Alla Rcs 470 esuberi,
il Cormezz a D'Errico

IL 12 GIUGNO Enzo D’Errico ha firmato il primo editoriale da direttore del Corriere del Mezzogiorno e nello stesso giorno il suo predecessore, Antonio Polito, ha esordito nella gerenza del Corriere della sera come vice direttore dopo avere salutato il giorno prima i lettori del Cormezz.
La nomina di D’Errico, formalizzata nel pomeriggio del 10 giugno a Milano, era annunciata e apparentemente per D’Errico non cambia molto: dopo un’esperienza a Milano, da quattro anni è tornato a vivere a Napoli; è vice

redattore capo del Corriere della sera e probabilmente continuerà a essere dipendente della casa madre; lavora alla redazione partenopea del Corsera a vico San Nicola la Dogana e dovrà soltanto cambiare piano, dal quinto al quarto dove c’è la sede del Cormezz.
In realtà non avrà davanti un compito semplice. Arriva dopo due direzioni molto diverse. Marco Demarco, con Paolo Mieli e Giorgio Fiore fondatore del

Pietro Scott Jovane

giornale nel giugno1997, dopo alcuni anni riteneva chiusa la sua esperienza ma non c’era un posto decente dove andare e alla fine è andato in pensione. Durata: sedici anni e otto mesi. Al direttore ‘eterno’ è subentrato il direttore ‘flash’. Antonio Polito si è insediato l’undici febbraio del 2014 e di fatto è andato via il 22 maggio scorso quando il direttore del Corriere della sera Luciano Fontana lo ha nominato vice direttore con “delega Roma”. Durata: quindici mesi, la prima metà spesa a “studiare” il giornale e prepararne la riorganizzazione e il rilancio, la seconda a tessere fili per cercare di occupare la prima poltrona di via Solferino, obiettivo fallito, ma con un premio di consolazione decisamente notevole. Che cosa lascia? La rottura dei muretti che recingevano il cortile costruito da Demarco negli ultimi dieci anni con riferimenti improbabili come Antonio Martusciello, Clemente Mastella e Nicola Cosentino; gli interventi video di redattori e redattrici; lo sbarco di tutti i giornalisti, anche i più refrattari, sui social network per seguire e inseguire lo scatenato twitterismo di Polito.
Dalla lettura del fondo di presentazione di D'Errico, ‘Il riflesso della
libertà
’, emergono ottimismo, voglia di fare, una buona dose di retorica, una

Luciano Fontana (*)

spruzzata di autocelebrazione e una certa naiveté. E di ottimismo e voglia di fare avrà certamente bisogno perché si trova a gestire una situazione molto difficile.
Il 9 giugno si è riunito a Milano il consiglio di amministrazione della Rcs Media Group spa che ha ratificato le nomine dei vice direttori e del responsabile della redazione romana con l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane che ha annunciato un “piano di efficienza con impatti in tutto

il mondo Rcs comprese le edizioni locali”. A seguire c’è stata l’assemblea molto calda al Corriere della sera che si è chiusa con un documento che affida un pacchetto di undici giorni di sciopero al comitato di redazione (ne fanno parte Biagio Marsiglia, Martino Spadari e Isidoro Trovato per la redazione centrale, Monica Sargentini e Mario Sensini per la sede capitolina ed Elisabetta Raffo per i collaboratori). Alla Gazzetta dello
sport
, accantonata l'idea di uno sciopero immediato, i giorni di sciopero affidati al cdr sono stati sette. E assemblee si sono tenute anche nelle altre redazioni della galassia Rcs. Il 10 giugno i giornalisti napoletani del Cormezz hanno approvato un documento con il quale chiedono “alla proprietà un incontro urgente e un confronto sul futuro del prodotto Corriere del Mezzogiorno” e proclamano lo stato di agitazione.
Scott Jovane ha assicurato che in tempi stretti presenterà il piano industriale e, viste le premesse, sarà soltanto un piano tagli che al momento ha contorni nebulosi. Andrea Montanari di Milano Finanza, di solito ben informato sulle questioni Rcs, ha anticipato che ci saranno 470 esuberi (l’undici per cento dell’intero organico del gruppo) e 210 saranno giornalisti. Una fetta consistente toccherà al Corsera, si parla di 65 unità, e alla Gazzetta; gli altri verranno individuati tra i dipendenti dei periodici e delle edizioni locali. Milano Finanza scrive anche che “gli interventi si concentreranno sui prodotti

editoriali al punto che alcuni dei dorsi locali del Corsera (Brescia, Bergamo e la Puglia) potrebbero essere fortemente ridimensionati mentre resteranno aperti (quindi le redazioni citate prima non sono ridimensionate, ma chiuse?, ndr), seppure dopo un giro di vite, quelli di Bologna e Firenze, del Trentino e il Corriere del Mezzogiorno.
Ma una redazione come quella del Cormezz Puglia che in questi anni ha

Maddalena Tulanti

prodotto un’informazione ricca, con una serie di notizie salite alla ribalta nazionale, che ha un organico già asciutto e dal primo aprile ha perso un’altra unità con il pensionamento del vice direttore Maddalena Tulanti, quanti tagli può sostenere? Per la risposta bisognerà aspettare il ‘piano industriale’ dell’amministratore delegato e vedere se si vuole procedere soltanto con eliminazioni di testate e di giornalisti o ci sono margini per soluzioni mediate che prevedano un ampio ricorso alla solidarietà.


(*) Da www.dagospia.com