C’è soltanto il Roma
in edicola il 2 maggio

IL 2 MAGGIO nelle edicole napoletane c’è un solo quotidiano: il Roma di Italo Bocchino. Gli altri si sono tutti fermati nella giornata di riposo prevista dal contratto nazionale di lavoro, persino i giornali che escono con regolarità nei giorni di sciopero proclamati dai sindacati dei giornalisti o dei poligrafici.
Il Roma è impupazzato per sembrare l’edizione del pomeriggio del giorno precedente; basta controllare la data (‘supplemento al Roma del primo

maggio’) e la testata (Roma Ultimissime). E pur uscendo da solo ha mantenuto il prezzo, un euro, dei giorni normali, quando va in edicola in tandem con il Giornale. Mancano le firme dei redattori, con l’eccezione del responsabile dello sport Raffaele


Italo Bocchino, Giovanni Rossi e Giancarlo Tartaglia

Auriemma, che resoconta il pareggio del Napoli a Martina Franca; in pagina ci sono soltanto i nomi dei collaboratori (Mimmo Carratelli, Fabio Postiglione, Andrea Fonsmorti, Domenico Cecere, Monica Liparoti, Francesca De Cristofaro, Caterina Ruggi d’Aragona) e gli pseudonimi (Cinzia Monini, Adriano Meis).
Ma il giornale non è un’edizione del pomeriggio. In pagina ci sono le notizie sportive della domenica e, come risulta dalle bolle di consegna, alle edicole è arrivato, come sempre, all’alba con una tiratura triplicata. E, in assenza di concorrenti, ha fatto l’esaurito.
Perché l’impupazzamento, con la data fasulla? Durante la campagna elettorale per la conquista della presidenza della Regione Campania Bocchino si è speso molto sui temi della legalità e del rispetto delle regole; ha persino sottoscritto il manifesto per l’etica pubblica. Per questo motivo probabilmente al Roma si sono preoccupati di mascherare l’uscita in solitudine. Ma si sbagliavano: l’uscita del 2 maggio è anomala, ma non illegale.
“L’articolo 19 del contratto – chiarisce Giancarlo Tartaglia, direttore della Federazione della stampa – dice che il primo maggio, il 15 agosto e il 25 dicembre ‘il giornalista non è tenuto a prestare la sua opera’; l'articolo 20 fissa il calendario delle uscite dei quotidiani e la chiusura delle edicole il 2 maggio


Gianni Ambrosino, Giuseppe Riccio e Antonio Sasso

fino alle 13. Ma nessuna norma vieta a un editore di uscire la mattina del 2 maggio. Deve soltanto corrispondere ai giornalisti, oltre alla giornata ordinaria, una maggiorazione retributiva del 260 per cento. Il costo

contrattuale minimo (paga base più contingenza, senza scatti di anzianità) è di 110 euro; il costo minimo di un redattore che lavora il primo maggio è quindi di poco inferiore ai 400 euro".
E c’è chi ricorda altri quotidiani in edicola dopo la festa dei lavoratori. “Spesso il due maggio esce il Corriere di Romagna, – dice Giovanni Rossi, segretario generale aggiunto della Fnsi – anche se in Emilia c’è un ostacolo forte per iniziative del genere: le edicole sono tutte, o quasi, chiuse e quindi bisogna attrezzarsi con una rete di distribuzione alternativa. Una volta è uscito anche il Resto del Carlino: era il 1994 e al Gran premio di Formula 1 di Imola perse la vita Ayrton Senna”.
Resta da sapere se i giornalisti del Roma che hanno lavorato il primo maggio sono stati retribuiti secondo contratto. Giriamo la domanda al comitato di redazione, anche questo anomalo; dall’agosto 2003, quando Paolo Chiariello è stato assunto al Tg di Sky, il cdr va avanti a due cilindri, con Raffaele Auriemma e Rodrigo Rodriguez, nel silenzio dell’Assostampa, il cui presidente Gianni Ambrosino è buon amico dell’editore del Roma e del direttore.
“Alcuni giorni prima di domenica primo maggio – risponde Rodriguez - il direttore Antonio Sasso ha comunicato ai redattori la volontà di mandare in edicola il settimanale sportivo del Roma dal momento che la giornata festiva coincideva con un turno del campionato di calcio. I servizi sarebbero stati

coperti dalla redazione sportiva e, in service, dall’agenzia Mediapress (di Giuseppe Riccio, ndr). D’intesa con il cdr, è stato poi deciso di inserire pagine di cronaca e di interni affidate ad alcuni redattori che hanno accettato il compenso proposto dal direttore”.


Raffaele Auriemma, Mimmo Carratelli e Rodrigo Rodriguez

L'altro componente del cdr, Auriemma, accampa varie scuse per evitare di discutere; del resto per lui sindacalista con il compito di far rispettare il contratto non sarebbe stato facile spiegare perché i redattori che hanno lavorato il primo maggio non hanno ricevuto in busta paga il 260 per cento in più della retribuzione giornaliera, ma avrebbero accettato di intascare cento euro. Versione smentita da uno dei cronisti che hanno lavorato il primo maggio; "Il dieci giugno riceverò la busta paga e solo allora saprò come sono stato retribuito".
Pochi giorni di pazienza e il mistero della banconota da cento euro verrà chiarito.