Rai Tgr, da Casarin
schiaffo a Lo Pomo

MANCANO ORMAI soltanto quattro mesi all’8 e 9 giugno quando si voterà per il parlamento europeo, per le elezioni in alcune regioni e per le amministrative in 3701 comuni, di cui 27 capoluoghi di provincia e sei capoluoghi di regione. I direttori dell’informazione Rai stanno perciò controllando con cura il posizionamento delle truppe.
Alessandro Casarin
, direttore della Tgr, testata giornalistica regionale, considerato in quota Lega, con una procedura insolita, manda a Napoli il condirettore Roberto Pacchetti, anche in questo caso la casacca è salviniana, a insediare al quinto piano di via Marconi il vice direttore Antonello Perillo, cui ha assegnato nuove deleghe per la supervisione su Lombardia, Umbria, Molise e Campania.
È il 16 gennaio quando Pacchetti varca i tornelli dell’edificio Rai di

Fuorigrotta proveniente da Milano, sua sede professionale e della quale ha sempre avuto la delega, salvo dopo la promozione di sua moglie, Paola Colombo a vice capo redattore della

Alessandro Casarin e Oreste Lo Pomo

redazione milanese, proprio quella di cui era responsabile il marito. Nomina contestata ma mai nel merito perché Colombo viene ritenuta da tutti una brava giornalista. Mogli a parte, l'inedita visita di Pacchetti alla Tgr Campania rappresenta un doppio segnale per il capo della redazione di Napoli Oreste Lo Pomo: per Napoli la Tgr punta su Perillo e Pacchetti, che sulla Campania non ha alcuna delega, è lì a rimarcare che Perillo gode della fiducia di tutti i vertici della Tgr, compreso il futuro direttore che, salvo sconvolgimenti, dovrebbe essere proprio Pacchetti.
A chi chiede al condirettore: "possiamo parlare dei problemi della redazione campana?" risponde compunto che lui, per carità, non ha alcuna competenza. Poi, però, riceve a titolo personale alcuni redattori, mentre lo stesso Lo Pomo ha già abbandonato la sede per recarsi a Roma, dove soggiorna con grande frequenza: come consigliere partecipa alle riunioni dell’Ordine nazionale o va nella capitale a presentare qualche libro. E va via anche il vicario, Gianfranco Coppola, cronista sportivo e dal marzo 2021 presidente dell’Ussi, che ha in mano le redini della redazione, ma il cui lavoro non sembra particolarmente apprezzato dai vertici nazionali.
Il 31 gennaio Casarin piazza un secondo colpo: comunica a Lo Pomo che “a far data del primo febbraio viene assegnata la delega al ‘politico’ al vice capo redattore e segretario di redazione Guido Pocobelli”. La notizia è stata girata al cdr (Luigi Carbone, Fabio Forlano, Rino Genovese) che ha informato la redazione.
È di fatto una plateale esautorazione di Lo Pomo perché, con un intervento forse senza precedenti, Casarin interviene direttamente sull’organizzazione interna del lavoro che sarebbe di competenza esclusiva del redattore capo centrale di Napoli.
È anche un segnale evidente della scarsa considerazione nei confronti del giornalista potentino per l’evanescente gestione della sede campana,

Paola Colombo e Gianfranco Coppola

con qualche clamorosa scivolata come la recente intervista al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, e per tutti i nodi non affrontati. Tra questi la gestione del 'politico' rimasta nelle mani di

Massimo Calenda anche dopo la sua esperienza di addetto stampa del presidente della Basilicata Vito Bardi di Forza Italia, prima come dominus della campagna elettorale e poi come portavoce del presidente. Con un colpo solo Casarin ha quindi sistemato due giornalisti considerati vicini a Forza Italia, senza contare che da settimane la Lega, dopo avere perso la presidenza della Sardegna, chiede la guida della Basilicata.
Calenda non ha apprezzato la scelta del direttore e si è rivolto al comitato di redazione per essere difeso ma ha fatto un buco nell’acqua perché gli è stato spiegato che nell’ordine di servizio viene esplicitamente chiarito che chi segue la politica continuerà a farlo.
Passiamo ora al nuovo capo del ‘politico’ della redazione Rai di Fuorigrotta. Napoletano, cinquantacinque anni, laurea in Economia e commercio alla Federico II, professionista dal dicembre 2001, Pocobelli ha lavorato al Denaro, giornale prima settimanale e poi quotidiano, per poi occuparsi di uffici stampa (tra questi l’Arin), seguire come tutor gli iscritti alla Scuola di giornalismo del Suor Orsola Benincasa e conquistare i primi contratti a termine alla Rai. Proprio alla Scuola di giornalismo c’è un momento opaco della sua carriera. Nel dicembre del 2014 al Suor Orsola arriva a sorpresa l’ispezione di una commissione dell’Ordine nazionale dei giornalisti, guidata dal presidente Enzo Iacopino con i consiglieri Angelo Baiguini, Cristina Cosentino e Andrea Ferro, perché oltre la metà dei candidati non aveva superato l’esame per diventare giornalista professionista. Due i risultati dell’intervento dell’Ordine nazionale: i bocciati si sono ritrovati con il praticantato azzerato e due dei cinque tutor (Alfredo D’Agnese e Guido Pocobelli Ragosta) si sono immediatamente dimessi. Non si sa se per ‘colpe’ portate alla luce dall’ispezione o solo perché capri espiatori.
Due anni prima è arrivata l’assunzione a tempo indeterminato in Rai dove la sua carriera procede spedita: capo servizio e nel maggio del 2021 vice redattore capo, senza dimenticare che è anche segretario di redazione.

Non gli vengono attribuite chiare magliette politiche ma soltanto la casacca della curia partenopea, fino al febbraio 2021 guidata da Crescenzio Sepe e poi da Domenico Battaglia. Non a

Domenico Battaglia e Massimo Calenda

caso nel giugno 2021 viene eletto presidente dell’Unione cattolica stampa italiana della Campania alla guida di un direttivo di cui fanno parte Rosanna Borzillo e Elena Scarici, due redattici storiche di Nuova stagione, il settimanale della curia napoletana.
Con la guida del ‘politico’ scavalca di colpo i tre vice redattori capo che lo precedono: Geo Nocchetti con i gradi dal 1995 ma fuori line e certamente fuori dalle grazie di Casarin; Gilly Castellano promosso nell’agosto del 2019; Adriano Albano che lo ha raggiunto nel marzo successivo. In qualche modo Pocobelli supera anche il redattore capo vicario Gianfranco Coppola ed è in pole position per quando ci sarà da raccogliere l’eredità di Lo Pomo alla guida di via Marconi.
Nei primi giorni dello scorso maggio muore Massimo Milone, che per dieci anni ha guidato la redazione napoletana della Rai prima di diventare responsabile di Rai Vaticano, e Casarin fa mandare in onda un suo video singolare, definito dal cdr allora in carica “un intervento davvero inopportuno e sconcertante”.
Nell’incipit dice: “Caro Massimo, in questi anni ci siamo visti diverse volte ai tornelli e nei corridoi di Rai Vaticano e tutte le volte mi dicevi: mi raccomando Pocobelli, è un grande giornalista, un grande lavoratore”. Ora Milone potrà essere contento.