Copyright, De Giovanni
a giudizio il 25 gennaio

COMINCIA IL 25 gennaio davanti al giudice Francesco Abete del tribunale delle imprese di Napoli il processo avviato da Pietro Valente, patron della casa editrice CentoAutori di Villaricca, per violazione del copyright nei confronti dello scrittore Maurizio De Giovanni e della Rizzoli Libri, dall'aprile 2016 controllata dalla Mondadori. Nel mese di ottobre Guido Giardino e Ornella Tarantino, gli avvocati civilisti che assistono la CentoAutori, hanno inviato una lettera allo scrittore e alla Rizzoli che ha fatto

sapere di avere acquistato i diritti da De Giovanni ma di essere all’oscuro del fatto che lo scrittore anni prima li avesse già ceduti a un altro editore.
Nelle dieci pagine del ricorso notificato in questi giorni alle controparti i legali di Valente presentano due richieste: il ritiro da parte della Rizzoli del volume ‘Il resto della settimana’ dalle librerie; il risarcimento danni da parte dello scrittore.
Al centro del contenzioso ci sono quattro

Maurizio De Giovanni

racconti sul Calcio Napoli scritti da De Giovanni che nel gennaio del 2009 firma un contratto con la CentoAutori impegnandosi a scrivere sei racconti, pagati tremila euro, da pubblicare prima singolarmente e poi raccolti in un volume che esce nell’ottobre del 2010 con il titolo ‘Storie Azzurre’; lo scrittore cede i diritti fino al gennaio del 2019, diritti che comprendono anche eventuali adattamenti teatrali. I quattro racconti vanno in libreria nell'arco di trenta mesi: il primo nel marzo del 2008 (‘Juve_Napoli 1-3. La presa di Torino’), il secondo nel maggio 2009 (‘Ti racconto il dieci maggio’), il terzo nel marzo del 2010 (‘Miracolo a Torino. Juve-Napoli 2-3’). Il quarto (‘La lunga storia del gol più bello del mondo’) viene pubblicato nell’ottobre del 2010 all’interno del volume ‘Storie Azzurre’.
Nel febbraio 2015 la Rizzoli pubblica ‘Il resto della settimana’ di Maurizio De Giovanni riproponendo i libriccini già ceduti a Valente: “delle 293 pagine di testo reale del libro della Rizzolisottolinea l’ufficio stampa dell’editore di Villaricca – ben 119, poco meno di una pagina su due, provengono dei

Pietro Valente

racconti della CentoAutori”.
Una linea che pare condivisa, non sul versante giuridico ma su quello della correttezza dei comportamenti, da alcuni aficionados dello scrittore napoletano che commentano su AmazonIl resto della settimana’. Accanto ad ammiratori scatenati (“Canto d’amore per il Napoli”, “Un libro d’amore”, “Divertente”, “Da non perdere”) ci sono voci molto critiche.
Il primo (“Piccola delusione) nel

dicembre 2016 scrive:Premesso che ho tutti i libri di De Giovanni e premesso che li ho adorati tutti, quest’ultima sua fatica mi ha un po’ deluso in quanto inserisce storie già pubblicate, e che avevo già letto, in un nuovo libro. Mi sa tanto di operazione commerciale”.
La seconda (“Veramente scorretto”) nel marzo 2015, due mesi dopo l'uscita del libro, esprime un giudizio tranchant:  “Premesso che amo molto De Giovanni devo avvisare chiunque tra i suoi estimatori voglia comprare questo libro che una buona metà è già stata letta. E trovo disonesto non dirlo ai potenziali acquirenti. Praticamente una serie di capitoletti che fanno da trait d’union tra i vari racconti che avevo già comprato e letto come ‘La presa di Torino, ‘Ti racconto il 10 maggio’ e ‘Il miracolo di Margherita’, già uscito come ‘Miracolo a Torino. Juve-Napoli 2-3’. Sono a due terzi del libro ma mi è passata la voglia di proseguire. Se volevo rileggere qualcosa scorrevo quanto già in mio possesso e non spendevo quasi 20 euro. Mi sento truffata, veramente scorretto!!!
Il contenzioso comunque è tutto da esaminare e toccherà al giudice Abete fare chiarezza. Intanto c’è da vedere come i media napoletani hanno dato la notizia della conferenza stampa convocata il 15 dicembre dalla CentoAutori alla

Fondazione Valenzi al Maschio Angioino per annunciare il 'ricorso' nei confronti di De Giovanni e della Rizzoli.
Sono presenti l’editore Valente, l’avvocato Giardino e il responsabile comunicazione della CentoAutori Nico
Pirozzi
, diversi giornalisti

Ugo Cundari e Gianmaria Roberti

delle tv locali (Canale 21, TeleVomero) e dei siti web (NapoliToday.it, il24.it, 2Anews.it), il collaboratore del Mattino Ugo Cundari, che arriva a fine conferenza, oltre all’avvocato Roberto Esposito, che difende De Giovanni.
Ma quanto spazio hanno riservato i principali quotidiani napoletani alla notizia che uno degli scrittori italiani più venduti avrebbe violato il copyright, cedendo due volte gli stessi racconti? La risposta è semplice: nessuno spazio, hanno semplicemente ignorato la denuncia.
Un primo flash sulla citazione di Valente è comparso sul Fatto Quotidiano il 15 dicembre, mentre l’unico servizio completo sulla conferenza stampa è stato pubblicato dal giornale di Salerno la Città e l’ha firmato Gianmaria Roberti. Anche il Roma apre la pagina della cultura con un lungo articolo di Armida Parisi sulla denuncia del copyright violato, liquidata in poche righe. Le altre ottanta righe vengono riservate alle parole postate su Facebook da De Giovanni: “ti arrivano coltellate nella schiena proprio da quelli ai quali hai dato il maggior aiuto e il più grande sostegno portandoli fuori dall’anonimato”. Seguono i numeri sulla solidarietà espressa in rete dai fan dello scrittore. Poi il microfono torna a De Giovanni: “tutto si risolve perché ci sono avvocati bravissimi che faranno in modo che questi piccoli, inutili personaggi debbano pentirsi amaramente, molto molto

Ottavio Ragone

amaramente, di avere dimenticato cosa sia la gratitudine”. Infine, di fronte all’amarezza dello scrittore, l’appello accorato della giornalista a non mollare e a non tradire l’amicizia e l’affetto dei lettori.
Chiudiamo con la sorprendente censura dei principali quotidiani di Napoli. In premessa va detto che sono silenzi ‘diversi. Il Corriere del Mezzogiorno, diretto da Enzo D’Errico, schiera De Giovanni tra le firme di punta del giornale: nascondere la

notizia non è giustificabile, ma se ne capisce il motivo. Al Mattino avevano commissionato un servizio a Cundari, che era stato spedito alla conferenza stampa, ma il pezzo non è mai andato in pagina. Perché il direttore Alessandro Barbano ha bloccato la notizia? Non lo sappiamo. Forse Barbano sta ancora soffrendo per l’addio di De Giovanni nel settembre del 2015 e sta tessendo una tela per mettere a segno un altro colpo al mercato di gennaio dopo l’ingaggio dello storico Paolo Macry. Per ora però, come giornalista, come direttore, come autore di libri sul giornalismo, ha soltanto rimediato una figuraccia. Rimane il tandem che guida Repubblica Napoli, Ottavio Ragone capo e Giovanni Marino vice, che ha deciso di non disturbare De Giovanni, dovrebbe però spiegare ai suoi lettori perché buca le notizie che non ha ma anche quelle che ha.