La Città, collaborazioni
zero per Marco Mattiello

PER UNA SINGOLARE coincidenza, mentre il Tar del Lazio azzera  ‘l’equo compenso’ nel lavoro giornalistico, la deliberazione che regolamenta, anzi regolamentava, i compensi dei collaboratori dei giornali varata nello scorso giugno dal sottosegretario all’Editoria, dai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, dalla Fieg, dalla Fnsi e dall’Inpgi, registriamo la prima ‘vittima’ di quell’accordo.
Si chiama Marco (all’anagrafe Marcantonio) Mattiello, ha quarantotto anni, è nato, vive e lavora a Nocera Inferiore. Scrive per La Città da diciotto anni

e pubblica centinaia di articoli all’anno (oltre 1500 nel 2014) perché segue il calcio semiprofessionistico e dilettantistico delle squadre dell’Agro sarnese nocerino. Il 31 dicembre ha firmato con Domenico Galasso, il consigliere delegato per i quotidiani del gruppo Finegil per il Centro Sud (il Centro di Pescara e la Città di Salerno), il nuovo contratto di collaborazione calibrato sull’accordo per ‘l’equo compenso’. Dal giorno successivo

Marco Mattiello

ha scoperto però che al giornale non avevano più bisogno dei suoi articoli, mentre gli altri collaboratori, pur mugugnando per il nuovo contratto, continuavano a scrivere anche se con frequenza ridotta. Così Mattiello ha trascorso molte settimane sballottato come una pallina da ping pong dal capo servizio dello sport Piero Delle Cave e dal direttore Enzo D’Antona che il 12 gennaio si è insediato alla scrivania occupata per otto anni da Angelo Di Marino. E ogni volta si è sentito ripetere dal capo dello sport “ne parlerò con il direttore” e da D’Antona “chiarirò la situazione con Delle Cave”.
Il 27 marzo dal responsabile dello sport, via email, arriva a Mattiello una proposta singolare: “Caro Marco, l'unica cosa che posso fare in questo momento è quella di farti riprendere la collaborazione con l'agenzia di Gianluca Agata …L'unica condizione è che, per il momento, i pezzi non puoi firmarli per evidenti ragioni di opportunità … Il direttore è già stato informato di questa mia iniziativa e ha dato il suo placet”.
Per saperne di più inutile cercare i componenti del cdr (Gigi Amati, Gianni Giannatasio, Enrico Scapaticci), che hanno una filosofia sindacale magari discutibile, ma chiara: “noi ci occupiamo dei redattori, non abbiamo la possibilità di intervenire nei rapporti tra azienda e collaboratori”. 
E allora ricapitoliamo. Il capo dello sport non fa lavorare Mattiello, che pure ha firmato un contratto con uno dei principali gruppi editoriali italiani (la Finegil è una società controllata dal Gruppo L’Espresso ed è guidata dagli stessi vertici del gruppo: presidente Carlo De Benedetti e amministratore delegato Monica Mondardini), e gli propone di scrivere, senza firmare, per una

Piero Della Cave e Gigi Amati

piccola agenzia locale esterna. Ma perché è scattato l’ostracismo? Voci di redazione parlano di espressioni tranchant usate da Mattiello su

Facebook e su altri spazi web e aggiungono che la collaborazione presuppone un rapporto fiduciario che evidentemente si è incrinato; altri suggeriscono una spiegazione economica: con l’ormai saltato ‘equo compenso’ Mattiello e tutti gli altri collaboratori altrettanto prolifici nell’arco dell’anno, dopo i primi 144 pezzi, devono essere pagati venti euro ad articolo, arrivando a percepire una retribuzione mensile superiore a quella di un redattore, un costo che farebbe saltare il faticoso equilibrio economico di un quotidiano come ‘la Città’.