Ordine, bilancio 2014
in rosso di 58mila euro

L’OTTO APRILE l’assemblea dei giornalisti della Campania ha approvato con la solita larghissima maggioranza il bilancio consuntivo 2014 e il preventivo 2015, nonostante il 2014 si sia chiuso con un rosso di 57.647,33 euro, frutto di entrate per 734.960,43 euro e uscite per 792.607,76 euro. Soltanto tre i voti contrari: i professionisti Ermanno Corsi e Mario Simeone e il pubblicista Francesco Tassiello; sul preventivo 2015 si è invece astenuto il cronista del Mattino Maurizio Cerino.
L’assemblea ha anche deciso l’azzeramento, perché considerato inesigibile, del credito di 75mila euro vantato nei confronti dell’Associazione napoletana

della stampa, affogata nei debiti (a cominciare dai tre milioni e mezzo di euro dovuti al comune di Napoli per i canoni non pagati per la Casina del boschetto) e sciolta nell’aprile dell’anno scorso.

Nino Trevisan, Anna Troselj e Nicla Ugenti

La compattezza del voto testimonia una volontà diffusa di girare pagina rispetto a una lunga e vergognosa stagione del sindacalismo napoletano, che ha riguardato i dirigenti ma anche i tanti giornalisti che li hanno eletti, senza perdere tempo a individuare nomi e cognomi dei responsabili. Della volontà di cancellare la 'mala gestio' dei giornalisti campani si è fatto interprete l’avvocato pubblicista Maurizio De Tilla che ha chiesto con foga il ritorno alla Casina del boschetto o, quanto meno, l’affidamento gratuito da parte del comune di Napoli di un immobile adeguato per ospitare gli organismi di categoria.
I bilanci, preparati con la consulenza del commercialista Gennaro Corcione, sono stati illustrati dal tesoriere dell’Ordine Paolo Mainiero, che aveva al suo fianco il presidente Ottavio Lucarelli, il consigliere Domenico Falco e il presidente dei revisori dei conti Francesco Marolda.
Inutile sottolineare che con la gestione Lucarelli, presidente dal giugno 2007, l’Ordine campano ha voltato pagina rispetto alla lunga e opaca stagione di Ermanno Corsi, presidente dal 1989 al 2007, a cominciare dal fatto che

Gennaro Corcione, Mario Simeone e Francesco Tassiello

Napoli non ha più debiti con l’Ordine nazionale, ma anzi è tra i primi consigli italiani a versare le sue quote. Vanno poi ricordate due iniziative, entrambe gratuite: la possibilità per gli iscritti, attraverso una

convenzione stipulata dall’Ordine, di attivare una propria pec, la posta elettronica certificata; le decine di corsi di aggiornamento professionale obbligatorio organizzati ogni anno in tutte le province della Campania e frequentati anche da giornalisti provenienti da altre regioni.
Ma accanto alle luci, non mancano le ombre e, non a caso, la relazione del tesoriere ha ricevuto molte critiche, alcune delle quali decisamente fondate. Simeone ha sollevato una questione di metodo raccontando le difficoltà incontrate andando a fine marzo nella sede dell’Ordine a via Cappella vecchia per conoscere per tempo e a fondo le singole voci di consuntivo e preventivo e ha avanzato la proposta di mettere in rete sul sito dell’Ordine i bilanci due settimane prima dell’assemblea, proposta accolta da Lucarelli.
C’è poi chi ha messo in evidenza che, a causa di molte centinaia di giornalisti morosi, il bilancio è zavorrato da due milioni di euro di quote non incassate e in gran parte difficilmente incassabili. Anche su questo punto il presidente ha assicurato che il consiglio si muoverà con celerità andando a cancellare chi da anni non paga le quote di iscrizione. Non sono mancate le osservazioni sulle singole voci. Ne riportiamo soltanto due. Nell’elenco spese è annotato ‘zero’ accanto a ‘gettoni consiglieri’, che sono nove; mentre alla voce ‘gettoni e rimborsi collegio dei revisori’, che sono tre (con Marolda i consiglieri Marzio

Di Mezza e Mauro Fellico), c’è scritto 5.794 euro. Perché?
Il secondo punto messo in discussione, lo ha fatto anche in questo caso Mario Simeone, è la spesa per il personale: 112.205,01 euro in totale. La somma va

Maurizio Cerino, Ermanno Corsi e Maurizio De Tilla

divisa in tre parti: per il ‘lavoro interinale’ 27.895,50, che rappresentano probabilmente il compenso per la nuova collaboratrice Nicla Ugenti; 36.305, 54 per ‘compensi e oneri per collaborazioni’ che è la remunerazione del ‘collaboratore’ Nino Trevisan che il prossimo luglio compie settantasei anni; 48.003,97 che dovrebbe essere lo stipendio dell’impiegata Anna Troselj, assunta nel 2008, che, se la voce è esatta, percepisce una retribuzione superiore a diversi redattori del Mattino. Ma c’è di più.
Nel 2013 alla voce personale erano annotati 94.407,19 euro; nel 2014 è cresciuta di diciottomila euro arrivando a 112.205,01; e, sembra incredibile, nel 2015 è annotato un ulteriore aumento di settemila euro con una previsione di spesa di 119mila euro e uno stipendio per Anna Troseli di 52mila euro.