Sannio, fuori
due redattrici

CON UNA OPERAZIONE all’apparenza complessa, in realtà molto semplice, tra la fine di maggio e i primi di luglio Luca Colasanto, fondatore, direttore e patron del quotidiano il Sannio ha cambiato il volto societario del suo giornale. Per fare pulizia in una società che negli ultimi anni ha accumulato debiti e dichiarato deficit per centinaia di migliaia di euro Colasanto ha giocato su tre squadre sostanzialmente uguali.
Schiera la prima il 29 maggio quando alla Regione Campania, negli uffici

dell’Ormel, l’osservatorio del lavoro e dell’occupazione, fa firmare ai suoi delegati, d’intesa con i rappresentanti sindacali dei giornalisti e dei poligrafici, la richiesta di cassa integrazione per i suoi dipendenti, aggiungendo un giornalista, Alfredo Salzano, che pare non risulti nell’organico del quotidiano.
Va anche ricordato che nel verbale per la cassa integrazione la società comunicava che il 30 giugno sarebbero cessate le

Claudio Silvestri

pubblicazioni del Sannio tanto da spingere gli organismi di categoria a sottoscrivere documenti di solidarietà ai ‘neo disoccupati’.
Il 15 giugno nello studio del notaio Ambrogio Romano Colasanto riunisce il secondo team, formato dai soci della cooperativa ‘Pagine Sannite’ che dal novembre 1996 confeziona il giornale, per deciderne la messa in liquidazione affidata al commercialista romano Davide Spinelli.  
Sempre davanti al notaio Romano, il 22 giugno, viene convocata la terza squadra che dà vita a una nuova cooperativa, ‘Il Guerriero’, guidata dall’amministrativo Antonio Ferraro, presidente, e dai consiglieri Andrea Porrazzo e Antonio Tretola, alla quale dal primo luglio è affidata la fattura del giornale. L’unica novità significativa è che tra i fondatori della ‘Guerriero’ vengono confermati tutti, tranne Luca Colasanto.
Nella prima parte di luglio, dal momento che l’intero organico, tranne il redattore capo Marco Tiso, era stato inserito nell’elenco della cassa integrazione, il Sannio è uscito regolarmente, ma senza firme. Sono poi via via partiti i contratti di riassunzione dei dipendenti e le firme sono tornate. Sono però rimaste fuori due redattrici che hanno rivestito ruoli di rilievo nel giornale: Teresa Lombardo, natali a Benevento e residenza nell’irpina Montefusco, trentanove anni, da cinque professionista, ed Enza (Vincenza) Nunziato,

Luca Colasanto

beneventana, cinquantacinque anni, da dieci professionista.
Ma perché tagliare due presenze storiche del giornale? Iustitia ha contattato Antonio Ferraro, il presidente della cooperativa ‘Il Guerriero’, che assicura: “non è stata operata alcuna discriminazione. Per ora abbiamo fatto un primo blocco di assunzioni con cinque giornalisti e tre poligrafici. Vanno invece in cassa integrazione due giornaliste e tre

poligrafici. Se le vendite e la raccolta pubblicitaria lo consentiranno in futuro verranno riassorbiti”. In altra direzione vanno le voci di redazione secondo le quali, nella riunione del 15 giugno, le giornaliste avrebbero chiesto a Colasanto di pagare le retribuzioni arretrate prima di mettere in liquidazione ‘Pagine Sannite’. Una richiesta che non sarebbe stata apprezzata.
Quindi il primo settembre i vertici del Sindacato unitario giornalisti della Campania (il segretario Armando Borriello e il vicario Claudio Silvestri) hanno inviato alla Federazione della stampa e all’Inpgi la documentazione necessaria per il pagamento della cassa integrazione. Invece sulla questione della mancata riassunzione si attendono notizie chiare da Colasanto, altrimenti è probabile che la chiarezza la farà la magistratura.