevista il 24 maggio, con i 2500 pazienti che potrebbero non trovare una nuova sede di assistenza. Gli ospedali pubblici vanno salvaguardati ed è compito del primo cittadino farlo, quindi accolgo l'appello del personale, dei familiari e dei pazienti di Monte di Dio, impegnandomi a lottare con tutte le forze e con tutti i mezzi per difendere una struttura preziosa e un diritto costituzionale: quello alla salute di tutti".
Le asl di qualsiasi colore e latitudine devono smetterla di intimidire i medici con la scusa che sono dirigenti e hanno quindi un rapporto fiduciario con l’azienda. Sotto la reggenza di Achille Coppola l’Asl Na 1 nell'agosto del 2010 è arrivata a intimare ai medici e agli operatori in genere di non parlare dello sfascio della sanità napoletana con la stampa, inaugurando uno stile “vintage” di sapore simpaticamente neofascista. Le pressioni per evitare o limitare al massimo i ricoveri nelle strutture riabilitative convenzionate, nonché le medicine più moderne, meno tossiche  e più costose, sono da tempo molto insistenti. La legge regionale sulla salute mentale, la 1/83, ispirata da Sergio Piro, è in via di abolizione, con lo smantellamento dell’agibilità notturna delle strutture psichiatriche.
Per convinzione e coerenza non disgiunte da un certo senso estetico, il 24 maggio il comitato Montedidio impedirà lo sfratto per finita locazione della sua salute mentale occupandone i locali, con l’aiuto di cittadini e lavoratori mobbizzati e non.
Si ripareranno dietro l’articolo 32 della costituzione, che tutela la salute pubblica, e l’invettiva in versi di Erri De Luca, affidata al Mattino nella prima pagina di cronaca del quattro maggio in occasione della prima riunione pubblica del comitato Montedidio all’Istituto italiano per gli studi filosofici. Uno splendido anatema, che il comitato Montedidio fa interamente suo, con tutto lo sdegno generato dall’esclusione e dalla sofferenza.

Enrico Alves Pereira

Il Mattino del 4 maggio
 

Raffaele Di Francia

Francesco Blasi
Franco Maranta
Teresa Capacchione
Ornella Vecchioni
Claudio Petrella
Laura Capobianco
Roberto Fico
Elena Coccia
Sandro Fucito
Orazio Russo
Gerardo Marotta
Fabio Chiosi
Raffaele Calabrò
Giuseppe Marziale
Luigi De Magistris
Sergio Piro