Intercettazioni Di Lauro
tra scoop, tagli e silenzi

Il 5 febbraio il Roma ha dato un buco a tutti i quotidiani napoletani. Nella fascia alta di prima pagina riporta la notizia di intercettazioni telefoniche nelle quali il boss Cosimo Di Lauro parlando con un amico imprenditore gli chiede di intervenire su un magistrato suo compagno di caccia. L’autore dell’articolo,

Roberto Paolo, numero due del quotidiano diretto da Antonio Sasso e supervisore della cronaca giudiziaria, precisa che


Giovandomenico Lepore, Roberto D'Ajello, Felice Di Persia e Paolo Mancuso

l’imprenditore è il fratello di un senatore del Polo, il magistrato un noto pubblico ministero della procura di Napoli.
La mattina del 5 febbraio Giovandomenico Lepore, dallo scorso ottobre alla guida della procura di Napoli, il cui vertice è completato da sei aggiunti (Roberto D’Ajello, l'aggiunto con maggiore anzianità, Felice Di Persia, Giuseppe Maddalena, Paolo Mancuso, Franco Roberti e Camillo Trapuzzano), partecipa all’hotel de Londres all’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar della Campania. I giornalisti presenti (Maurizio Dente dell’Ansa, il  collaboratore del Mattino Roberto Gianfreda e un cronista di Canale 21) gli chiedono di commentare le notizie pubblicate dal Roma. “Non confermo e non smentisco – è la risposta di Lepore, riportata dall’Ansa – se ci sono dei magistrati è competente Roma”. E la nota dell’agenzia continua: Alla domanda di un cronista: “Ma se la notizia non fosse vera procederete nei confronti del giornale?” Il procuratore ha replicato: Non so, vedremo”.
Una richiesta singolare che Dente chiarisce: “È stata una domanda volutamente provocatoria per strappare qualche parola al procuratore che tentava in ogni modo di non rispondere e si allontanava velocemente dall’aula dell’inaugurazione”.
Ovviamente, il 6 febbraio il Roma non molla la presa e apre la prima con un titolo a tutta pagina: “Io killer? Ero a caccia col pm”, arricchito da un occhiello (La faida di Secondigliano/ In un verbale dei carabinieri l’alibi di un sospetto sottoposto alla prova ‘stube’dopo un triplice omicidio) e un doppio


Roberto Paolo e Giovanni Marino

catenaccio (Magistrato in vacanza in Albania con un personaggio legato al clan Di Lauro: “Siamo andati a sparare insieme”) (Il Procuratore sul fascicolo con le intercettazioni dell’imprenditore: la competenza è di Roma).
Lo stesso giorno i quotidiani, nazionali e

locali, riprendono la notizia del pm citato nelle intercettazioni: il Corriere della sera ha un articolo firmato da Enzo d’Errico, il Mattino dedica alla vicenda un’intera pagina con un articolo e un box firmati da Giuseppe Crimaldi; il Corriere del Mezzogiorno ha un titolo con un taglio medio in prima e un servizio firmato da Chiara Marasca; sulle intercettazioni Repubblica Napoli, la cui cronaca giudiziaria è affidata a Giovanni Marino, pubblica un box anonimo in seconda pagina, mentre in prima nazionale c’è un titolo sulla “guerra balcanica di Napoli” e la camorra multinazionale che “controlla l’import dei falsi in Europa”, con un’inchiesta di due pagine dell’inviato Giuseppe D’Avanzo chiusa da una carrellata sulle posizioni politiche nazionali e locali sulla faida di Secondigliano. Al partito dell’editore del Roma Italo Bocchino, vice coordinatore di An, vengono dedicate dieci righe: “Alleanza nazionale coltiva soltanto risentimento e rancore e vuole affidarsi al ritorno, come alto commissario anticamorra, del procuratore Agostino Cordova (appena allontanato con gaudio istituzionale per “incompatibilità ambientale”) nella speranza che il suo lavoro inauguri una intensa stagione di veleni e di vendette”.
Tutti i quotidiani citano correttamente il giornale che per primo ha scritto delle intercettazioni. Fa eccezione Repubblica Napoli che anzi attribuisce la notizia al senatore di An Michele Florino. Ma Florino il 4 febbraio aveva diffuso

una nota per polemizzare con l’Associazione nazionale magistrati che, a suo giudizio, aveva espresso un no politico alla proposta di An per l’istituzione di un alto commissario per la Campania.
Giuseppe Crimaldi, Enzo d'Errico, Guglielmo Gabbi e Mario Zaccaria

Per poi aggiungere “su un noto magistrato napoletano” un passaggio impreciso e privo dei riferimenti ai verbali citati dal Roma. “Sarebbe il caso di accertare – scrive Florino - se esiste un’indagine su un noto magistrato napoletano, inviata per competenza a Roma, nella quale pare abbia avuto una conversazione telefonica con un componente del clan Di Lauro”.
La nota di Florino viene riportata in maniera sintetica, ma completa dall’Adn Kronos con un lancio delle 17,50. Sull'indagine relativa al magistrato l'autore della notizia Adn, Guglielmo Gabbi, costruisce il titolo. Invece l’Ansa Napoli, guidata da Mario Zaccaria, arriva con oltre un’ora e mezzo di ritardo e nel take, firmato da Rosanna Pugliese, viene tagliato per intero il passaggio relativo alle intercettazioni che vedrebbero il coinvolgimento di “un noto magistrato”.