Balivo viola l'accordo
tra Rai e Ordine Lazio

DOPO AVERE incassato due sanzioni dall’Ordine della Campania (l’avvertimento e sei mesi di sospensione) la showgirl e giornalista pubblicista Caterina Balivo continua imperterrita la sua attività di testimonial pubblicitaria. Non sembrano accorgersene il consiglio dell’Ordine regionale, guidato da Ottavio Lucarelli, né il consiglio di disciplina campano, da poco più di un mese presieduto da Mimmo Carratelli (con segreteria affidata a Barbara Ruggiero), che in nove mesi di attività non ha ancora 'comminato'

neanche una sanzione; altrettanto disattento è l’Ordine nazionale con al vertice Enzo Iacopino.
Non si distrae invece il consigliere dell’Ordine nazionale Pierluigi Roesler Franz che ha sollevato il caso della Balivo testimonial della casa di moda Cannella nel


Caterina Balivo e Barbara Ruggiero

giugno del 2008, segnalandolo a Lucarelli perché la giornalista è iscritta in Campania; ha documentato negli anni successivi la reiterazione del ‘reato’; ha ora beccato nuovamente la showgirl a sponsorizzare prodotti. E nel pomeriggio del 31 dicembre ha scritto una mail ai presidenti degli Ordini campano (Lucarelli), del Lazio (Paola Spadari) e nazionale (Iacopino). “Vi segnalo – scrive Roesler Franz - che oggi intorno alle 15,20, poco prima della fine del programma ‘Detto Fatto’ andato in onda in tv su Rai 2 con inizio alle ore 14 e condotto da Caterina Balivo, che fino a due anni fa risultava iscritta come giornalista pubblicista all'Ordine della Campania, si poteva leggere nei sottotitoli di coda il seguente messaggio pubblicitario: Caterina Balivo indossa abiti Pinko e gioielli Lebebè di Lucebianca". Oltre agli habitué Lucarelli e Iacopino, perché tra i destinatari c’è anche la numero uno dell’Ordine del Lazio? Lo spiega Roesler Franz nella lettera, dopo aver premesso che va prima verificato se la Balivo è ancora iscritta all’albo dei pubblicisti. “In caso affermativo – osserva - tale


Mimmo Carratelli e Paola Spadari

messaggio sembrerebbe violare l'accordo raggiunto nel maggio 2011 tra l'Ordine dei giornalisti del Lazio (all'epoca presieduto da Bruno Tucci) e la Rai, reso noto con un comunicato stampa diffuso dall'agenzia di stampa Italia il primo

giugno 2011 che prevedeva, appunto, di togliere dai titoli di coda dei programmi Tv ogni riferimento a brand e grandi firme degli abiti usati durante le trasmissioni da giornalisti e ospiti”.
Dall’esposto di san Silvestro sono trascorse due settimane, ma non arrivano segnali né da Roma (Paola Spadari tace, Iacopino anche), né tanto meno da Napoli, con il consiglio di disciplina che non ha ancora fissato la prima riunione con il nuovo presidente. “Ma se nessuno provvede, - osserva Roesler Franz - anche con iniziative d’ufficio, a far rispettare le regole della categoria, non sarebbe, forse, meglio abolire del tutto queste regole deontologiche pluriviolate? E che senso ha per la Rai firmare accordi se poi non li rispetta?”