Chiuso lo stato di crisi,
due arrivi a Benevento

IL 7 OTTOBRE si è chiuso il secondo stato di crisi del Mattino nell’arco di poco più di quattro anni. Con l’accordo per il primo stato di crisi, firmato tra polemiche e spaccature quando il Mattino contava un organico largamente superiore alle cento unità, furono tagliate, tra il luglio 2009 e il giugno 2010, 24 giornalisti: venti redattori, con la chiusura della sede di Roma, due corrispondenti (da Milano e da Calabria-Sicilia) e due collaboratori fissi. Con il secondo, dall’ottobre 2012 all’ottobre 2013, dovevano saltarne dieci e sono

andati a casa in undici perché Gianni De Blasio, della redazione di Benevento, ha difeso tenacemente il diritto di andare in pensione con i suoi contributi, si è sorbito nove mesi di cassa integrazione e il primo settembre


Gianni De Blasio, Lorenzo Iuliano e Marilù Musto

ha lasciato il giornale. La resistenza di De Blasio ha consentito a fine settembre il prepensionamento del capo della redazione sannita Lello Venezia.
Il risultato è che oggi il Mattino conta, con il direttore Alessandro Barbano e il vice Federico Monga, 79 giornalisti, di cui sei con contratto a termine: quattro a Napoli: Marco Piscitelli, Pino Taormina, Marco Perillo e Maria Pirro; e due a Caserta: Lorenzo Iuliano e Marilù Musto. All’organico va aggiunta la senatrice Rosaria Capacchione che da marzo è in aspettativa parlamentare. Dopo cinque anni di precariato, per Piscitelli e Taormina l’assunzione è attesa per novembre, come è arrivata a luglio per Marco Toriello e a ottobre per Gerardo Ausiello, anche loro entrati a via Chiatamone nell'estate del 2008 con il primo contratto annuale.
Le uscite per lo stato di crisi hanno azzerato la redazione sannita: in pensione Enrico Marra e poi Gianni De Blasio, in prepensionamento Nico De Vincentiis e Lello Venezia, rimaneva il napoletano Cristiano Tarsia, che dopo un anno, come concordato con l’allora direttore Virman Cusenza, è


Gerardo Ausiello e Marco Toriello

rientrato a via Chiatamone ed è stato assegnato al settore Grande Napoli.
Per ripopolare Benevento il direttore ha operato due spostamenti da Caserta: Lorenzo Calò, promosso

capo servizio e responsabile della sede dal sette ottobre, e Andrea Ferraro che ha ottenuto i gradi di vice capo servizio dall’undici ottobre. Con il tandem casertano cucinano le sette/nove pagine dell’edizione sannita gli articoli 36 Michelangelo De Nigris e Maria Sara Pedicini.
Natali nolani, quarantuno anni, una laurea in Lettere classiche alla Federico II e due master, Calò collabora con il Roma di Pasquale Casillo, che nel ’97 gli consente di diventare professionista con un praticantato d’ufficio, con il Giornale di Napoli, con il quotidiano gratuito Senzaprezzo; nel 2000 conquista il primo contratto di due mesi al Mattino al settore Italia; dopo un intervallo di pochi mesi a Roma, alla commissione Giustizia del Senato con Luigi Bobbio, nell’agosto del 2004 arriva l'assunzione alla redazione di Caserta del Mattino, dove rimane nove anni.
Casertano di Santa Maria Capua Vetere, Andrea Ferraro ha quarantatre anni e una laurea in Economia e commercio. Esordi con Radio Prima Rete e Tv Luna, inizia nel ’95 a collaborare con il Mattino e sei anni più tardi ottiene un

contratto di praticante con Paolo Gambescia direttore e Manuela Piancastelli responsabile della redazione.
Le caselle vuote alla sede di Caserta sono state riempite con due contratti annuali


Marco Perillo, Maria Pirro e Lello Venezia

a Marilù Musto, con decorrenza dal primo ottobre, e a Lorenzo Iuliano dal 14 ottobre. La prima aveva già avuto una sostituzione per il mese di agosto a Caserta. È invece al primo contratto Iuliano, nato trentacinque anni fa ad Aversa, maturità classica e studi mai terminati a Scienze della comunicazione a Fisciano. Nel 1997 comincia come corrispondente del Mattino da un piccolo comune, Parete, e con il quotidiano napoletano continua a lavorare diventando pubblicista nel 2000 e professionista nel 2009.