Casarin ricorda
Milone e Pocobelli

È RIUSCITO IN un’impresa straordinaria Alessandro Casarin, direttore della Testata giornalistica regionale della Rai: scuotere la sonnacchiosa redazione napoletana fino a spingere il comitato di redazione (Luigi Carbone, Giuseppe De Caro, Rino Genovese) a inviargli una nota in cui definiscono il suo “intervento davvero

inopportuno e sconcertante”.
Ma cosa ha combinato Casarin? Il 9 maggio, appresa la notizia della scomparsa di Massimo Milone, napoletano, sessantasette anni, giornalista Rai da poco in pensione, per dieci anni capo della redazione partenopea e poi alla guida di Rai Vaticano, il direttore della Tgr ha deciso dalla località dove è in vacanza di inviare a via Marconi un suo video per

Massimo Milone

ricordare il giornalista scomparso. Quando lo ha visto il capo di Napoli Oreste Lo Pomo ha provato timidamente a bloccarlo ma Casarin irremovibile ha imposto che venisse mandato in onda nel tg delle 14.
Sono undici righe assolutamente incomprensibili per lo spettatore medio e forse deliranti per gli addetti ai lavori. Ci sono giudizi tranchant sulla redazione partenopea: “una delle più difficili della Tgr” che “non solo hai gestito ma hai anche pacificato”. Parole nella sostanza molto negative su Guido Pocobelli Ragosta cui viene riservato l’incipit: “Caro Massimo, in questi anni ci siamo visti diverse volte ai tornelli e nei corridoi di Rai Vaticano e tutte le volte mi dicevi: mi raccomando Pocobelli”. Giudizio freddo, quasi gelido su Milone con il quale pure ha lavorato a lungo ma riesce soltanto a citare gli incontri veloci “ai tornelli e nei corridoi di Rai Vaticano”. E nella chiusa del breve testo persino la citazione sullo “spirito cristiano” di Milone non sembra particolarmente

Guido Pocobelli Ragosta

sentita e affettuosa se scrive:adesso ti chiedo una cosa: da lassù dai una mano a Pocobelli (una ossessione, ndr), ma prima ancora a Oreste Lo Pomo e a Gianfranco Coppola per gestire questa redazione”. E sui vertici napoletani, Lo Pomo capo e Coppola vicario, non spende neanche un aggettivo.
Un ‘ricordo’ che si presta a più letture, anche come una raffica di mitra in tutte le direzioni. Perché? Quasi tutti i

giornalisti della sede di Fuorigrotta interpellati da Iustitia hanno risposto con un aggettivo: “inspiegabile”. C’è chi ha parlato di ennesimo esempio di “inadeguatezza dei dirigenti Rai” e chi ha ricordato che Casarin non è nuovo a scelte ‘sorprendenti’ come quando nel settembre del 2013 si dimise “per motivi personali” da direttore della Tgr salvo poi rioccupare la stessa poltrona cinque anni dopo. C’è anche chi sottolinea che il direttore della tgr non è lontano dalla pensione, si sente intoccabile alla direzione di una testata da tempo ‘assegnata’ alla Lega e vuole togliersi qualche sassolino dalla scarpa a cominciare da diversi redattori napoletani che in più di una occasione gli hanno creato problemi. E anche con Milone non doveva avere grande sintonia. Basti citare la conferenza stampa organizzata il 20 febbraio 2012 davanti alla procura

di Napoli dal deputato dell’Italia dei Valori Francesco Barbato per presentare un esposto contro l’informazione del tg campano della Rai “squilibrata in favore di politici e amici”. In quella occasione Casarin diede disposizione che una troupe dell’azienda seguisse la conferenza stampa e ne desse notizia nel corso della edizione delle 19,30.
Per chiudere qualche elemento su

Oreste Lo Pomo
Milone. Non è mai facile parlare di una persona scomparsa anche perché sono ammessi soltanto panegirici. Le qualità dello scomparso sono state ampiamente raccontate da Repubblica Napoli, dal Corriere del Mezzogiorno e dal Mattino che alla notizia ha dedicato addirittura un’intera pagina di Maria Chiara Aulisio, con un articolo e una intervista al cardinale Crescenzio Sepe, e un ‘ricordo’ di Angelo Scelzo.
Limitiamoci allora soltanto a due passaggi. Il primo. La sua nomina a capo della redazione nel luglio 2003 arrivata, secondo i giornali, grazie all’accordo tra il sottosegretario di Forza Italia Antonio Martusciello e il ministro di Alleanza Nazionale Maurizio Gasparri, con il brutale defenestramento del suo predecessore Giuseppe Blasi. Il secondo. Il dossier, frutto del lavoro certosino di un gruppo di giornalisti della Rai
Gianfranco Coppola

napoletana, che lo presentarono nel luglio 2011.La realtà è stata ignorata o stravolta”, scrivevano con una ricerca su due fronti: le centinaia di citazioni riservate ad amici e amici degli amici a cominciare da Crescenzio Sepe con 1.332 tra servizi e notizie in 1.820 giorni da arcivescovo; le notizie molto gravi e in alcuni casi drammatiche nascoste ai telespettatori, come l’Italia spaccata in due per tre giorni dalla neve

all’altezza di Atena Lucana;  l’allagamento di Fuorigrotta; la frana con quattro morti e nove feriti a Ischia; i 130 colpi di pistola e kalashnikov con i quali i camorristi a Castel Volturno ammazzano sei africani dopo aver ucciso anche un italiano.