Falco vede a Roma
Rossi e Perucchini

IL 7 NOVEMBRE il presidente dell’Ordine nazionale Enzo Iacopino è tornato a Napoli per partecipare a vico Speranzella, nelle sede del Mug, il Movimento unitario dei giornalisti, a un incontro promosso nell’ambito del programma di aggiornamento professionale della categoria, dopo che a fine luglio aveva partecipato all’assemblea di fondazione del Movimento.
Nella sala di vico Speranzella, con Iacopino, hanno discusso della ‘riforma dell’Ordine’ il segretario Enrico Paissan e il consigliere dell’Ordine nazionale Carlo Verna, il presidente del Movimento unitario Domenico Falco e uno dei suoi vice, Alessandro Sansoni. Il confronto sulla ‘riforma’ non è stato il primo appuntamento promosso dal Mug che ne ha già altri in cantiere e sta intensificando le sue iniziative con l’obiettivo di ottenere il riconoscimento della

Fnsi che da marzo, dopo la radiazione della Associazione napoletana della stampa, è un sindacato monco perché è assente la Campania, la seconda regione d’Italia per abitanti e, con undicimila iscritti, la terza per numero di giornalisti.
La richiesta di essere

Claudio Ciotola, Domenico Falco e Giovanni Rossi

federati non fa però passi in avanti, né può farne. Il 4 novembre Falco, insieme al consigliere dell’Ordine nazionale Claudio Ciotola, ha incontrato a Roma il presidente  Giovanni Rossi e il membro della giunta Fnsi Paolo Perucchini, che dopo le dimissioni di Carlo Parisi, sono i superstiti della commissione nominata a maggio dalla giunta esecutiva per risolvere il ‘caso Napoli’. Ma in sei mesi i 'commissari' non hanno compiuto nessun passo in avanti, a conferma dell'attenzione prossima allo zero che la Federazione della stampa dedica alla questione Napoli. E non è un caso che il confronto romano a quattro sia stato molto breve e si sia concluso con un buco nell'acqua.
Ma quanti sono gli iscritti al Mug? Falco dichiara quasi mille iscritti: 835 pubblicisti e 103 professionisti, di cui soltanto sette con contratto, che pagano una quota annuale che varia da trenta a zero euro per chi non ha reddito. L'importo da girare alla Fnsi è di cinquanta euro l’anno per ogni iscritto che per mille soci significa 50mila euro e non si capisce chi li dovrebbe pagare.