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Italiamia, per l'editore
giudizio penale e civile |
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NEI PROSSIMI MESI il patron di Italiamia Giuseppe Giordano sarà molto impegnato in tribunale per vicende penali e civili. Partiamo dal penale.
Il 25 maggio dovrebbe finalmente entrare nel vivo il processo per ‘Onde rotte’, l’indagine condotta dal pm Antonio D’Alessio, con la supervisione del procuratore aggiunto Aldo De Chiara, che nell’ottobre del 2008, con l’ordinanza firmata dal gip Pia Diani, portò all’arresto di quattro persone:
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l’editore di Italiamia, la moglie Domenica Sarnataro, il figlio Ciro e il nipote Ciro Giordano.
Il 30 aprile 2009 il giudice per le indagini preliminari Mariella Montefusco ha rinviato a giudizio con le accuse di truffa aggravata e falso ideologico i quattro che erano stati arrestati e |

Antonio D'Alessio e Giuseppe Giordano |
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la rappresentante legale di Video Nola, Giuseppina Alba Pandico. Il processo doveva iniziare il 22 ottobre davanti al giudice monocratico della prima sezione penale del tribunale di Napoli Vincenzo Lomonte, ma è stato rinviato dal got (giudice onorario di tribunale) Grazia Ceglie al 4 febbraio perché Lomonte era stato applicato ad altro incarico. Quindi nuovo rinvio e cambio del magistrato: il 25 maggio se ne occuperà il giudice Serena Corleto della VI penale. Intanto cresce il numero delle parti civili; si sono già costituite o hanno annunciato l’intenzione di farlo Tele A e Telecapri, difese dagli avvocati Pasquale Coppola e Marco Imbimbo; Napoli tv, con il legale Alfredo Serra; la Soprodimec e Julie Italia, assistite dall’avvocato Giovanni Geremicca.
Le tv si costituiscono parte civile perché se verrà confermata l’accusa a Teleregione di avere gonfiato i fatturati per scalare le graduatorie delle erogazioni di fondi pubblici gestite dal Corecom Campania, presieduto da Gianni Festa, è evidente che hanno subito un danno diretto e consistente. Passiamo al versante civile. Giuseppe Giordano e il figlio Michele verranno chiamati davanti al giudice del lavoro perché due giornaliste di Italiamia, Marta Cattaneo e Ornella Mancini, licenziate quattro mesi fa, hanno
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Aldo De Chiara e Vincenzo Lomonte
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impugnato il licenziamento. “Fu un vero colpo a sorpresa; - racconta Ornella Mancini – il 30 dicembre mi stavo preparando per andare al lavoro e mi arriva il telegramma del licenziamento in tronco.
In un primo momento ho pensato addirittura a uno |
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scherzo perché dall’azienda ricevevo soltanto complimenti per il mio lavoro. La seconda sorpresa l’ho avuta qualche giorno dopo quando mi è stata inviata una lettera di contestazione perché dopo la consegna del telegramma di licenziamento non mi ero presentata al lavoro”.
Questo il testo del telegramma, identico per le due giornaliste: “Ai sensi e per gli effetti della normativa vigente in materia siamo spiacenti di comunicarle che a causa della necessità di ridurre i costi di esercizio e riorganizzare radicalmente l’intero assetto aziendale il rapporto di lavoro intercorrente tra lei e codesta società deve intendersi risolto con decorrenza dal 31 dicembre 2009. La esoneriamo dalla prestazione lavorativa nel periodo di preavviso la cui relativa indennità le verrà corrisposta in una al tfr (trattamento di fine rapporto, ndr) in fase di quantificazione e alle altre indennità accessorie. Sono a sua disposizione presso l’amministrazione tutti i documenti relativi al rapporto di lavoro intercorso” . Segue la firma: l’amministratore unico di Teleregione Campania Michele Giordano.
Tele Regione Campania è una società a responsabilità limitata con un capitale di 346.800 euro con quote ripartite tra Giuseppe Giordano con 34.680 euro, Daniela D’Innocenzo con 34.680 euro e Italia Mia Group con il restante 80 per cento, pari a 277.440 euro. La società che controlla Tele Regione, Italia |
Mia Group, è invece una spa con un capitale di 593.400 euro suddiviso in 115mila azioni ordinarie, di cui 113.850 di proprietà di Giuseppe Giordano, per un valore di 587.466 euro, e 1.150 azioni in possesso di Carolina Ciarallo per un importo di 5.934 euro.
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Francesca Falco, Guido Grassi e Angelo Pompameo |
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due licenziamenti hanno dimezzato l’organico giornalistico di Italiamia, del quale fanno parte anche Francesca Falco e la praticante Marica De Angelis, organico guidato dal direttore Angelo Pompameo.
Napoletana, ventinove anni, da tre professionista, una laurea in Lettere alla Federico II, Marta Cattaneo ha cominciato nel 2003 collaborando al quotidiano Cronache di Napoli per poi approdare a Italiamia nel luglio 2005 dove ha svolto il praticantato; invece Ornella Mancini, napoletana di trentasei anni da compiere a maggio, da tre professionista, maturità classica all’Umberto e studi interrotti di Giurisprudenza, ha esordito a Canale 21 come presentatrice della trasmissione ‘Tutto il calcio patuto per patuto’ condotta da Mario Savino, per poi iniziare l’attività giornalistica all’agenzia Rotopress, continuarla a Telelibera e arrivare nel maggio del 2007 a Italiamia.
Andato a vuoto il tentativo di conciliazione, le due giornaliste, assistite dall’avvocato Guido Grassi, hanno ora davanti due passaggi: la notifica del decreto ingiuntivo (già autorizzato per la Mancini dal giudice Maria Rosaria Lombardi) per il pagamento del mese di dicembre, della tredicesima, del trattamento di fine rapporto e del mancato preavviso; il ricorso per impugnare il licenziamento.
Il 30 dicembre Tele Regione Campania scriveva che i compensi dovuti erano in fase di quantificazione, un’operazione evidentemente molto complessa se ancora non si hanno notizie di questi calcoli. Ma lo scrupoloso rispetto delle leggi e dei contratti non dovrebbe essere un prerequisito per aziende che attingono a fondi pubblici? E la questione non riguarda il Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni, che pure è passaggio decisivo per l’annuale |

Gianni Festa e Norberto Vitale
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distribuzione di milioni di euro (quattordici soltanto nel 2009) alle emittenti tv campane?
“Il Corecom non ha poteri di intervento diretto – dichiara Noberto Vitale, fino al novembre 2008 presidente del Comitato regionale per le comunicazioni - nel caso |
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di violazioni di legge nelle controversie tra aziende e lavoratori. Ma di fronte a gravi violazioni delle norme, io organizzerei una conferenza stampa per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica, gli organismi di categoria, gli enti di previdenza, e girerei una nota dettagliata e asettica sullo stato dei fatti al ministero dello Sviluppo economico che ha poteri di intervento diretto”.
Questo farebbe Vitale; e Gianni Festa, presidente in carica, che fa? |
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