NEL POMERIGGIO dell’undici dicembre Alessandro Casarin, il direttore della Testata giornalistica regionale della Rai, ha comunicato ai redattori della Tgr le sue dimissioni. Una decisione giunta a sorpresa in quanto il giornalista di Somma Lombarda compirà i 67 anni il prossimo 30 settembre. Allora perché andare via dieci mesi prima? Si possono soltanto avanzare delle ipotesi: una sostanziosa buonuscita dell’azienda per lasciare subito libera la scrivania; la bruciante delusione di non avere conquistato la poltrona nel consiglio di amministrazione della Rai con la casacca della Lega di Matteo Salvini.
Va detto comunque che Casarin questa volta non affida il suo commiato alla benedizione dell’ex redattore capo della Tgr Campania Massimo Milone, come aveva fatto in occasione del decesso del giornalista che per
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redazioni regionali italiane, al secondo posto, come ascolti, tra i tg Rai, al terzo se nella classifica si comprendono anche le testate Mediaset.
Un'affermazione
smentita in maniera clamorosa da un comunicato del maggiore sindacato Rai, l’Usigrai, che ricorda a Casarin, in primis, che al suo arrivo la testata era già la seconda più seguita tra quelle Rai. Ma l’Usigrai non si limita a questo: ricorda a Casarin che la sua è stata una direzione illegittima, visto che le redazioni nel 2022 avevano bocciato per due volte il suo piano editoriale, con un aumento dei no tra la prima e la seconda votazione.
Ricorda ancora, il sindacato, che durante il suo mandato la terza edizione del tg regionale, quella della notte, è stata cancellata senza alcuna reazione da parte sua. Il sindacato ricorda inoltre la nomina a capo redattore centrale della sede Rai sarda di Ignazio Artizzu che fino a 40 giorni prima era stato capo ufficio della stampa del presidente della Regione sarda Christian Solinas. Dimentica l’Usigrai la promozione, sempre decisa da Casarin, di Paola Colombo, moglie dell’attuale direttore a interim Roberto Pacchetti e condirettore in questi sei anni di Casarin, moglie nominata a capo della redazione Lombardia sottoposta al controllo del marito, Pacchetti, appunto. Infine il sindacato parla di testata a pezzi, redazioni sfiduciate, risorse esigue e un ‘poltronificio’, come lo ha definito la Stampa, composto da 3 condirettori e 6 vice direttori ai quali Casarin aveva affidato le relazioni sindacali. E il nostro affettuoso pensiero non può che andare all’evanescente vice direttore Antonello Perillo che, dopo la vicenda Pacchetti-Colombo, è stato incaricato del controllo sull’operato della redazione tgr Milano. Compito che, a parte due tre visite, immaginiamo venga svolto come era svolto il suo ruolo di capo redattore centrale della Tgr Campania: da remoto, all’insegna del “mi fido di te” distribuito a redattori semplici e
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redazione dal martedì, in genere, al venerdì pomeriggio e ferie estive e recuperi che hanno superato il mese. Un Oreste Lo Pomo che sta riuscendo nell’impresa di lucanizzare quello che era il telegiornale più ricco di notizie dell’intera Rai alla quale forniva il 60 per cento circa della cronaca giornaliera di tutti i notiziari. Con i propri inviati e giornalisti, non con gli inviati di testate e rubriche che calano a frotte in Campania rifiutando, quasi sempre, i servizi della Tgr di via Marconi. |