Tgr, esposto in procura
di Barbato contro Milone

IL DEPUTATO dell’Italia dei valori Francesco Barbato va avanti con la denuncia dell’informazione del tgr campano “squilibrata in favore di politici e amici” del redattore capo Massimo Milone: il 3 febbraio, insieme al senatore Francesco Pardi, ha presentato un’interrogazione alla commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, presieduta da Sergio Zavoli; nella mattinata del 20 febbraio è andato alla procura della Repubblica di Napoli per

depositare un esposto. All’uscita Barbato ha incontrato i giornalisti, che aveva allertato con un comunicato dal titolo esplicito: “luce e pulizia nell’oscura caverna del tgr Campania”.
“Ho consegnato al procuratore aggiunto Francesco Greco (è il titolare della sezione reati contro la pubblica amministrazione, ndr) - ha dichiarato Barbato - l’interrogazione presentata alla Vigilanza Rai e trentaquattro allegati che


Alessandro Casarin e Francesco Greco

certificano una gestione squilibrata del telegiornale regionale più attento ai Cosentino, Papa e Lavitola che alla sua funzione di servizio pubblico. All’incontro era presente anche il sostituto procuratore Vincenzo Piscitelli”.
Il deputato dell’Idv ha quindi ricordato due tra i punti critici dell’informazione fornita dal tg campano: il rapporto di Milone con l’università Suor Orsola Benincasa e con il rettore Lucio D’Alessandro, da anni ormai stracitati nei servizi del tgr; la straordinaria coincidenza temporale tra la raffica di interviste fatte a Carmine Gambardella, preside della facoltà di Archittettura della Sun, la Seconda università di Napoli, e il concorso per il dottorato di ricerca presieduto da Gambardella e vinto dal laureato in Giurisprudenza Andrea Milone, figlio del capo redattore della Rai.
“Non è un caso – ha continuato Barbato – che con questa offerta informativa il tg della Campania occupi gli ultimissimi posti negli ascolti tra le venti edizioni regionali. Anche perché quando alcuni redattori hanno avanzato riserve su notizie sbilanciate, appiattite o omissive sono stati messi a tacere o emarginati. Eppure, nonostante tutto, questi redattori hanno segnalato, con documenti e dossier, le scelte inaccettabili del tg campano. Forse si potrebbe parlare di abuso di relazioni (articolo 323 del codice penale, ndr). Ma toccherà alla procura della Repubblica valutare se ricorrono ipotesi di reato. In ogni caso, al di là degli aspetti penali, rimane il dato incontrovertibile di una informazione Rai in Campania gravemente carente da un punto di vista deontologico”.
Registrate le parole chiare di Francesco Barbato, passiamo alle reazioni che sono francamente imbarazzanti. Milone, interpellato dall’agenzia Il Velino, “ha


Lucio D'Alessandro e Vincenzo Piscitelli

precisato di non voler rispondere su questioni interne all'azienda”. Comunque, non si sa se per scelta di Milone o per imposizione del direttore della Testata giornalistica regionale Alessandro Casarin (che preferisce non sciogliere il dubbio), alla conferenza stampa del

deputato Idv davanti alla procura di Napoli la troupe della Rai c’era e le immagini registrate nella mattinata sono andate in onda al tgr delle 19,30 mentre la conduttrice Anna Teresa Damiano leggeva un breve testo. Altri giornali hanno fatto scelte diverse decidendo di ignorare la notizia o, è il caso del Roma, limitandosi a pubblicare il comunicato dell’Ordine dei giornalisti della Campania, un comunicato che va letto con attenzione.
Alle 17,53 del 21 febbraio l’Ansa dà notizia dell’esposto presentato alla procura della Repubblica dal deputato dell’Idv. Dopo 420 secondi arriva il lancio con una nota dell’Ordine regionale dei giornalisti; trascorrono altri 180 secondi ed è in rete anche la dichiarazione del presidente dell’Assostampa; e i due testi sono nella sostanza uguali.
Il dato sui tempi di reazione porta a due considerazioni: la replica non è nata dopo il comunicato di Barbato, ma era già pronta; in altre occasioni Ordine e Assostampa hanno diffuso comunicati congiunti mentre in questo caso procedono divisi, forse perché il testo è stato preparato altrove. Un’altra riflessione che riguarda l’Ordine: il comunicato che, senza entrare nel merito delle questioni sollevate, attacca  Barbato non ha la firma del presidente Ottavio Lucarelli, ma è dell’intero consiglio; quindi i consiglieri dell’Ordine che lavorano alla Rai, Gianfranco Coppola e Antonello Perillo, sottoscrivono una difesa a oltranza della gestione Milone. Una difesa che, in questo caso, non è arrivata neanche dai rappresentanti sindacali: il comitato di redazione (Ettore De Lorenzo, Rino Genovese, Silvio Luise) e il segretario dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, Carlo Verna.

A chi sbandiera luoghi comuni per non entrare nel merito delle questioni
(“l'indipendenza dei giornalisti è da ritenere elemento essenziale della categoria”, “le affermazioni su correttezza, deontologia e 'appartenenza' a schieramenti politici o


Gianfranco Coppola, Ottavio Lucarelli e Antonello Perillo

partitici suonano più come intimidazione che come salvaguardia dei diritti - doveri del giornalista") sarebbe facile replicare con l'elenco dei silenzi di Lucarelli e del consiglio. Citiamone due: lo spot di Berlusconi, con il simbolo del Pdl bene in vista, mandato in onda dal tg campano nel maggio scorso, in piena campagna elettorale; il documento approvato dall’assemblea dei redattori della sede Rai di Fuorigrotta e pubblicato da giornali cartacei e on line, con un lungo elenco di gravi violazioni deontologiche.
Ma la risposta più efficace ai luoghi comuni l’ha data lo stesso Barbato. Con l’esposto in procura, ha dichiarato all’Ansa, “non ho invaso il campo dei
giornalisti come dicono Ordine ed Assostampa. Ed è singolare che il sindacato “quando la politica fa il suo dovere che è anche controllo, per di più riportando fatti già denunciati da giornalisti Rai alla luce del sole, faccia le barricate per preservare un'area di 'intoccabili'. Questa è la casta! Anche spudorata perché protegge l'indifendibile e non replica nel merito delle questioni riferite al tg della Campania”.