Misteri inspiegabili
del Disciplina fermo

CONTINUA A CRESCERE il numero dei giornalisti campani alle prese con problemi giudiziari. Il caso più recente riguarda Emanuela Belcuore, natali napoletani, quaranta anni, residente in provincia di Avellino, a Roccabascerana, pubblicista dal marzo 2011, fino a pochi giorni fa garante dei detenuti della provincia di Caserta.
Il 5 luglio la procura di Santa Maria Capua Vetere, con il sostituto Gionata Forte, ha comunicato che Belcuore è indagata per corruzione

e altri reati per avere consegnato un cellulare a un detenuto ritenuto vicino al clan dei Casalesi recluso nel carcere sammaritano e avrebbe anche chiesto alla direttrice del carcere e al magistrato di sorveglianza di preparare per il

Emanuela Belcuore e Chiara Del Gaudio

carcerato relazioni a lui favorevoli ricevendo un rifiuto. Neanche tre mesi prima è stato arrestato un altro pubblicista, Luciano Mottola, sindaco di Melito, un comune di 35mila abitanti nell’area a nord di Napoli, con l’accusa di scambio elettorale politico mafioso.
Vi starete certo preoccupando per la mole di lavoro che arriva al Consiglio di disciplina della Campania, guidato dalla presidente pubblicista Diana Miraglia e dalla segretaria professionista Chiara Del Gaudio. Possiamo tranquillizzarvi.
La linea adottata dalla presidente è: non c’è fretta. Un andamento lento che riguarda anche gli esposti nuovi che arrivano a vico Cappella Vecchia di cui non si sa neanche chi li riceva, chi eventualmente li archivi e chi li smisti.
Qualche esempio dell’andamento lento o ‘fermo’. Il 21 dicembre scorso la Corte di cassazione ha condannato a due anni e due mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali per maltrattamenti aggravati e lesioni ai danni della moglie il dipendente Atitech e sindacalista della Cisl Giovanni Aruta di Arzano, direttore del mensile Prospettive. A gennaio il presidente dell’Ordine regionale assicurò che il Disciplina sarebbe arrivato a una “rapida decisione”. La presidente Miraglia ha convocato Aruta per fine maggio, cinque mesi dopo la sentenza della Cassazione, ma il condannato non si è presentato. Lo ha riconvocato per il 3 luglio per poi decidere di annullare la convocazione. Aruta ringrazia e intanto continua la sua attività giornalistica.
Secondo caso. Nell’aprile del 2022 cinque giornalisti hanno presentato un esposto al Disciplina per segnalare i comportamenti gravi del giornalista Stefano Albamonte. Dopo quindici mesi dal collegio del Disciplina, presieduto da Daniela Faiella, non arrivano segnali. Anzi

Antonio Gialanella

sono stati trovati i suoi auguri di compleanno ad Albamonte, con il quale evidentemente è in grande confidenza. I firmatari dell’esposto a giugno hanno perciò deciso di segnalare il caso alla procura generale di Napoli.
Il muro di gomma del Disciplina non sembra neanche scalfito da segnalazioni, esposti, denunce. Anzi, dopo i risultati di giugno

del voto all’Ordine regionale, con la conferma della maggioranza a chi aveva organizzato un voto ‘tarocco’ che la magistratura ha deciso di far ripetere (e la conseguente nomina per cinque mesi di un commissario decisa dal ministro della Giustizia), pare di cogliere un aumento di indifferenza e di certezza dell’impunità.
Poiché però l’Ordine è sotto l’alta vigilanza della procura generale di Napoli toccherà forse attendere l’intervento di chi deve vigilare. In pensione il procuratore Luigi Riello, l’ufficio è guidato dall’avvocato generale Antonio Gialanella, un magistrato esperto e capace.